E’ grazie a riprese come queste, ottenute dalla missione STEREO della NASA che chi scienziati sono riusciti a ridefinire l’estensione della corona, lo strato più esterno che compone l’atmosfera solare. Crediti: NASA/STEREO
E’ grazie a riprese come queste, ottenute dalla missione STEREO della NASA che gli scienziati sono riusciti a ridefinire l’estensione della corona, lo strato più esterno che compone l’atmosfera solare. Crediti: NASA/STEREO
PIU’ ESTESA DI QUANTO NOTO FINORA
La corona solare, ovvero la porzione più esterna dell’atmosfera che avvolge la nostra stella, è molto più estesa di quanto finora ritenuto. Grazie alle osservazioni della missione STEREO della NASA gli scienziati sono riusciti a determinarne i nuovi confini, che ora sono stati fissati alla considerevole distanza di otto milioni di chilometri dalla superficie del Sole.
Questi risultati, pubblicati in un articolo sulla rivista The Astrophysical Journal, contribuiscono a definire il limite interno dell’eliosfera, la bolla di plasma generata dal vento solare che ingloba la Terra e gli altri pianeti , tracciando l’estensione del Sistema solare nella sua interezza.
“Abbiamo monitorato la propagazione di onde di tipo sonoro nelle zone più esterne della corona e le abbiamo usate per mappare la struttura della tenue atmosfera solare” spiega Craig DeForest, ricercatore del Southwest Research Institute di Boulder, negli Stati Uniti, primo autore della ricerca. “Non possiamo ascoltare i suoni direttamente nello spazio vuoto, ma tramite accurate analisi abbiamo seguito le loro oscillazioni mentre attraversano la corona”.
Le onde osservate dai ricercatori sono di tipo magnetosonico (o di Alfvén), un incrocio tra quelle sonore e quelle magnetiche. A differenza delle onde sonore sulla Terra, che oscillano diverse centinaia o migliaia di volte al secondo, le onde magnetosoniche identificate con le osservazioni di STEREO sono molto più ‘pigre’: impiegano infatti ben quattro ore per compiere una sola oscillazione e si propagano all’interno di materiale solare connesso direttamente alla nostra stella fino alla distanza di otto milioni di chilometri. Oltre questo limite, le propaggini dell’atmosfera solare si staccano definitivamente e si propagano nello spazio interplanetario in un flusso costante, ovvero il vento solare.
Per saperne di più:
l’articoloInbound waves in the solar corona: a direct indicator of alfvén surface location di C. E. DeForest, T. A. Howard, e D. J. McComas pubblicato sulla rivista The astrophysical Journal
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