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Lo spettacolo di Giove all’infrarosso

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Questa immagine a falsi colori è stata prodotta selezionando e combinando le migliori tra le moltissime esposizioni brevi di VISIR ottenute a una lunghezza d'onda di 5 micron. Crediti: ESO/L. Fletcher
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Questa immagine a falsi colori è stata prodotta selezionando e combinando le migliori tra le moltissime esposizioni brevi di VISIR ottenute a una lunghezza d'onda di 5 micron. Crediti: ESO/L. Fletcher

Tra qualche giorno la sonda della NASA Juno raggiungerà Giove, dopo quasi 5 anni di viaggio e circa 3 miliardi di chilometri percorsi. Allora la missione entrerà nel vivo ed il pianeta potrà finalmente essere studiato senza le limitazioni tipiche degli strumenti di osservazione terrestri.

Da Terra, tuttavia, il lavoro di osservazione di Giove continua ugualmente, soprattutto per consentire di raccogliere quanti più dati possibili anche per indirizzare il lavoro della sonda, una volta raggiunto il pianeta. Nell’ambito di questa attività, si sta procedendo principalmente con l’osservazione infrarossa, a lunghezze d’onda differenti, al fine di ottenere immagini per la creazione di mappe tridimensionali ad alta risoluzione e migliorare, dunque, quanto più possibile, la conoscenza dell’atmosfera del gigante gassoso, prima dell’arrivo di Juno.

Immagini davvero spettacolari, ottenute di recente con lo spettrometro VISIR installato al VLT (Very Large Telescope) dell’ESO, che saranno presentate da un’equipe guidata da Leigh Fletcher dell’Università di Leicetster nel Regno Unito, durante l’incontro nazionale di astronomia della Royal Astronomical Society del Regno Unito che si sta svolgendo a Nottingham.

Particolare è anche la tecnica di produzione delle immagini finali utilizzata dai ricercatori e nota come “lucky imaginig” (immagini fortunate): lo spettrografo raccoglie migliaia di immagini di altrettante inquadrature, con un’esposizione molto breve, e solo quelle migliori o appunto “fortunate”, ossia non disturbate dalla turbolenza della nostra atmosfera, vengono conservate ed utilizzate per la combinazione e l’allineamento che darà vita alle splendide immagini finali come questa, recentissima.
Insomma, attendiamo con ansia il grande lavoro che farà Juno, ma qui a Terra si è compiuto, si compie e si compirà un lavoro osservativo non certo da meno e di sicure soddisfazioni.

Fonte: ESO


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