M1 Nebulosa del Granchio

di Pasquale Campus inserita il 12 Gennaio 2020

M1 Nebulosa del Granchio

La Nebulosa Granchio (nota anche con le sigle di catalogo
M1 e NGC 1952) è un resto di supernova visibile nella costellazione del Toro. Scoperta nel 1731 da John Bevis, la nebulosa è il primo oggetto del catalogo di oggetti astronomici pubblicato da Charles Messier nel 1774.

La nebulosa, oggi vasta più di sei anni luce, è formata dai gas in espansione espulsi durante l’esplosione della Supernova 1054; i gas si stanno espandendo alla velocità di 1 500 km/s e possiedono una massa totale di circa (4,6 ± 1,8) M⊙.

La supernova che la produsse fu osservata per la prima volta il 4 luglio 1054 e venne registrata dagli astronomi cinesi e arabi dell’epoca; la sua luminosità era tale che la magnitudine apparente dell’evento fu compresa tra −7 e −4,5,[5] tale da renderla visibile ad occhio nudo durante il giorno, sorpassando la luminosità apparente di Venere. La Nebulosa Granchio si trova a circa 6 500 al dal sistema solare; perciò l’evento che l’ha prodotta è in realtà avvenuto 6 500 anni prima del 1054, cioè circa nel 5400 a.C.
Nell’opera Sung-hiu-yao ("Elementi essenziali della storia Sung") si legge:

«27 agosto 1054.
Yang Wei-te dice: "Osservo umilmente una stella ospite, che è apparsa in queste notti; al di sopra di essa c’è un debole scintillio di colore giallo".»

Da altre cronache è noto che questa "stella ospite" brillava probabilmente quanto la Luna piena e che scomparve nell’aprile del 1056; gli astronomi dell’epoca riferiscono che la "nuova stella" fu visibile durante il giorno per 23 giorni consecutivi e permase nel cielo notturno per altri 653 giorni consecutivi (quasi due anni).
Al centro della nebulosa si trova la pulsar del Granchio (nota anche come PSR B0531+21), una stella di neutroni con un diametro di circa 28-30 chilometri, scoperta nel 1968: fu la prima osservazione di un’associazione tra pulsar e resti di supernova, una scoperta fondamentale per l’interpretazione delle pulsar come stelle di neutroni.[6]
(Wikipedia)

DATI DI RIPRESA:

Telescopio: Skywatcher Esprit 100/550 su Montatura: Skywatcher Neq6 pro
Camera: Zwo Asi 1600 mm pro, filtri Baader Planetarium
Guida: Rifrattore 70/400 SharpGuide con Zwo Asi 120 mini monocromatica

HA (idrogeno) 24×600" Roma
OIII (Ossigeno 3) 18×600" Monteromano
LRGB: 8×300" per canale (Monteromano)

fusione su 2 livelli della nebulosa in bicolor (narrow band) su fondo di stelle in LRGB.
51 bias, 31 dark, 25 flat per canale
Bin 1
Acquisizione: Sequence Generator Pro

Autoguida: PHD2

Elaborazione:
Pixinsight e Photoshop
Roma e
Lasco di Picio (Monteromano) area osservativa GrAG.