Teddy Bear Nebula – NGC 7822
di Nicola Amoruso inserita il 24 Settembre 2025
Teddy Bear Nebula (NGC 7822) Questa è l’immagine della nebulosa a emissione NGC 7822, nota come Teddy Bear, è stata realizzata nelle notti del 19 e 20 settembre durante il IV Star Party del Meridione organizzato dal Gruppo Astrofili del Salento a Stigliano (MT). La distanza di NGC 7822 è stimata tra 2.800 e 3.200 anni luce, con un’estensione complessiva di alcune centinaia di parsec nel campo largo. Teddy Bear è un giovane ma già turbolento complesso di formazione stellare che include la regione Sharpless 171 e l’ammasso Berkeley 59, visibile nella parte centrale. Proprio in Be 59 si trovano stelle massicce, tra cui un sistema binario con una componente di tipo O molto calda: è questa la principale sorgente di radiazione ultravioletta, responsabile dell’ionizzazione del gas e della formazione dei pilastri e dei bordi luminosi, noti come “bright rims”, che caratterizzano la nebulosa. Una peculiarità della regione è la presenza di strutture filamentose, i cosiddetti elephant trunks, che mostrano torsioni ed elementi elicoidali probabilmente legati ai campi magnetici e ai flussi di gas. Studi recenti hanno inoltre individuato gusci in espansione attorno a Be 59, interpretati come bolle scavate dai venti stellari, capaci di innescare nuova formazione stellare nelle zone periferiche. Alcune morfologie ricordano quelle tipiche dei resti di supernova, ma al momento non ci sono conferme di esplosioni passate. Dal punto di vista spettrale, la distribuzione dell’ossigeno doppiamente ionizzato ([O III]) è limitata a piccole zone vicine alle stelle ionizzanti e ai margini interni delle cavità, mentre l’idrogeno Hα si diffonde in tutta la nube. Questo dettaglio mi è stato molto utile durante l’elaborazione. L’immagine è stata ottenuta mediando 15 ore di segnale acquisito con diversi tempi di esposizione compresi tra 180s, 300s e 600s. Questa diversificazione nella ripresa è stata dettata dalla necessità di adattare il tempo di esposizione in funzione del vento che ha caratterizzato le due notti di ripresa. Come strumentazione ho usato l’astrografo SkyWatcher 150P quattro ridotto a 520mm equipaggiato con camera zwo asi 294 mc pro raffreddata a -5°C e filtro Optolong L-Para da 10nm. Nicola Amoruso – Gruppo Astrofili del Salento












