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Test Rifrattore Takahashi TOA-130

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Sono prodotte due versioni di TOA-130, versione “F” con focheggiatore largo dal diametro di 4” ed un cerchio utile d’immagine pari a 92mm, e la versione “S” con focheggiatore da 2.7”, un cerchio d’immagine di 40mm e campo da 2.3°, che permette la fotografia a fuoco diretto sul 35mm.
Ho preferito la versione “S” perché non ho esigenze di riprese fotografiche sul formato 6×7.

Ho ricevuto il tubo, fornito del solo adattatore per oculari/accessori, in un doppio imballo di cartone. Una volta aperto, la prima cosa che mi ha colpito è stata la bellezza e l’eleganza della verniciatura bianca; il tubo ha un design classico e di ottima estetica, ma piuttosto voluminoso; appare meno adatto al trasporto rispetto al Pentax 125 SDP ed all’Astro Physics 130 EDFS, i quali sono caratterizzati anche da una verniciatura rugosa e più resistente ai graffi.
Fin dal primo contatto visivo è emersa subito la particolare cura nella realizzazione: tubo lungo 1015mm con focheggiatore retratto e senza accessori, diametro pari a 156mm, peso di 10.5Kg (la versione “F” pesa 11.4Kg), paraluce largo 179mm che si estrae per 160mm. La massa del tubo è notevole, si consideri che pesa circa 3Kg più del predecessore FS128 e 2Kg più della media dei concorrenti.
Anche le dimensioni sono imponenti, ma sono giustificate dalla lunga focale di 1000mm. Tali ingombri mettono a dura prova la mia montatura SkyWatcher Eq6 Pro, soprattutto durante le riprese fotografiche e la focheggiatura ad alti ingrandimenti. Per ridurre le vibrazioni ho sostituito la barra del contrappeso con una spessa 3cm (l’originale è spessa solo 1,8cm) ed ho applicato la slitta della coda di rondine più larga dell’originale e lunga 23 cm. Credo comunque che la montatura più adatta per questa ottica sia della classe Bellincioni Omega e della Takahashi EM200.

Coelum Astronomia - Takahashi TOA-130 - Lente Frontale
Takahashi TOA-130 - La Lente Frontale

La lente frontale è protetta da un tappo a pressione e dalla bella cella, quest’ultima incastona l’ottica con ben 18 viti. Personalmente avrei preferito un tappo con inserimento a vite e foro centrale per diaframmare a 10cm. La particolare intubazione della cella garantisce un’ottima protezione del sistema ottico – meccanico da scossoni che si possono subire durante il trasporto e permette all’ottica di raggiungere velocemente l’equilibrio termico al variare della temperatura esterna. Non ho mai avuto problemi di condensa e appannamenti.

L’interno del tubo è perfettamente opacizzato ed annerito con diaframmi dai bordi taglienti alternati a numerosi micro diaframmi. Le tre lenti sono spaziate in aria e divise in tre gruppi; fra i due crown è posizionata una lente ED (S-FPL53), come nell’Astro Physics 130 EDFS, le cui lenti sono spaziate in olio.
Il tripletto ha ben sei trattamenti multistrato per assicurare il maggior contrasto possibile. La perdita di luce dichiarata è solo del 0.5% su ogni superficie trattata, contro il quasi 2% su ogni superficie dei sistemi spaziati ad olio. Inoltre la manutenzione è inferiore a quella richiesta da questi ultimi, dato che non c’è la presenza dell’olio che potrebbe fuoriuscire o diventare torbido con il passare del tempo. Osservando l’obiettivo dall’esterno, si nota l’uniformità nella trasparenza ed i trattamenti multistrato appaiono molto efficienti. La lente esterna appare priva di bolle, di striature e degli anelli di Newton.