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Le Nane Bianche si mangiano i pianeti rocciosi?

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Secondo i risultati di uno studio condotto da ricercatori della UCLA University col Telescopio Keck I di Mauna Kea (Hawaii), attorno alle due stelle Nane Bianche PG1225-079 e HS2253+8023 si estendono dischi polverosi formati dai detriti di corpi planetari provenienti dalla disgregazione di oggetti di dimensioni paragonabili alla Terra o agli asteroidi maggiori del nostro Sistema Solare.

Questi dischi, la cui esistenza è stata dedotta dall’impronta caratteristica in assorbimento rilevata sullo spettro di emissione delle stelle dominato dall’elio, sarebbero i residui del “pasto” consumato dalle due stelle ai danni dei corpi rocciosi dei loro sistemi. Le due Nane Bianche, di dimensioni paragonabili a quelle del nostro pianeta, ma con una massa uguale a quella del Sole, possiedono masse di polveri pari alla massa di Cerere, formatesi a distanze simili alla distanza Terra-Sole e di origine non ancora chiarita: potrebbero derivare dalla disgregazione di pianeti, planetesimi o asteroidi, comunque tutti corpi rocciosi.

Emerge dunque la possibilità di un nuovo modello teorico per la formazione di sistemi planetari attorno alle Nane Bianche: il 30% circa di esse ospita pianeti sia di tipo gassoso sia di tipo roccioso. Subito dopo la loro formazione, i giganti gassosi spingerebbero i pianeti rocciosi su orbite interne e ravvicinate alle stelle, destinati a digregarsi ed essere in parte assorbiti dai loro soli. Le due stelle studiate mostrano la tracciatura del magnesio, del ferro, del silicio, dell’ossigeno e del nickel, perlopiù nei rapporti corrispondenti alla composizione minerale media della crosta terrestre. Se confermato, si tratterebbe della prima conferma sperimentale della formazione di sistemi solari simili al nostro, con lo sviluppo di dinamiche gravitazionali analoghe (pianeti rocciosi interni e giganti gassosi esterni).