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La Costellazione del CANE MINORE

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Procione
La calda luce di Procione in Cane Minore. 2 miliardi di anni di età, 11 anni luce dalla Terra. Telescopio Remoto UAI (ASTRA #2, Newton, 800 mm f/4 & SBIG ST10XME su Avalon M uno, Castiglione del Lago, PG). Giorgio Bianciardi.
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Inizia il nuovo anno. Gennaio è il mese della contemplazione e dell’attesa

Tra i sentieri celesti del mese di gennaio incontriamo il Cacciatore Orione, i suoi Cani da Caccia e una moltitudine di stelle a rischiarare le notti gelide dell’inverno.

La Costellazione del CANE MINORE NEL CIELO INVERNALE

Costellazione del cane minore

Tra le Costellazioni da osservare ne mese di gennaio c’è anche quella del Cane Minore, che fa parte delle figure astronomiche al seguito della costellazione di Orione.

Si tratta di un piccolo oggetto composto da pochi astri, ovvero dalla sua stella alfa, Procione, da Gomeisa (β Canis Minoris) e da γ Canis Minori.

Le Stelle della Costellazione del Cane Minore

α Canis Minori è una stella binaria, posta a 11 anni luce da noi, il che ne fa una stella molto brillante proprio per la sua vicinanza: il sistema è composto dalla stella bianco-gialla Procione A e da una debole nana bianca, Procione B.

Procione è l’ottava stella più luminosa del cielo notturno, con una magnitudine apparente di +0,38.

Insieme a Sirio (Cane Maggiore) e a Betelgeuse(Orione), Procione rappresenta uno dei tre vertici dell’asterismo del Triangolo Invernale.

Trattandosi di una costellazione molto piccola, quella del Cane Minore non contiene molti oggetti del profondo cielo: tuttavia si segnala la galassia a spirale NGC 2485, un oggetto la cui individuazione è molto ardua.

La Costellazione del CANE MINORE NELLA MITOLOGIA

Secondo una versione della mitologia greca il Cane Minore rappresenta uno dei due cani da caccia di Orione: tuttavia ci sono altre leggende che collocano il Cane Minore nella figura  di Mera, il fedele cane di Icario, un contadino dell’Attica che ospitò il dio Dioniso, che in segno di gratitudine gli insegnò la coltivazione della vite e l’arte di produrre il vino.

Secondo Igino, Icario spillò il vino da una botte e lo offrì ad alcuni pastori, i quali ne bevvero in grandi quantità: travolti dallo stato di ubriachezza, i pastori credettero di essere stati avvelenati e, ormai fuori controllo, si scagliarono contro il povero Icario, uccidendolo.

Il cane di Icario, Mera, avendo assistito a quella barbarie, corse ululando disperatamente dalla figlia del suo padrone, Erigone, aggrappandosi alle sue vesti e conducendola dal padre, ormai esanime.

Giunta sul posto Erigone non poté reggere a quel dolore e si tolse la vita.

Il cane, ormai solo, si lasciò morire sulla tomba del suo padrone; Zeus, padre degli dei, decise allora di omaggiare i protagonisti di quella sfortunata vicenda, ponendoli tra le stelle, raffigurando così Icario con la costellazione del Boote, Erigone con quella della Vergine e Mera con fedele il Cane Minore.