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L’affidabilità del CO e del Calcio II

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L'affidabilità del CO e del Calcio II
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L'affidabilità del CO e del Calcio II
L'affidabilità del CO e del Calcio II
Nello studio dell’evoluzione dell’universo è fondamentale saperne il più possibile dei meccanismi che hanno portato alla costruzione delle galassie. Una tra le proprietà critiche di cui poter disporre è la massa delle galassie, un parametro che si può dedurre studiando il moto delle stelle che le compongono.

Le misure solitamente impiegate, soprattutto per le galassie più splendenti nell’infrarosso (le cosiddette LIRG – Luminous InfraRed Galaxies e ULIRG – Ultra Luminous InfraRed Galaxies), coinvolgono osservazioni delle linee di CO nel vicino infrarosso. Tali osservazioni, però, portano a valutazioni molto dissimili da quelle ottenute nel dominio visibile osservando le linee del tripletto del calcio II. Le osservazioni infrarosse, infatti, forniscono sistematicamente una valutazione inferiore della massa e il dubbio degli astronomi era se questo fosse dovuto a una particolare caratteristica delle LIRG e ULIRG studiate oppure dipendesse dalle osservazioni del CO.

Per venirne a capo, Barry Rothberg e Jacqueline Fischer (Naval Research Laboratory) si sono affidati alla vista acuta del telescopio Gemini e al suo spettrografo GNIRS (Gemini Near-InfraRed Spectrograph). Le loro osservazioni, recentemente pubblicate su Astrophysical Journal, hanno mostrato che all’origine delle differenti valutazioni sono proprio alcune particolarità delle valutazioni del CO nel vicino infrarosso, risultate inaffidabili per ricostruire la massa delle LIRG e delle ULIRG. Le intense emissioni infrarosse di questi sistemi, infatti, provengono dall’ambiente polveroso che accompagna la formazione stellare e, poiché le misurazioni del CO sono estremamente sensibili a queste stelle più giovani, si finisce col rilevare solo le curve di rotazione di queste ultime, giungendo così a una valutazione della massa della galassia sensibilmente inferiore.

Le osservazioni del tripletto del calcio II, invece, non riescono a penetrare la coltre polverosa delle regioni centrali, dunque le misurazioni delle velocità di dispersione conducono a una massa più corretta. Una volta sparita l’influenza delle giovani stelle e della regione polverosa che le avvolge, le valutazioni suggerite dal CO e dal calcio sono consistenti tra loro.