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Herschel prende le misure ad Apophis

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Apophis visto da Herschel nelle tre bande di 70, 100 e 160 micron. Crediti: ESA/Herschel/PACS/MACH-11/MPE/B.Altieri (ESAC) and C. Kiss (Konkoly Observatory)
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Apophis visto da Herschel nelle tre bande di 70, 100 e 160 micron. Crediti: ESA/Herschel/PACS/MACH-11/MPE/B.Altieri (ESAC) and C. Kiss (Konkoly Observatory)

Così come aveva già fatto nel novembre 2011 per l’asteroide 2005 YU55, lo scorso fine settimana il telescopio spaziale Herschel dell’ESA ha fotografato l’asteroide 99942 Apophis,  che proprio in questi giorni si è avvicinato alla Terra fino a una distanza minima di 14,5 milioni di km.  I dati ottenuti dall’osservazione hanno permesso di stabilire che Apophis è un po’ più grande  di quanto in precedenza stimato, e un po’ meno riflettente.

In particolare, il diametro è ora indicato con buona precisione attorno ai 325 metri, una misura di poco superiore ai 270 metri  precedentemente stimati. “Il 20% di incremento in diametro si traduce in un aumento del 75% delle nostre stime del volume e della massa dell’asteroide”, precisa  Thomas Müller del Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics in Germania, lo scienziato che sta conducendo le analisi dei nuovi dati.

L’asteroide Apophis, come si sa, è un sorvegliato speciale: nel 2029 passerà ad appena 36.000 km dalla superficie terrestre, una distanza paragonabile a quella dei satelliti geostazionari, tanto da poter diventare visibile ad occhio nudo. Tornerà nei paraggi della Terra nel 2036, ma quanto vicino è ancora presto per dirlo con assoluta certezza. Conoscere con la massima precisione i parametri fisici dell’asteroide è quindi cruciale per prevederne la traiettoria futura in maniera accurata.

Modello della temperatura di Apophis - Crediti: ESA/Herschel/MACH-11/T.Müller MPE (Germany)

Analizzando il calore emesso da Apophis, le osservazioni di Herschel hanno anche permesso una nuova stima dell’albedo dell’asteroide, ovvero della sua capacità di riflettere la luce ricevuta. Il nuovo valore è 0,23 (quello stimato precedentemente era 0,33) e indica che il 23% della luce solare che colpisce il corpo celeste viene riflessa, mentre il resto viene assorbito e contribuisce a riscaldare l’asteroide. Anche questo dato contribuirà a prevedere il comportamento futuro dell’asteroide. Il ciclo di leggerissimi riscaldamenti e raffreddamenti del piccolo corpo spaziale, dovuti alla sua rotazione e alla diversa distanza dal sole, induce infatti nel lungo periodo dei piccoli cambiamenti nell’orbita dell’asteroide, un fenomeno noto come effetto Yarkovsky.

A questo proposito vale la pena di ricordare che, proprio basandosi su questo effetto e sulle caratteristiche di Apophis, lo scorso anno uno studente del Massachusetts Institute of Technology aveva avuto un’idea per eventualmente deviare la traiettoria dell’asteroide: dipingerlo di bianco. Questa originale strategia è risultata vincitrice del 2012 Move an Asteroid Technical Paper, una competizione annuale  sponsorizzata dallo Space Generation Advisory Council delle Nazioni Unite. Niente imbianchini spaziali: le 5 tonnellate di “vernice” necessarie sarebbero lanciate verso l’asteroide sotto forma di paintball.