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HESSDALEN 2003 – Luci misteriose in Norvegia

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Alberi di Hessdalen
Alberi di Hessdalen

Gli alberi sono muti testimoni del clima e dei fatti che succedono nelle aree dove questi vivono. Indagando il legno, e gli anelli di accrescimento si possono ottenere molte informazione su ciò che è accaduto nel tempo, come gli esempi degli alberi di Tunguska o di Chernobyl insegnano.
Ho potuto analizzare 3 alberi provenienti dalla vallata di Hessdalen: 2 abeti rossi ed una betulla. Gli alberi specialmente le conifere mostrano una anomalia nella crescita, in corrispondenza dell’anno 1985 probabilmente riconducibile ad un forte abbassamento della temperatura, rilevabile anche in Italia. Ricordo che anche a Bologna si raggiunsero i –20°C. L’anello 1985 è molto esiguo e soprattutto è ristretta la parte scura dell’anello formata dal legno tardivo o autunnale. Si notano anche diversi canali resiniferi, segno di una sofferenza della pianta.
Ho potuto inoltre analizzare mediante uno scintillatore al Germanio del Dipartimento di Chimica dell’Università di Bologna la quantità dell’isotopo Cesio 137. Dopo circa 20 ore di conteggio, su di un campione di circa 315 grammi di legno di abete rosso, è apparsa una distinta quantità di Cesio mostrata da un chiaro picco nel conteggio. Comunque le tracce rilevate sono compatibili con il “fallout” dovuto alla catastrofe della centrale nucleare di Chernobyl. Anche gli alberi di tutto il territorio italiano e forse europeo mostrano tracce di cesio, cosa non rilevabile se si prendono in considerazioni legni antichi. La radioattività riscontrabile negli alberi, meriterebbe tutto un discorso a parte, perché a causa dei vari esperimenti nucleari eseguiti in passato, molto probabilmente tutti gli alberi viventi, di tutta la Terra, mostrano tracce di Cesio 137.
In conclusione posso dire che dall’analisi degli anelli di accrescimento e dalla radioattività degli alberi di Hessdalen non si rilevano anomalie particolari.
Per quanto riguarda il bosco nel suo insieme ricordo che sono stato testimone di una sorta di “fuoco fatuo” e cioè dalla nota posizione denominata “Vista Point” 62° 50’ 04” Nord e 11° 50’ 08” Est ho potuto osservare la sera del 24 settembre verso mezzanotte una debole luminosità ( per intenderci, simile la luce proveniente dalla Galassia di Andromeda se vista occhio nudo da un posto buio) fosforescente blu scuro, quasi nera, che si sprigionava a circa un metro di altezza ad una distanza di circa 100 metri di fronte a me, nel bosco. Questo debole fenomeno della durata di pochi secondi si è ripetuto, affievolendosi, in 2 tempi successivi per un totale complessivo di circa 6/8 secondi. Dopo alcune riflessioni ritengo che fosse una emanazione del terreno ricco di muschi, licheni, foglie, ecc., cioè materiale organico in decomposizione. La fosfina (PH3), che notoriamente si forma normalmente durante la decomposizione del materiale organico, a contatto con l’aria diventa naturalmente fosforescente. Forse le tradizioni nordiche degli gnomi e dei folletti dei boschi, hanno questa base.