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Supernovae scoperte a gennaio 2014

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SN2014K in PGC24869 di Riccardo Mancini cliccare per ingrandire).
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Pubblichiamo il testo integrale della nota rubrica dedicata alle Supernovae curata da Fabio Briganti e Riccardo Mancini dell’Italian Supernovae Search Project e pubblicata su Coelum 179 di marzo, che per la quantità di interessanti scoperte e belle immagini è stato pubblicato solo in versione ridotta sulla rivista.
SN2014J in M82 ripresa da Marco Burali (Osservatorio MTM di Pistoia)

Come preannunciato lo scorso mese, iniziamo questa rubrica con il racconto della curiosa storia della scoperta della bella supernova in M82. Siamo a Londra. È il 21 gennaio 2014 e il professore universitario Steve J. Fossey, docente dell’University College, decide di effettuare una sessione pratica al telescopio di 35 cm, posto nell’Osservatorio dell’Università, per dimostrare a quattro suoi studenti l’utilizzo della camera CCD. Come target osservativo viene scelta la bella M82 ma, nel mostrare la galassia ai suoi studenti, Fossey si accorge della presenza di un oggetto anomalo: a 54″W e 21″S dal centro della galassia c’è infatti una nuova stella di mag. +11,7!
Ed è stato così che per un puro caso, per una di quelle fortuite circostanze che di rado capitano nella vita, il professor Fossey ha scoperto una delle supernovae più importanti, una di quelle che lasciano un segno: la SN 2014J è infatti la supernova più vicina a noi dopo quella esplosa nel 1987 nella Grande Nube di Magellano.

SN2014J in M82 di Sergio Bove (Astronomicalcentre)

La notizia si espande velocemente sul web e i telescopi di mezzo mondo vengono puntati sull’oggetto. Poche ore più tardi viene ripreso lo spettro che permette di classificare la supernova come di tipo Ia, scoperta circa due settimane prima del massimo di luminosità, luminosità che nei giorni seguenti aumenta fino a raggiungere la mag. +10,0/+10,5.

M82 – che con M81 forma una delle coppie più fotogeniche e bersagliate dagli astrofotografi – è una galassia irregolare, nota come “Galassia Sigaro” per la curiosa forma, posta prospetticamente nell’Orsa Maggiore; è una vicina della Via Lattea da cui dista infatti “solo” 12 milioni di anni luce circa (per approfondire ulteriormente vedi anche la notizia online nei giorni della scoperta e l’approfondimento di Giancarlo Cortini).


SN2014K in PGC24869 ripresa da Riccardo Mancini (cliccare per ingrandire).

Altra Ultima ora dello scorso mese, mentre molti appassionati puntavano i propri telescopi verso M82, il 22 gennaio Giancarlo Cortini metteva a segno la prima scoperta italiana del 2014 notando una stella di mag. +15,4 nella piccola galassia PGC 24869, anch’essa nell’Orsa Maggiore, appena 5° a ovest della coppia M81-M82. PGC2 4869 fa parte di un terzetto di piccole galassie ed al momento della scoperta la supernova, a cui è stata assegnata la sigla SN 2014K, appariva addirittura più luminosa della galassia ospite. Lo spettro ha permesso di classificarla di tipo Ia, scoperta ben 20 giorni dopo il massimo: ovvero non è stata notata per circa tre settimane ed infatti sono state individuate due pre-discovery del programma professionale MASTER Robotic Net russo. Una ottenuta dal MASTER-Tunka che aveva immortalato la supernova già l’11 gennaio e l’altra dal MASTER-Kislovodsk che l’aveva ripresa addirittura il 30 dicembre, quindi in prossimità del massimo di luminosità. Questo dimostra che i programmi automatici di acquisizione e controllo immagini non sono infallibili.


SN2014L in M99 di Marco Burali

Il mese di gennaio 2014 sarà però ricordato anche per un altro record. Il giorno 26 è stata infatti trovata una seconda supernova in una galassia Messier, ovvero la SN 2014L, esplosa in M99. Le galassie del catalogo Messier sono 40 e da quando è stato inventato il telescopio sono state solo 59 le supernova scoperte in queste belle e “vicine” galassie… possono passare degli anni senza che in una Messier ne venga scoperta una: due a distanza di solo 5 giorni è un evento davvero più unico che raro!

La scoperta della SN 2014L è stata assegnata al programma professionale cinese THU-NAOC Transient Survey (TNTS), che fa capo al National Astronomical Observatories of China ed alla prestigiosa Tsinghua University di Pechino. La luminosità della nuova stellina, che il 26 brillava di mag. +17,2, è aumentata nei giorni successivi fino a raggiungere il massimo nei primi giorni di febbraio intorno alla mag. +14,5. Lo spettro ha permesso di classificarla di tipo Ic, scoperta pochi giorni prima del massimo. Come per la SN 2014J in M82, anche la SN 2014L mostra nello spettro delle intense righe strette in assorbimento del doppietto di NA I dimostrando che luce della supernova è oscurata da polveri presenti sulla linea di vista.

L'immagine di luminanza è stata realizzata da Marco Burali all'osservatorio MTM con Takahashi FRC 300, ccd FLI 1001 e 120 minuti di posa, mentre il segnale RGB è stato richiesto in cortesia a Robert Gendler e ripreso al Misti Observatory.

Anche per questa importante supernova abbiamo una doppia pre-discovery del solito Koichi Itagaki con un’immagine ripresa nella notte della scoperta ed un’altra ottenuta due giorni prima, il 24 gennaio, con la supernova appena visibile intorno alla mag. +18. L’esperto giapponese (anni 66) sicuramente uno dei più importati ricercatori amatoriali di supernovae al mondo, è sempre in prima fila sulle scoperte dell’emisfero nord. Avrebbe potuto aggiudicarsi, nel giro di soli 5 giorni, la paternità della scoperta di queste due importanti supernovae in galassie Messier avendo su entrambe le primissime immagini di pre-discovery, ma purtroppo questa volta non è stato aiutato dalla fortuna. Un’altra pre-discovery è stata ottenuta dall’americano Greg Haider che aveva ripreso la galassia con la supernova la notte precedente alla scoperta.
M99 è una stupenda galassia a spirale distante circa 55 milioni di anni luce. Anche se posta nella costellazione della Chioma di Berenice, M99 è una delle galassie più brillanti della ammasso della Vergine. Possiede una curiosa particolarità: una strana asimmetria dei suoi bracci. In particolare il braccio ad Ovest è più aperto rispetto agli altri e questo potrebbe essere dovuto ad una collisione avvenuta in passato con un’altra galassia. Per osservarla conviene attendere la seconda parte della notte per avere la galassia ad una buona altezza sull’orizzonte. Questa supernova purtroppo è passata un po’ in secondo piano, anche se notevole, perché oscurata dall’importanza della supernova in M82. Se fosse esplosa in un altro periodo avrebbe invece riscosso un’attenzione molto maggiore. Per M99 è questa la quarta supernova conosciuta. In passato infatti la galassia aveva ospitato le SN 1986I, 1972Q e 1967H, tutte e tre di tipo II.


SN2014G in NGC3448 di Riccardo Mancini

Il mitico ricercatore del sol levante Koichi Itagaki in questo inizio 2014 non si è però limitato ad inanellare delle pre-discovery, ma è riuscito a mettere a segno anche due successi, raggiungendo l’invidiabile quota di 96 scoperte. La prima, la SN2014F, scoperta l’11 gennaio nella galassia NGC6667 ed una seconda molto interessante e luminosa degna di un approfondimento. Si tratta della SN2014G individuata nella notte del 14 gennaio nella galassia irregolare NGC3448 che fa parte del catalogo ARP al numero 205 e posta nella costellazione dell’Orsa Maggiore a circa 80 milioni di anni luce, a meno di 3° dalla bella galassia M108. Itagaki deve dividere questa scoperta con l’americano Patrick Wiggins che aveva individuato la supernova nella stessa notte, ottenendo la sua prima scoperta. L’oggetto appare subito luminoso (mag.+15,4) e nei giorni seguenti aumenta ulteriormente la luminosità fino a raggiungere a fine gennaio la notevole mag. +14. Grazie allo spettro ripreso da Asiago il 15 gennaio con il telescopio Galileo da 1,22 metri viene evidenziato che si tratta di una supernova di tipo IIn scoperta appena dopo l’esplosione. Nello spettro sono però evidenti delle forti ed inusuali linee di assorbimento del He I e He II. Viene perciò ripreso nuovamente il 18 febbraio in Estonia dal Tartu Observatory con il telescopio da 1,5 metri ed il 25 Febbraio dagli Stati Uniti con il Multiple Mirror Telescope da 6,5 metri, permettendo di correggere la classificazione dell’oggetto in una rara supernova di tipo II L.