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Nuova generazione di sistemi di misura laser sulla Luna

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Il Lunar Laser Ranging Experiment (LLRE) di Apollo 11. Credit: NASA
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Il Lunar Laser Ranging Experiment (LLRE) portato sulla Luna dalla missione Apollo 11. Credit: NASA

L’accordo “MoonLIGHT” prevede che gli strumenti vengano portati nelle prime quattro missioni di Moon Express e usati insieme ai retroriflettori dell’Apollo Cube Corner (CCR) per verificare i principi della teoria della relatività generale di Einstein, per accrescere il bagaglio di conoscenze scientifiche sulla Luna, ed incrementare la precisione della mappatura lunare a supporto delle future missioni di allunaggio dell’azienda americana.

Il retroriflettore di 2a generazione sviluppato dai LNF e Università del Maryland (sinistra) a confronto con un reflettore di 1a generazione (destra) usato durante le missioni Apollo. Credit: INFN-LNF

L’annuncio è stato dato venerdì 15 maggio a Frascati dopo l’European Lunar Symposium, durante una seduta sulla Global Exploration Roadmap dell’International Space Exploration Coordination Group (ISECG), di fronte ai dirigenti delle principali agenzie spaziali e scienziati lunari provenienti da tutto il mondo.

“La nostra nuova generazione di sistemi di misura laser offre un modo promettente per testare la relatività generale ed altre teorie sulla gravità”, ha dichiarato il professor Doug Currie. “L’accordo con Moon Express ci permetterà di portare i nostri strumenti sulla Luna ad un costo competitivo e, potenzialmente, di rivoluzionare le nostre conoscenze sulla gravità”. Il professor Currie, dell’Università del Maryland, è stato il Principal Scientist responsabile per il sistema di retroriflettori laser posizionato sulla Luna durante le missioni Apollo, che hanno dimostrato per la prima volta l’uso di riflettori lunari in cosmologia.

“Questi test scavano nei principi fondanti della relatività generale”, ha dichiarato Simone Dell’Agnello dei Laboratori Nazionali di Frascati. “Qualunque violazione osservata richiederà una pesante revisione delle nostre conoscenze teoriche su come funziona l’universo”. I Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) sono parte dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), e collaborano allo sviluppo degli strumenti di MoonLIGHT.

Oltre a INFN-LNF, altri partner italiani di MoonLIGHT sono l’MLRO (Matera Laser Ranging Observatory) del Centro di Geodesia Spaziale ASI di Matera, e l’Università di Padova. Lo sforzo congiunto ha prodotto il progetto, l’analisi, le simulazioni termiche e ottiche, la fabbricazione e il collaudo del prototipo della strumentazione che volerà a bordo del lander lunare Moon Express MX-1, con una prima missione di dimostrazione tecnologica pianificata per il 2017.

“Gli strumenti MoonLIGHT sono un payload bellissimo per noi”, ha dichiarato Bob Richards, co-fondatore e amministratore delegato di Moon Express. “È incredibile pensare che Moon Express possa aiutare a risolvere questioni scientifiche fondamentali di cosmologia e allo stesso tempo aumentare le nostre conoscenze sulla Luna che aiuteranno le nostre missioni future con questa serie di strumenti eleganti e relativamente a basso costo”.

Moon Express contribuirà con 12 milioni di dollari al costo complessivo dell’accordo di 24 milioni di dollari spalmati sulle quattro missioni, rinforzando il valore di un forte approccio di condivisione dei costi tra pubblico e privato nell’esplorazione lunare. “Stiamo facendo questo investimento per supportare i nostri clienti e contribuire alla scienza fondamentale della Luna e del nostro universo”, ha dichiarato Naveen Jain, co-fondatore e presidente di Moon Express. “La costruzione di una rete di retroriflettori laser di nuova generazione sulla Luna è anche un ottimo investimento in infrastruttura lunare per le nostre missioni future”.

Moon Express ha cominciato i test di volo del lander MTV-1 presso il Kennedy Space Center a dicembre del 2014. L’azienda ha recentemente annunciato un accordo con Space Florida per la gestione della storica rampa di lancio SLC-36 di Cape Canaveral.

Fonte: Moon Express

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