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Getti gassosi su Europa

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I possibili geyser di Europa individuati in uv dallo spettrometro del telescopio spaziale Hubble, nel 2014 e nel 2016 Crediti: NASA/ESA/STScI/USGS
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Impressione artistica di Europa, la luna di Giove, sulla destra con un getto di acqua ghiacciata che esce dal lembo sinistro. Visto in precedenza solo dalla missione Galileo del 1990, potrebbe essere l’indizio dell’esistenza di un oceano d’acqua liquida al di sotto della superficie ghiacciata della luna.
Crediti video: NASAESA, and G. Bacon (STScI)

Due le missioni NASA che hanno annunciato, lo scorso 13 aprile, importanti risultati sugli oceani presenti nel nostro Sistema solare, sui meccanismi termali probabilmente attivi e quindi sulla compatibilità (ma non la presenza!) con vita microbica. Abbiamo già visto lo studio che, grazie ai dati raccolti dalla sonda Cassini, conferma la presenza di meccanismi termali all’origine dei getti d’acqua dall’emisfero sud di Encelado, luna di Saturno, vediamo ora cosa racconta lo studio dedicato invece a Europa, luna di Giove, ottenuto dai dati del Telescopio Spaziale Hubble.

Lo studio sui risultati di Hubble sulla luna di Giove è stata pubblicata sulla rivista Astrophysical Journal Letters.
Si riferisce alle osservazioni di Europa del 2016, quando lo Space Telescope Imaging Spectrograph (STIS) a bordo di Hubble vide spuntare nuovamente un pennacchio dalla superficie della luna, nella stessa posizione di quello osservato nel 2012.

Anche se l’argomento rimane controverso perché le indagini condotte tra gennaio e febbraio 2014 non produssero alcun risultato, le immagini più recenti rafforzano la prova che i pennacchi di Europa potrebbero essere un fenomeno reale anche se intermittente. Secondo gli ultimi dati, si estenderebbero fino a 100 chilometri nello spazio.

I possibili geyser di Europa individuati in UV dallo spettrometro del telescopio spaziale Hubble che fuoriescono dalla stesso punto a due anni di distanza, nel 2014 e nel 2016. Crediti: NASA/ESA/STScI/USGS

Entrambe le osservazioni interessano la stessa posizione sulla superficie della luna che coincide con una regione insolitamente calda, caratterizzata da elementi simili a crepe fotografati dalla sonda della NASA Galileo alla fine del 1990. I ricercatori ipotizzano che, come per Encelado, questa potrebbe essere la prova di eruzioni dacqua provenienti dall’oceano sotterraneo.

«I pennacchi di Encelado sono associati a regioni più calde così, dopo che Hubble ha ripreso per la seconda volta questi getti simili a geyser, abbiamo controllato la mappa termica di Galileo della zona del pennacchio scoprendo che corrisponde proprio con l’anomalia termica», ha detto William Sparks dello Space Telescope Science Institute di Baltimora, nel Maryland, che ha guidato le osservazioni.

La zona da cui Hubble ha osservato i possibili geyser (ellisse verde a sinistra) che corrisponde con le zone più calde rilevate dalla mappa termica basata sulle osservazioni della sonda Galileo (a destra). Il punto scuro al di sotto è un cratere e non sembra essere correlato né alla zona a più alta temperatura né all'uscita dei geyser. Credit: NASA/ESA/STScI/USGS

Due potrebbero essere gli scenari per spiegare tale interconnessione: l’acqua fuoriuscita da sotto la crosta ghiacciata potrebbe scaldare la superficie circostante, oppure l’acqua espulsa dai geyser ricadrebbe sulla luna come nebbiolina, modificando la struttura dei grani in superficie, i quali riuscirebbero a trattenere più calore rispetto al resto della zona.
Due ipotesi che il team sta cercando di approfondire continuando a utilizzare Hubble per monitorare Europa e trovare altri geyser candidati.

Forse, però, il contributo maggiore arriverà solo nei prossimi anni, quando la missione Europa Clipper sarà operativa:
Se ci sono geyser su Europa, come noi fortemente sospettiamo, con Europa Clipper saremo pronti a rilevarli!”, ha dichiarato Jim Green, direttore di Scienze planetarie della NASA.

L’identificazione di questo sito quindi, ottenuta dalle osservazioni di Hubble, fornisce un target interessante per la potente suite di strumentazione della nuova missione che viaggerà verso Europa. Ma l’apporto alla missione del team di Spark non si limita a questo, una parte dei co-autori dello studio, infatti, sta anche preparando una potente camera ultravioletta che viaggerà a bordo di Europa Clipper, e raccoglierà dati simili a quelli raccolti da Hubble, ma da una distanza ovviamente migliaia di volte più ravvicinata.

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Lo studio di W. Sparks et al.
La Release NASA: NASA Missions Provide New Insights into ‘Ocean Worlds’ in Our Solar System
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