Un'immagine in falsi colori di Encelado, che mette in evidenza le tiger stripes (in colore blu). Il polo nord è sulla destra dell'immagine. L'immagine è un mosaico formato da riprese di risoluzione da 67 metri per pixel a 350 metri per pixel, effettuate il 9 marzo e il 14 luglio del 2005, da una distanza da 11,100 a 61300 km dalla superficie della luna. Credit: NASA/JPL/Space Science Institute

Una delle più importanti scoperte effettuate dalla missione Cassini in orbita attorno a Saturno è sicuramente quella dei geyser che si staccano dal polo sud di Encelado, forse collegati al vasto oceano che si nasconde al di sotto della crosta ghiacciata che avvolge la luna. Ora, nuove analisi delle osservazioni alle microonde di questa regione rivelano che la temperatura a pochi metri di profondità è più elevata del previsto – una scoperta che potrebbe avere importanti implicazioni per quanto riguarda la potenziale abitabilità di questa straordinaria luna.

I geyser di vapore acqueo e ghiaccio osservati da Cassini si staccano da quattro fratture calde, note come “tiger stripes”, che solcano il polo sud di Encelado. Le nuove analisi si basano su dati raccolti durante un sorvolo avvenuto nel 2011.
«Durante quel flyby, abbiamo ottenuto le prime e purtroppo uniche osservazioni ad alta risoluzione del polo sud di Encelado alle microonde,» spiega Alice Le Gall del laboratorio LATMOS. «Queste osservazioni ci forniscono importanti dati sul sottosuolo di Encelado. Le analisi indicano che, entro i primi metri di profondità, le temperature, pur aggirandosi tra –220 e –210 gradi centigradi, sono comunque molto più calde del previsto: in alcuni punti, perfino 20 gradi più calde. Questa differenza non può essere solamente il risultato di una diversa illuminazione da parte del Sole o dell’influenza di Saturno».

Le osservazioni effettuate nell’infrarosso, limitate alla superficie, sono indicative di temperature molto più basse; secondo gli scienzati, dunque, lo strato caldo sarebbe avvolto da strati molto più freddi.

Il Polo Sud di Encelado. Al centro possiamo vedere alcune tiger stripes, quattro fratture "calde" individuate sulla superficie della luna ghiacciata da cui vengono emessi pennacchi di ghiaccio e vapore d'acqua salata. L'arco colorato mostra la fascia di superficie ripresa dal RADAR della Cassini, alla lunghezza d'onda di 2,2 cm. Le fasce di diverso colore indicano l'eccesso di calore rilevato: quelle più calde sono indicate dal colore giallo, come si vede in corrispondeza delle fratture della crosta. Copyright: NASA/JPL-Caltech/Space Science Institute; Acknowledgement: A. Lucas

Le osservazioni di Cassini hanno coperto un’area a forma di arco, lunga 500 chilometri, larga 25 km e situata 30-50 km a nord delle tiger stripes. Purtroppo, a causa della geometria del flyby, Cassini non ha potuto osservare le tiger stripes direttamente; tuttavia, la presenza di queste anomalie termiche indica che il fenomeno all’origine dei geyser potrebbe interessare una regione ben più vasta delle sole quattro fratture più evidenti.
«L’anomalia termica visibile alle microonde risulta molto evidente lungo tre fratture simili alle tiger stripes, ma da cui non sono ancora stati osservati geyser,» prosegue Le Gall. La presenza di queste fratture dormienti suggerisce che l’attività idrotermale di Encelado abbia avuto una natura episodica in passato, almeno a livello geografico.

Le analisi termiche suggeriscono che la crosta del polo sud di Encelado possa essere spessa solamente 2 chilometri. Questo nuovo risultato è in linea con uno studio risalente all’anno scorso, secondo cui lo spessore medio della crosta – circa 18-22 chilometri – si riduce notevolmente, fino a meno di 5 chilometri, in corrispondenza del polo sud.

Copyright: A. Le Gall et al. (2017); doi: 10.1038/s41550-017-0063

La sorgente del calore potrebbero essere le periodiche compressioni e deformazioni della luna dovute all’eccentricità del suo percorso orbitale attorno a Saturno. Avendo una crosta più sottile, il polo sud sarebbe più sensibile a queste variazioni di natura mareale.
«Questa scoperta apre nuove prospettive per far luce sulla presenza di condizioni abitabili sulle lune ghiacciate dei giganti gassosi,» spiega Nicolas Altobelli dell’ESA. «Se l’oceano sotterraneo di Encelado fosse davvero così vicino alla superficie come questo studio indica, una futura missione dotata di un radar in grado di penetrare il ghiaccio potrebbe essere in grado di rilevarlo».


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