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SUPERNOVAE: aggiornamenti di Gennaio 2022

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Adesso la situazione è ben diversa con molte realtà impegnate in questo tipo di ricerca, in primis il nostro ISSP, purtroppo però l’agguerrita concorrenza dei programmi professionali, che si avvalgono anche del satellite Gaia, ha lasciato ai volenterosi astrofili, impegnati in questo tipo di ricerca, soltanto le briciole. Dobbiamo per fortuna constatare che in giro per il mondo ci sono degli astrofili che hanno saputo difendersi egregiamente dallo strapotere dei programmi professionali. In testa alla classifica delle scoperte amatoriali del 2021 troviamo l’intramontabile giapponese Koichi Itagaki con 6 centri al suo attivo. La seconda piazza, con 4 scoperte, è invece occupata dal programma di ricerca supernovae dell’emisfero meridionale denominato BOSS, con il suo leader Stuart Parker, che mette insieme astrofili neozelandesi ed australiani. Infine sul terzo gradino del podio, con 3 scoperte, troviamo i cinesi del programma XOSS capitanati da Xing Gao.

A livello italiano dobbiamo comunque segnalare la scoperta di una Nova Extragalattica da parte del team dell’Osservatorio di Monte Baldo (VR), membro ISSP, composto da Flavio Castellani, Raffaele Belligoli e Claudio Marangoni che nella notte del 26 gennaio 2021 hanno individuato una nuova stella di mag.+17,6 nella famosa galassia di Andromeda M31. Nei giorni seguenti la scoperta l’oggetto, denominato AT2021bfs, ha subito un forte incremento di luminosità superando la mag.+16 nei primi giorni di febbraio. Nella notte del 4 febbraio, dall’Osservatorio di Okayama in Giappone con il telescopio Seimei da 3,8 metri è stato ottenuto lo spettro di conferma evidenziando che eravamo di fronte ad una classica Nova Fe II.

Sempre a livello italiano dobbiamo segnalare anche due scoperte di supernovae realizzate dall’astrofilo romagnolo Mirco Villi. Queste due scoperte potremmo definirle ibride, perché realizzate da un astrofilo, ma ottenute con strumentazione professionale dell’osservatorio americano sul Mount Lemmon in Arizona del programma CRTS Catalina Real-Time Transient Survey. In questi ultimi anni Mirco Villi ha instaurato una proficua collaborazione con i professionisti americani del Catalina ottenendo numerose scoperte. La prima è stata scoperta nella notte del 14 novembre, a mag.+20,5 nella galassia a spirale UGC6053 posta nella costellazione del Leone, al confine con quella del Sestante, distante circa 360 milioni di anni luce da noi. L’immagine di scoperta è stata ottenuta col il telescopio Cassegrain di 1,5 metri di diametro, uno dei tre strumenti del CRTS dedicati alla ricerca di nuovi transienti. Purtroppo nessun osservatorio professionale ha ottenuto uno spettro di conferma e pertanto a questa possibile supernova è stata assegnata la sigla provvisoria AT2021aetx. La seconda, anche questa molto debole al momento della scoperta con una luminosità pari alla mag.+20,1 è stata individuata nella galassia a spirale UGC2393 posta nella costellazione del Perseo a circa 500 milioni di anni luce di distanza. A differenza della precedente, luminosità del nuovo oggetto è aumentata fino a raggiungere intorno alla fine di novembre il massimo di luminosità con una magnitudine di circa +16,5. Nella notte del 23 novembre l’astrofilo bellunese Claudio Balcon ha ottenuto lo spettro di conferma che ha permesso di classificare la supernova di tipo Ia molto giovane, scoperta circa due settimane prima del massimo di luminosità. Alla supernova è stata quindi assegnata la sigla definitiva SN2021aeuq.

Se il 2021 è stato un anno avaro di soddisfazione per chi fa ricerca di supernovae, situazione completamente diversa è invece per la spettroscopia italiana di supernovae, che grazie al bravo astrofilo bellunese, sta vivendo un periodo di grandi soddisfazioni e successi. Claudio Balcon è riuscito infatti ha classificare per primo nel TNS Transient Name Server in questo 2021 ben 27 supernovae ed occupare saldamente la vetta della classifica amatoriale di classificazioni di supernovae. Nessun astrofilo al mondo è riuscito a fare meglio di lui. Grazie ai moderni CCD ed agli spettroscopi a bassa risoluzione, alla portata di astrofili evoluti, nel campo della spettroscopia anche gli astrofili possono dare un contributo importante alla ricerca. Basti pensare al fatto che nel 2021 sono state scoperte oltre 20.000 supernovae e soltanto poco più di 2.000 sono state classificate spettroscopicamente, quindi circa il 10%. Naturalmente molte scoperte realizzate con potenti telescopi professionali non sono alla portata della modesta strumentazione degli astrofili, però come dimostrato da Claudio Balcon, ci sono diversi transienti che raggiungono magnitudini interessanti e quindi con una certa rapidità ed un pizzico di fortuna, anche gli astrofili possono raggiungere dei traguardi molto gratificanti.

L’anno appena terminato non ha visto purtroppo la scoperta di supernovae nelle galassie Messier, le più ambite ed appariscenti, però ci ha regalato due supernovae molto luminose. Stiamo parlando, in ordine cronologico, della SN2021rhu individuata nella notte del 1° luglio dal programma professionale americano di ricerca supernova denominato Zwicky Transient Facility (ZTF) nella galassia a spirale NGC7814 posta nella costellazione di Pegaso a circa 50 milioni di anni luce di distanza. Questa galassia è vista di taglio ed assomiglia alla famosa galassia Sombrero M104, tanto da essere indicata a volte come “la piccola sombrero”. Appena 13 ore dopo la scoperta, con il telescopio da 2,5 metri del Caucasus Mountain Observatory in Russia, è stato ottenuto lo spettro di conferma, classificando il transiente come una supernova di tipo Ia scoperta circa due settimane prima del massimo di luminosità e con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiavano ad una velocità di circa 16.000 km/s. Il massimo di luminosità è stato raggiunto intorno al 16 luglio con la supernova che ha raggiunto la notevole mag.+12,1.

La seconda supernova, che in realtà è diventato l’oggetto più luminoso del 2021, è stata la recente SN2021aefx individuata nella notte dell’11 novembre dal programma professionale di ricerca supernovae denominato DTL40, utilizzando il telescopio robotico da 0,4 metri al Cerro Tololo in Cile, nella stupenda galassia a spirale NGC1566 distante circa 60 milioni di anni luce nella costellazione meridionale del Dorado. Nella stessa notte della scoperta, con il Southern African Large Telescope da 10 metri di diametro, in Sudafrica, è stato ripreso lo spettro di conferma che ha permesso di classificare il nuovo transiente come una supernova di tipo Ia scoperta circa 20 giorni prima del massimo di luminosità e con i gas eiettati dall’esplosione che viaggiano all’impressionate velocità di circa 28.000 km/s. La luminosità della supernova è aumentata progressivamente fino a toccare il massimo intorno alla fine di novembre, raggiungendo la notevole mag.+11,8. Peccato che una supernova così luminosa, posta in una stupenda e fotogenica galassia come NGC1566, non sia visibile dal nostro emisfero.

Come sappiamo tutte le supernovae di tipo Ia raggiungono il massimo di luminosità alla solita magnitudine assoluta di circa -19 e pertanto in base alla magnitudine apparente può essere calcolata con precisione la distanza della galassia ospite. Qualcuno allora si domanderà perché la SN2021aefx ha raggiunto una luminosità maggiore rispetto alla SN2021rhu anche se NGC1566 è circa 10 milioni di anni luce più lontana della NGC7814? La risposta è presto data: la SN2021aefx, esplosa nella parte periferica della galassia NGC1566, non ha subito assorbimenti da polveri ed ha potuto raggiungere indisturbata la sua massima luminosità. La SN2021rhu invece situata molto vicino al nucleo ha subito un forte assorbimento dovuto alle polveri della galassia ospite, che hanno tolto alla supernovae oltre mezza magnitudine. Senza questo assorbimento la SN2021rhu sarebbe diventata la supernova più luminosa dell’anno, essendo di fatto nel 2021 la supernova di tipo Ia esplosa più vicina a noi.