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SpaceX DM-2 è un successo: rientrati Behnken e Hurley

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La caspula Endeavour di SpaceX ammarata il 02 agosto 2020. Credit NASA/SpaceX
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La caspula Endeavour di SpaceX ammarata il 02 agosto 2020. Credit NASA/SpaceX
DI  – astronautinews.it

Con lo splashdown della capsula Crew Dragon Endeavour avvenuta alle 20:47 italiane di oggi 2 agosto, si è conclusa trionfalmente dopo 63 giorni e 23 ore la Demonstration Mission 2, l’attesissimo volo di esordio con equipaggio a bordo della capsula di SpaceX.

Gli astronauti NASA Bob BehnkenDoug Hurley sono sono dunque tornati a terra ammarando nelle acque antistanti Pensacola, in Florida, chiudendo una missione storica che ha segnato il ritorno della capacità degli Stati Uniti di lanciare dal suolo patrio capsule di fabbricazione statunitense propulse da vettori statunitensi.

Le operazioni di rientro sono cominciate la scorsa notte, quando alle 01:34 italiane è stato dato il comando di separazione della capsula dalla ISS.

Dopo alcune accensioni dei propulsori di manovra atte ad allontanare la Crew Dragon dall’avamposto spaziale, Endeavour ha definitivamente lasciato le immediate vicinanze della stazione attorno alle 01:55; alle 02:27 e 03:14 sono avvenute due ulteriori manovre (Departure Burn 2 e 3) che hanno posizionato la capsula su una diversa orbita, dove ha passato le ore immediatamente prima del rientro.

Come già nel viaggio di andata, gli astronauti a bordo di Endeavour hanno potuto usufruire di un periodo di riposo durante il quale recuperare le energie in vista delle fasi cruciali del rientro orbitale. Mentre Behnken e Hurley dormivano, il centro di controllo di Hawthorne (ricordiamo che la missione è stata controllata, per la prima volta nella storia del programma spaziale americano, direttamente da SpaceX, mentre “Houston” era collegata come osservatore) ha monitorato da remoto alcune altre accensioni dei propulsori di manovra (phasing burns), dimostrando la capacità della capsula di sgravare gli astronauti di alcune operazioni ritenute sufficientemente sicure da essere affidate al computer di bordo.

La manovra di deorbitazione è iniziata attorno alle 19:55, quando Endeavour si è separata dal trunk, cioè il modulo di servizio ormai inutile e destinato a distruggersi in atmosfera. Alle 20:00 i propulsori di manovra Draco si sono accesi per circa dieci minuti, rallentando la corsa orbitale quanto necessario perché nel giro di breve tempo la Crew Dragon lambisse gli strati più esterni dell’atmosfera, in una fase chiamata interfaccia di rientro.

La fase di distacco del trunk e orientamento dell’assetto in questa illustrazione per gentile concessione di G. De Chiara 2020.

Da quel momento l’attrito atmosferico e alcune brevi accensioni dei Draco hanno contribuito a portare Endeavour sempre più in basso, fino alla quota e alla velocità prevista per l’apertura del sistema dei paracadute.

I primi a essere espulsi, alle 20:44 circa, sono stati i paracadute pilota, che oltre a rallentare ulteriormente la Crew Dragon hanno trascinato fuori dalle loro sacche i grandi paracadute principali, cui spettava il compito cruciale di sostenere la capsula fino al contatto con le acque del Golfo del Messico.

In questa illustrazione della fase finale del rientro, viene mostrata anche l’opzione con utilizzo di propulsori. La sequenza nominale invece è quella che vede protagonisti i paracadute senza ausilio di razzi. Credit immagine: G. De Chiara 2020.

L’apertura del portello della capsula è avvenuto alle 21:59. Durante questa fase è stato accumulato un piccolo ritardo a causa di tracce residue di sostanze potenzialmente pericolose provenienti dagli esausti dei motori, che sono state poi completamente eliminate.

Behnken e Hurley sono ora in attesa di riunirsi con le rispettive famiglie, entrambe molto “spaziali”, ma nel giro di un paio di giorni saranno a disposizione dei giornalisti per la conferenza convocata per il prossimo 4 agosto.

Oltre gli astronauti, diversi esperimenti scientifici e altri oggetti hanno raggiunto in sicurezza la superficie terrestre. Tra questi la bandiera USA che fu lasciata a bordo della ISS dal comandante dell’ultima missione Space Shuttle, STS-135, con la promessa di riportarla in patria proprio con una futura navetta di produzione statunitense. Rientrate sane e salve anche le due mascotte di SpaceX.

Tutta la fase finale del rientro è stata seguita e commentata in diretta dal podcast della galassia ISAA, AstronautiCAST. Una puntata speciale organizzata esclusivamente per l’occasione e ricca di tutti i dettagli che hanno caratterizzato questo importante momento.

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