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Hubble e le sette sorelle

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I rombi colorati identificano la posizione delle sette galassie individuate da Hubble e i relativi redshift. In alto le immagini ingrandite dei sette oggetti (NASA, ESA, R. Ellis - Caltech, HUDF 2012 Team)

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Un’intera cucciolata di galassie giovanissime, la cui luce arriva a noi dalla notte dei tempi, da quando l’Universo aveva appena 600 milioni di anni. Per scovarle, Richard Ellis e RossMcLure (rispettivamente del California Institute of Technology e dell’Università di Edinburgo) hanno usato la Wide Field Camera 3 dello Hubble Space Telescope, “addestrata” a concentrarsi su una limitata porzione di cielo chiamata Hubble Ultra Deep Field. Hanno così ottenuto una visione straordinariamente profonda dell’Universo nella banda di frequenza del vicino infrarosso. Lì hanno fatto un vero e proprio censimento delle galassie nell’Universo primordiale, confermando e al contrario escludendo dal conto alcuni oggetti che in passato altri ricercatori avevano indicato come possibili galassie distanti. E soprattutto, hanno trovato sei galassie in precedenza sconosciute, tutte con un redshift (uno spostamento verso il rosso delle righe spettrali causato dall’effetto Doppler) superiore a 8, che significa che si sono formate più di 13 miliardi di anni fa.

A queste si aggiunge una galassia già intravista in passato dai ricercatori, ma ora confermata definitivamente da Hubble, e che potrebbe meritarsi (o meglio riprendersi) il titolo di galassia più antica e distante mai osservata. Si tratta di UDFj-39546284. Finora le veniva attribuito un redshift di 10, ed era stata per un certo tempo considerata la nonna della galassie finché un’altra più distante non le aveva soffiato il record. Ora però i nuovi calcoli le attribuiscono un redshift di 11,9, che corrisponde a una distanza di 13,9 miliardi di anni luce e che la riporta decisamente in testa.

Uno dei principali obbiettivi di questo tipo di osservazioni è capire quanto rapidamente il numero di galassie esistenti sia aumentato durante le prime fasi di vita dell’Universo. Misura che a sua volta dipende da quanto rapidamente quelle galassie formavano le stelle che le compongono. “La scoperta di una popolazione significativa di galassie a redshift superiore a 8, abbinata alla nuova analisi del numero e proprietà di altre a redshift tra 7 e 8, avvalora l’idea che le galassie si siano formate in modo regolare nel corso del tempo” spiega McLure. Man mano che si va indietro nel tempo e ci si avvicina al Big Bang cioè, il numero di galassie scende, ma in modo regolare e senza scalini bruschi.

Lo studio, presentato ieri presso la NASA, sarà presto pubblicato su Astrophysical Journal Letters.

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L’immagine HST è disponibile anche a piena risoluzione (13,6 MB) o nella versione zoomabile

La release HST Hubble census finds galaxies at redshifts 9 to 12″