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Il Paradosso di Olbers: un metodo per conoscere il numero di stelle che popolano l’Universo

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Conclusioni

Accettiamo adesso che l’ordine di grandezza trovato per il numero di stelle dell’Universo sia stato stimato correttamente dalle recenti indagini scientifiche. Ammettiamo anche che la stima fatta, utilizzando i rapporti parametrici applicati in fotografia, sia grosso modo corretta. Se tale numero risulta insufficiente a garantire una notte “solare” si potrebbe avanzare l’ipotesi che le cause ipotizzate per giustificare il paradosso di Olbers non sono necessarie e neanche influenti.

In realtà, anche nell’ipotesi che le due stime coincidessero perfettamente, bisogna considerare che se il numero di stelle calcolato non è sufficiente ciò dipende prevalentemente proprio dall’espansione dell’Universo che nel corso dei miliardi di anni ha rarefatto le sorgenti luminose relegando, peraltro, molte di esse oltre i confini dell’Universo visibile.

Qualche miliardo di anni fa il cielo notturno sulla Terra doveva essere abbastanza più luminoso di quanto non lo sia oggi per la presenza di un maggior numero di stelle visibili e per una minore distanza da esse. Una ulteriore diminuzione di luminosità è poi da considerare in riferimento all’andamento volumetrico della stessa, come sopra osservato.

In un futuro molto lontano, se la teoria dell’espansione dell’Universo manterrà la sua validità, i cieli notturni saranno ancor meno luminosi di quanto non lo siano adesso.