Focus su Mercurio

La ricerca di vita su altri mondi porta inevitabilmente al concetto di abitabilità, ovvero qual è la capacità di un pianeta o di sue particolari regioni a sostenere l’attività biologica di un organismo vivente.

Oggi sappiamo che la vita sulla Terra conosce pochi limiti.

È presente in quasi tutti gli ambienti anche i più estremi, dai più caldi come la solfatara dei Campi Flegrei sino ai ghiacciai dell’Antartide, dagli ambienti estremamente acidi come il lago artificiale Rio Tinto in Spagna a quelli aridi del deserto di Atacama in Cile.

Non è chiaro se la Terra alle origini somigliasse di più a qualcuno di questi ambienti, tant’è che ancora oggi, dopo decine di anni in cui si sono esplorate le vie che la chimica può aver intrapreso prima che la vita comparisse, continuano ad esserci accesi dibattiti nella comunità scientifica su quale fosse l’ambiente ideale dove la vita ha fatto la sua comparsa.
Se da una parte non si conoscono ancora i percorsi chimici più plausibili attivi nella Terra primitiva, dall’altra gli studi hanno evidenziato quali debbano essere le caratteristiche ambientali globali presenti nel nostro pianeta e le condizioni particolari, specifiche di certe aree geografiche che potrebbero rivelarsi i modelli geochimici da seguire quando cerchiamo la vita su altri pianeti.

Un prerequisito essenziale per la vita è la presenza di acqua.

Sappiamo infatti che la vita utilizza l’acqua come solvente. Ma un pianeta come Mercurio, cosi vicino al Sole con temperature superficiali che possono superare i 400 °C può avere acqua?

L’Articolo completo è disponibile su COELUM ASTRONOMIA N° 254 FEBBRAIO MARZO 2022.

➡➡➡➡➡   Acquista la tua copia ora! ⬅⬅⬅⬅⬅ 

EDIZIONE LIMITA SOLO POCHE COPIE DISPONIBILI!