Home Blog Pagina 3

Star Party 3 agosto Forca Canapine

0

Amanti delle stelle e dell’astronomia, segnatevi questa data sul calendario! Il 3 agosto ci ritroveremo presso il Rifugio Colle le Cese a Forca Canapine per una notte di osservazioni stellari, foto mozzafiato e tanto divertimento sotto le stelle.

Data: 3 agosto

Orario: dalle 16:00 in poi

Luogo: Rifugio Colle le Cese, Forca Canapine

Non perdere questa occasione unica per esplorare il cielo notturno insieme a esperti e appassionati. Porta il tuo telescopio, la tua macchina fotografica, o semplicemente la tua curiosità!

Il programma si arricchisce giorno per giorno e così siamo lieti di annunciare la partecipazione di alcuni fra gli astrofotografi più notevoli del territorio italiano. Tra gli ospiti d’eccezione del prossimo Star Party, che si terrà il 3 agosto 2024 presso l’ex rifugio Colle Le Cese, avremo due rinomati astrofotografi italiani: Alessandro Ravagnin e Andrea Bertocco.

Alessandro Ravagnin è ingegnere delle telecomunicazioni e autore di Coelum Astronomia con una passione profonda per l’astronomia e l’astrofotografia. Alessandro ha iniziato il suo viaggio nell’astronomia a 14 anni, trasformando col tempo il suo giardino in un osservatorio astronomico all’avanguardia. Fondatore del gruppo ShaRA, ha portato il team ha ottenere riconoscimenti internazionali e a partecipare a prestigiosi concorsi, arrivando fino alla finale dell’Astronomy Photographer of the Year 2024 organizzata dal Royal Museums Greenwich.

Andrea Bertocco ha iniziato la sua avventura astronomica all’età di sei anni, osservando la Luna e Giove. Con una formazione radicata nel Circolo Astrofili di Mestre, ha dedicato anni all’osservazione delle stelle variabili e alla pubblicazione di articoli scientifici. Andrea è noto per la sua capacità di combinare passione e praticità, mantenendo sempre viva la sua curiosità e dedizione. Capo dei T-Rex e membro fondatore del Team ShaRA, continua a ispirare con la sua instancabile attività.

Inoltre per questa speciale occasione, Astro Aldo Aldo Zanetti, responsabile del settore fotografia deepsky della UAI condividerà con noi la sua prima esperienza a Colle Le Cese e ci mostrerà il suo splendido scatto della Ghost Nebula.

Ghost Nebula di Aldo Zanetti

“Era parecchio tempo che volevo fare una buona ripresa di SH2-136, meglio conosciuta come la Ghost Nebula. Ero arrivato ad accumulare oltre 50 ore sotto il cielo della pianura padana, ma le luci che mi circondavano di Modena, Sassuolo, Rubiera introducevano gradienti difficilmente compatibili con la parte a riflessione della nebulosa. A luglio di due anni fa decisi di provare sotto un cielo più favorevole, e la scelta cadde su Forca Canapine, che numerosi amici astrofotografi mi avevano raccomandato per lo splendido cielo. Arrivai dopo un viaggio di 4 ore e mezzo di macchina, giusto in tempo per montare il setup e cominciare le riprese. Usavo un APO Askar FRA 600 a f/5.6 e una camera ASI2600MC, e cominciai a scattare a 300 secondi, con un gain di 150 e in bin 1. Uso ASIair per la guida, quindi controllato che tutto funzionasse a dovere mi gustai per un po’ un cielo che prometteva davvero bene, e vinto dalla stanchezza andai a riposare. La mattina dopo avevo 45 frame da integrare per cominciare a capire come procedere. Quando Pixinsight mi restituì l’immagine dopo la ripulitura del background per un po’ non riuscivo a crederci, poi proruppi in un grido di entusiasmo che risvegliò bruscamente gli amici che mi accompagnavano e che si fecero poi pagare la colazione per quello: avevo davanti agli occhi un’immagine fantastica, ricca di segnale come mai mi sarei aspettato! Non era neppure necessario fare altre notti di riprese, tanto forte era il segnale, ed infatti la notte dopo feci uno splendido Anello del Cigno, in due pannelli con la Velo e tutta la struttura circolare. Da allora sono un sostenitore acceso del cielo di Forca Canapine, ci vado per tutte le lune nuove che promettono un buon meteo, e mi ha fatto molto piacere quando per la luna nuova di maggio 2024 eravamo in 16 telescopi a fare foto da là”

Non perdete l’opportunità di conoscere Astro Aldo e di ammirare il suo straordinario lavoro. Vi aspettiamo!

Anche Coelum Astronomia sosterrà l’iniziativa, parteciperà all’evento la direttrice Molisella Lattanzi che interverrà presentando il progetto editoriale e raccontando la passione per la divulgazione e per arrivare alle stelle esistano tante strade!

Per l’occasione a tutti i partecipanti sarà consegnato in omaggio uno splendido poster 50×70 cm su carta lucida con soggetti deepsky.

La Nebulosa Testa di Cavallo
La Nebulosa Testa di Cavallo
The Iris Nebula
The Iris Nebula

La Magia del Punto Osservativo di Forca Canapine

Il punto osservativo di Forca Canapine, situato tra Umbria e Marche, è uno dei luoghi più suggestivi e affascinanti per l’osservazione astronomica in Italia. La sua storia è strettamente legata alla bellezza naturale dei Monti Sibillini e alla passione per l’astronomia di molti astrofili locali e non.

Colle Le Cese e la Via Lattea. Crediti Saverio Ferretti

Origini Geografiche e Naturali

Forca Canapine è un valico montano situato a circa 1.550 metri di altitudine, nei pressi del Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Grazie alla sua posizione elevata e all’assenza di inquinamento luminoso, la zona offre un cielo notturno straordinariamente limpido e buio, ideale per l’osservazione astronomica.

Prime Osservazioni

Sin dagli anni ’80, appassionati di astronomia hanno riconosciuto il potenziale di Forca Canapine come sito di osservazione. Le prime iniziative furono piuttosto informali, con gruppi di astrofili che si radunavano per notti di osservazione con telescopi portatili e attrezzature di base. Verso la fine degli anni ’90, grazie agli sforzi dell’Unione Astrofili Italiani (UAI), Forca Canapine divenne una delle località dove si svolgeva lo StarParty di Primavera, uno degli appuntamenti più attesi dell’anno. Questo evento consolidò la reputazione del sito come zona di riferimento per gli astrofili di tutta Italia fino ai tragici giorni del terremoto del 2016.

Fondazione dell’Associazione Astrofili Forca Canapine

A seguito dei danni provocati dal sisma nel 2016, nel novembre del 2023 nasce l’Associazione Astrofili Forca Canapine (AAFC). L’obiettivo dell’associazione è preservare il sito osservativo di Colle le Cese, situato a Forca Canapine, da interventi urbanistici inappropriati. Inoltre, l’AAFC si dedica alla valorizzazione e promozione del territorio circostante attraverso attività di ricerca scientifica, didattica e iniziative culturali a scopo ricreativo.

Continua Evoluzione

Oggi, Forca Canapine, grazie anche all’AAFC, ha l’intento di tornare ad essere un punto di riferimento e di ritrovo per gli appassionati di astronomia. L’Associazione Astrofili Forca Canapine lavora costantemente per migliorare l’esperienza degli osservatori, e avvicinare sempre più persone alla meraviglia del cielo notturno.

Forca Canapine non è solo un luogo di osservazione astronomica, ma anche un simbolo della passione e dell’impegno di una comunità di astrofili dediti alla condivisione della conoscenza del cosmo.

REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA sul sito dell’associazione Astrofili Forca Canapine: https://www.astroforcacanapine.it/MainPrenotazione.aspx

A cura di Simone Curzi.

Foto di Saverio Ferretti.

Per info visitate la pagina dell’evento: https://www.facebook.com/share/CQKoUwrSJ4cVqGXi/

MESSIER 15 – Ammasso Globulare

0
M15 Messier 15
© Mount Lemmon Sky Center, courtesy Adam Block

ABSTRACT

Messier 15 (M15) è un ammasso globulare situato nella costellazione di Pegaso, distante 35.700 anni luce dalla Terra. Scoperto dall’astronomo Giovanni Domenico Maraldi nel 1746, M15 è uno degli ammassi globulari più antichi e densi della Via Lattea, contenente oltre 100.000 stelle. Caratterizzato da un fenomeno di collasso del nucleo, presenta una regione centrale estremamente densa. È noto per ospitare la nebulosa planetaria Pease 1 e diverse stelle variabili del tipo RR Lyrae, utilizzate per misurare distanze galattiche. M15 contiene anche pulsar e sorgenti di raggi X. Si trova nel Braccio del Sagittario della galassia e la sua osservazione migliore avviene tra luglio e dicembre. Con un binocolo, appare come una nebulosa offuscata, mentre con telescopi di grande diametro si possono risolvere dettagli del nucleo e osservare la nebulosa planetaria.

Storia delle osservazioni

L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 267 VERSIONE CARTACEA

Indice dei contenuti

Un Moderno Osservatorio nella Specola dell’Abbazia di Praglia

0
Abazia di Praglia
Veduta dell'Abbazia di Praglia alle pendici settentrionali dei Colli Euganei

 

ABSTRACT

L’Abbazia di Praglia, fondata tra l’XI e il XII secolo, è situata alle pendici settentrionali dei Colli Euganei. Questa storica abbazia ha ospitato un’ampia gamma di attività, tra cui il restauro di libri antichi e la produzione di cosmetici e prodotti erboristici. Negli anni ’60, l’abbazia era anche un centro di attività astronomiche, grazie alla specola interna all’edificio.

La passione per l’astronomia nell’abbazia ha radici profonde, con influenze significative da parte di personalità come p. Callisto Carpanese e p. Gian Alberto Colombo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, la specola dell’abbazia ospitò materiali preziosi, inclusi i cavalli bronzei della Basilica di San Marco a Venezia, per proteggerli dai bombardamenti.

Negli anni ’50, la specola fu attrezzata con un osservatorio astronomico, grazie agli sforzi di p. Giuseppe Tamburrino e fra’ Corrado Valerio. Tuttavia, l’attività astronomica cessò negli anni ’60 e la specola fu dismessa nel 1974.

Nel 2022, un gruppo di astronomi e astrofisici veneti ha proposto il ripristino della specola per realizzare un moderno osservatorio astronomico. Il progetto prevede un osservatorio remotizzato, dotato di strumentazione avanzata come un telescopio ProRC 400 f8 Ritchey-Chrétien, donato da Officina Stellare. Il nuovo osservatorio sarà accessibile a ricercatori e appassionati e sarà utilizzato anche per attività didattiche e divulgative, grazie al supporto del Centro Congressi e della foresteria dell’abbazia.

Questo progetto rinnova la tradizione scientifica dell’abbazia, collegandosi alle antiche radici culturali e scientifiche delle istituzioni religiose. L’osservatorio sarà operativo dall’autunno 2024, offrendo opportunità di studio e osservazione sia per astronomi professionisti che per studenti e appassionati.

L’Abbazia di Praglia

L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 268 VERSIONE CARTACEA

Indice dei contenuti

Tratti di PITTORI nella LAGUNA

0
AFGL 5280
Credit: ESA/Hubble& NASA, ESO, O. De Marco, M. H. Özsaraç

 

ABSTRACT

La Nebulosa Laguna (Messier 8) catturata dal telescopio Hubble, evidenzia i processi energetici di formazione stellare che creano intricati intrecci di gas e polveri. Le tonalità incantevoli sono generate dalla luce stellare ad alta energia che ionizza gas come idrogeno, zolfo e ossigeno. Le stelle massicce dell’ammasso aperto NGC 6530 emettono venti e radiazione ultravioletta, scolpendo il materiale in strane strutture. La Nebulosa Laguna, che si estende per cento anni luce nella costellazione del Sagittario, è un sito attivo di formazione stellare dove le stelle neonate espellono getti di plasma che impattano sulla materia circostante.

Le stelle si formano da nubi molecolari che collassano sotto la gravità. Durante la contrazione, il materiale ruota formando un disco circumstellare da cui la giovane stella si nutre. Questo disco può disperdersi o formare pianeti. Le osservazioni del telescopio Hubble sono cruciali per individuare dischi protoplanetari, come nella Nebulosa di Orione. Gli astronomi utilizzano osservazioni nell’ottico e infrarosso per caratterizzare questi dischi nella Nebulosa Laguna, esplorando la formazione di granelli destinati a diventare pianeti.

L’immagine mostra dettagli intricati di addensamenti gassosi e filamenti di polveri modellati dai venti e dalla radiazione delle giovani stelle blu dell’ammasso centrale, rivelando i complessi processi della formazione stellare.

Nebulosa Laguna – MESSIER 8

L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 268 VERSIONE CARTACEA

 
 

MESSIER 16 – Nebulosa Aquila

0
Nebulosa Aquila - Messier 16
Nebulosa Aquila - Messier 16 @ESO

ABSTRACT

La Nebulosa Aquila (Messier 16), scoperta da Philippe Loys de Chéseaux nel 1746 e osservata successivamente da Charles Messier, è famosa per i Pilastri della Creazione, immortalati dal telescopio Hubble nel 1995. Situata nella costellazione della Coda del Serpente, è un giovane ammasso aperto con una nebulosa a emissione. L’ammasso contiene circa 500 stelle, alcune delle quali sono pre-sequenza principale e brillanti supergiganti blu. Strutture ultradense come i Pilastri della Creazione e la Guglia Stellare si trovano all’interno della nebulosa, ospitando processi di formazione stellare.

M16 si trova nel Braccio del Sagittario della Via Lattea, a circa 5700 anni luce dalla Terra. Gli addensamenti di polveri interstellari lungo la linea di vista hanno reso difficile la misurazione della distanza. La nebulosa è osservabile con un binocolo o un telescopio, mostrando una macchia chiara e allungata con un piccolo ammasso stellare al centro. I dettagli della nebulosa e delle stelle circostanti diventano visibili con telescopi di medio e grande diametro. La Nebulosa Aquila rappresenta un laboratorio naturale per studiare la formazione stellare e i suoi complessi processi.

Storia delle osservazioni

L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 268 VERSIONE CARTACEA

Indice dei contenuti

UNA GOCCIA NERA su Sfondo Rosso

0
nebulosa anima
Credit: Credit: ESA/Hubble& NASA, R. Sahai

 

ABSTRACT

Nell’immagine del telescopio Hubble una porzione della Nebulosa Anima (IC 1848), situata a circa 7.000 anni luce dalla Terra. Questa regione di formazione stellare ospita nubi oscure di polveri interstellari su uno sfondo di gas cremisi. La descrizione si concentra sui Free-floating Evaporating Gaseous Globules (frEGGs), piccole e dense formazioni gassose opache che diventano visibili quando illuminate da giovani stelle massicce. Un esempio è il globulo “KAG2008 globule 13”, che potrebbe dare origine a una stella di piccola massa. La Nebulosa Anima è caratterizzata da giovani ammassi stellari, bolle gassose modellate da venti stellari e intense radiazioni ultraviolette che riscaldano il materiale interstellare. I frEGGs, più recenti degli EGGs, sono densi e resistenti alla fotoevaporazione, proteggendo così la formazione di protostelle di piccola massa. La regione offre un’opportunità unica per studiare la formazione stellare e l’impatto delle stelle massicce sull’ambiente circostante.

Free-floating Evaporating Gaseous Globules o frEGG

L’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 268 VERSIONE CARTACEA

 
 

La Freccia del Tempo

0
La freccia del tempo
Rappresentazione dell'orizzonte degli eventi di un buco nero di Schwarzschild e della materia esterna diretta verso di esso per attrazione gravitazionale.

ABSTRACT

Questo testo nasce con uno scopo particolare: invertire la freccia del tempo, andando dal futuro al passato, dalla fine allinizio. Esso è l’esito dell’incontro fra l’astrofisica Camilla Pianta, esploratrice dell’universo con la passione per la scrittura, e l’artista Tommaso Duse, che incide i materiali, distruggendo, creando e trasformando in obbedienza alla terza legge di Lavoisier. Mentre cerca di dimostrare il legame tra cosmologia e cosmogonia mediante la sezione aurea, Tommaso si rivolge a Camilla con l’appellativo “Cosmilla”: lei ha sempre la testa “tra le stelle”, vuole viaggiare nel cosmo, ma litiga con il tempo. E allora, propone Tommaso, perché non costruire una macchina del tempo per tornare indietro fino al Big Bang, magari attraverso i buchi neri? Armata di formule matematiche e aiutata dall’estro creativo di Tommaso, Camilla decide di dare vita ad un progetto sul tempo, in cui confluiscono nozioni appartenenti alle più svariate teorie della fisica moderna. Con un podi scienza mista a fantascienza alla Carl Sagan, Camilla riuscirà infine ad effettuare il suo viaggio nel tempo e a passare da una parte allaltra dellUniverso (o, chissà, da un universo allaltro) con la logica fluidità che la fisica è capace di dare? Restate sintonizzati sulla web page di Coelum per successivi sviluppi del progetto.

Il concetto di tempo in filosofia e in fisica

l’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 268 VERSIONE CARTACEA


VLT Survey Telescope (VST) Meeting

0
VST

 

ABSTRACT

Il VLT Survey Telescope (VST), operativo dal 2011 al 2021, è uno dei più grandi telescopi ottici situato nell’emisfero australe, presso l’ESO a Cerro Paranal, nelle Ande Cilene. Equipaggiato con OmegaCAM, una camera a grande campo composta da 32 CCD, il VST è stato progettato per osservare vaste aree del cielo. Frutto di una collaborazione tra l’Osservatorio Astronomico di Capodimonte e l’ESO, è gestito da INAF dal 2022.

Il VST ha prodotto oltre 400 pubblicazioni scientifiche, coprendo argomenti che spaziano dalla fisica dei corpi del sistema solare alle galassie e fenomeni transienti. Con la fine dell’accordo INAF-ESO nel 2022, è stato istituito il Centro Italiano di Coordinamento del VST (VSTCen) per gestire l’accesso e l’uso del telescopio da parte della comunità scientifica.

Nel 2024, l’INAF ha organizzato un workshop a Napoli per discutere i progetti in corso e futuri, inclusi i grandi programmi pluriennali e nuovi strumenti. Il workshop ha anche evidenziato l’importanza della divulgazione astronomica, con programmi per avvicinare le nuove generazioni all’astronomia. L’evento ha incluso una panoramica delle operazioni del VSTCen e dei risultati di un sondaggio tra gli utenti.

VST science meeting
16 – 18 Apr, 2023
INAF-Astronomical Observatory of Capodimonte, Naples

l’ARTICOLO COMPLETO è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l’abbonamento Clicca qui. Se sei già abbonato accedi al tuo account dall’Area Riservata

This content is for members only.

L’articolo è pubblicato in COELUM 268 VERSIONE CARTACEA


Due anni di JWST in regalo Arp 142

0
Arp 142 Webb
Arp 142 ripresa dalla NIRCam montata sul JWST Credit: NASA, ESA, CSA, STScI

Le galassie interagenti di Arp 142 segnano il secondo anniversario del telescopio JWST James Webb

Un duo di galassie interagenti note come Arp 142 commemora il secondo anniversario scientifico del telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA. La loro interazione in corso è stata messa in moto tra 25 e 75 milioni di anni fa, quando il Pinguino (catalogato individualmente come NGC 2936) e l’Uovo (NGC 2937) hanno completato il loro primo passaggio. Continueranno a ondeggiare e oscillare prima di fondersi in un’unica galassia tra centinaia di milioni di anni.

JWST arp 142
Immagine di ARP142 Credito: NASA, ESA, CSA, STScI

Prima del loro primo approccio, il Pinguino aveva la forma di una spirale. Oggi, il suo centro galattico brilla come un occhio, le sue braccia ora formano un becco, una testa, una spina dorsale e una coda a ventaglio.

Come tutte le galassie a spirale, la Penguin è ancora molto ricca di gas e polvere. La “danza” delle galassie esercita una forza gravitazionale sulle aree più sottili di gas e polvere della Penguin, facendole schiantare in onde e formare stelle. Cercate quelle aree in due punti: quello che sembra un pesce nel suo “becco” e le “piume” nella sua “coda”.

Intorno a queste stelle più recenti c’è materiale simile al fumo che include molecole contenenti carbonio, note come idrocarburi aromatici policiclici, che Webb è eccezionale nel rilevare. La polvere, vista come archi arancioni più deboli e profondi, si lancia anche dal suo becco alle penne della coda.

Al contrario, la forma compatta dell’Uovo rimane in gran parte invariata. Come galassia ellittica, è piena di stelle invecchiate e ha molto meno gas e polvere che possono essere tirati via per formare nuove stelle. Se entrambe fossero galassie a spirale, ciascuna terminerebbe la prima “torsione” con la formazione di nuove stelle e riccioli vorticosi, noti come code di marea.

arp 142 webb hubble
Arp142 nel confronto con le immagini catturare da Webb e Hubble: Credit:
NASA, ESA, CSA, STScI

Un altro motivo per cui l’Uovo appare indisturbato è che queste galassie hanno all’incirca la stessa massa, motivo per cui la galassia ellittica più piccola non è stata inghiottita o distorta dal Pinguino.

Si stima che il Pinguino e l’Uovo siano distanti circa 100.000 anni luce, piuttosto vicini in termini astronomici. Per contestualizzare, la Via Lattea e la nostra vicina più prossima, la Galassia di Andromeda, distano circa 2,5 milioni di anni luce, circa 30 volte la distanza. Anche loro interagiranno, ma non prima di circa 4 miliardi di anni.

In alto a destra dell’immagine c’è una galassia di taglio, catalogata PGC 1237172, che si trova a 100 milioni di anni luce più vicina alla Terra. È anche piuttosto giovane, brulicante di nuove stelle blu. Nell’immagine di Webb, solo nel medio infrarosso, PGC 1237172 praticamente scompare. La luce del medio infrarosso cattura in gran parte stelle più fredde e vecchie e un’incredibile quantità di polvere. Poiché la popolazione stellare della galassia è così giovane, “svanisce” nella luce del medio infrarosso.

Fonte: https://esawebb.org/news/weic2420

Ceres: Il Gigante (piccolo) del Sistema Solare

0
ceres
Ceres ripreso da Dawn spacecraft. Credito: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA

Ceres è il più grande asteroide della fascia principale e l’unico considerato un pianeta nano in questa regione. Situato tra le orbite di Marte e Giove, Ceres rappresenta un oggetto di grande interesse per gli scienziati grazie alle sue caratteristiche uniche.

Aspetto e Forma

Ceres ha una forma quasi sferica, con una superficie composta principalmente da un miscuglio di ghiaccio e roccia. La sua superficie è segnata da numerosi crateri e presenta alcune caratteristiche uniche come il monte Ahuna Mons, una montagna isolata che si erge dalla superficie.

Caratteristiche Fisiche

Diametro: circa 940 km
Massa: 9.39 × 10^20 kg
Densità: 2.16 g/cm³
Gravità superficiale: 0.28 m/s²
Composizione: Roccia silicatica, ghiaccio d’acqua, sali idrati
Temperatura media superficiale: Circa -105°C

Dati dell’Orbita

Posizione nella fascia degli asteroidi: Tra Marte e Giove
Distanza media dal Sole: 2.77 UA (Unità Astronomiche)
Periodo orbitale: Circa 4.6 anni terrestri
Eccentricità orbitale: 0.08
Inclinazione orbitale: 10.6°

Strumenti e Missioni di Studio

Ceres è stato oggetto di studio di diverse missioni e strumenti scientifici che hanno fornito immagini dettagliate e dati preziosi:

– Hubble Space Telescope: ha fotografato Ceres in diverse occasioni, fornendo le prime immagini ad alta risoluzione del pianeta nano.
– Sonda Dawn della NASA: Lanciata nel 2007, la sonda Dawn ha raggiunto Ceres nel marzo 2015. Questa missione ha permesso di raccogliere una quantità enorme di dati, incluse immagini ravvicinate della superficie, misurazioni della composizione chimica e mappature della gravità.

La Scoperta di 1 Ceres: L’Astronomia del XIX Secolo

Il 1º gennaio 1801 segna una data fondamentale nella storia dell’astronomia. In quella notte, l’astronomo italiano Giuseppe Piazzi, direttore dell’Osservatorio di Palermo, scoprì un nuovo corpo celeste che avrebbe rivoluzionato la nostra comprensione del sistema solare. Questo oggetto, inizialmente scambiato per una cometa, si rivelò essere un asteroide, il primo mai osservato, che Piazzi battezzò Ceres, in onore della dea romana della fertilità e patrona della Sicilia.

All’inizio del XIX secolo, l’astronomia era una scienza che stava rapidamente evolvendo. Gli astronomi dell’epoca si avvalevano di telescopi ottici che rappresentavano il massimo della tecnologia allora disponibile. I telescopi erano principalmente rifrattori, con lenti di grande apertura* che permettevano di osservare gli oggetti celesti con una risoluzione senza precedenti per quei tempi. Tuttavia, le osservazioni erano condotte in modo rigorosamente manuale, e gli astronomi  dovevano fare affidamento su scritture e disegni per documentare le loro scoperte.

Lo stesso Piazzi utilizzava un telescopio a rifrazione da 7,5 cm di apertura, uno strumento molto avanzato per l’epoca, ma le osservazioni erano complicate da limitazioni tecnologiche, come l’assenza di fotometria precisa e della spettrometria, tecniche che si sono rivelate di fondamentale importanza per l’astronomia moderna.

Dopo la scoperta di Ceres, l’entusiasmo per la ricerca di nuovi oggetti nella fascia degli asteroidi aumentò notevolmente. Nel 1802, l’astronomo tedesco Heinrich Wilhelm Olbers scoprì un secondo asteroide, Pallas. Successivamente, nel 1804, Karl Ludwig Harding scoprì Juno, e nel 1807 Olbers scoprì  Vesta. Queste scoperte successive confermarono senza obra di dubbio che Ceres non era un’anomalia, ma parte di una vasta popolazione di corpi celesti minori orbitanti tra Marte e Giove.

Le osservazioni condotte da Piazzi e dai suoi contemporanei furono notevoli non solo per le scoperte fatte, ma anche per il metodo con cui furono effettuate. Senza l’ausilio della fotografia o dell’analisi digitale, questi astronomi furono in grado di identificare nuovi oggetti celesti basandosi su osservazioni meticolose e calcoli matematici, con una dedizione e abilità che sono la testimonianza della loro ingegnosità e di una profonda passione per la scienza.

Il telescopio rifrattore più grande costruito nel XIX secolo fu il Telescopio di Yerkes. Questo strumento monumentale, situato presso l’Osservatorio di Yerkes a Williams Bay, Wisconsin, USA, fu completato nel 1897. Progettato dall’astronomo George Ellery Hale, il telescopio ha un obiettivo con un diametro di 40 pollici (102 cm), che lo rende ancora oggi il più grande telescopio rifrattore mai costruito.

Caratteristiche del Telescopio di Yerkes

  • Diametro dell’obiettivo: 40 pollici (102 cm)
  • Lunghezza focale: 19,3 metri (63 piedi)
  • Montatura: Equatoriale, progettata per consentire il puntamento e il tracciamento accurati degli oggetti celesti
  • Costruttori: La lente fu realizzata dalla Alvan Clark & Sons, una delle più rinomate ditte di produzione di telescopi dell’epoca, mentre la montatura e la struttura furono progettate da Warner & Swasey.

Il Telescopio di Yerkes rappresenta un culmine nell’evoluzione dei telescopi rifrattori, un punto di svolta prima che i telescopi riflettori più grandi e potenti prendessero il sopravvento. Questo strumento fu utilizzato per numerose scoperte e osservazioni significative nel campo dell’astronomia, inclusi studi dettagliati di pianeti, stelle, nebulose e ammassi stellari.

Ceres

La sua costruzione fu un’impresa ingegneristica notevole per l’epoca, che richiese progressi tecnologici sia nella produzione delle lenti che nella progettazione della montatura. Il telescopio di Yerkes rimane tutt’oggi operativo e continua ad essere un’attrazione storica e scientifica, testimonianza dell’ingegno e dell’abilità di astronomi e ingegneri del XIX secolo. Il Telescopio di Yerkes non solo rappresenta il picco della tecnologia dei rifrattori, ma segna anche un’era di transizione nell’astronomia. Con l’avvento del XX secolo, i telescopi riflettori, che utilizzano specchi al posto delle lenti, divennero la scelta preferita per le osservazioni astronomiche. I telescopi riflettori infatti possono essere costruiti con specchi molto più grandi, eliminando i problemi di aberrazione cromatica e di distorsione che limitano le capacità dei rifrattori di grandi dimensioni.

Nonostante questi cambiamenti, il Telescopio di Yerkes rimane una meraviglia dell’ingegneria astronomica del XIX secolo, simbolo di un’epoca di esplorazione e scoperta che ha gettato le basi dell’astronomia moderna.

Per gli approfondimenti sugli asteroidi: https://www.coelum.com/dizionario-di-astronomia/asteroide-definizione-e-significato-dizionario-di-astronomia

Lo ShaRA team vola in finale al concorso del Royal Greenwich Museum

0
The Galaxy Devourer © Alessandro Ravagnin - Astronomy Photographer of the Year 2024 Galaxies

Il team ShaRA è entusiasta di annunciare che lo scatto “il Divoratore di Galassie” è stato inserito nella lista dei finalisti al prestigioso concorso Astronomy Photographer of the Year 2024.

Il Royal Greenwich Museum ha pubblicato la lista dei finalisti del prestigioso concorso noto per celebrare l’eccellenza nell’astrofotografia a livello mondiale e che prevede diverse categorie e premi in denaro, fino a 10.000 sterline, nonché una folta partecipazione con molta competizione (più di 3500 partecipanti a questa sedicesima edizione).

La proclamazione dei vincitori avverrà il 14 settembre 2024 durante un evento online ed una cerimonia al museo, dove verranno esposte per un anno intero le migliori astrofotografie del concorso.

La redazione di Coelum si unisce all’entusiasmo dei membri dello ShaRA team per il fantastico risultato ottenuto. Entrare nella classifica dei finalisti del concorso Astronomy Photographer of the Year 2024 è già di per se un prestigioso obiettivo raggiunto, a confermare, semmai ce ne fosse bisogno la bravura espressa dal team.

Non solo bravura ma anche passione, condivisione, divertimento, tutto in una formula studiata da Alessandro Ravagnin, astrofotografo e autore di Coelum, fondatore del progetto ShaRA motivato da una curiosità infinita e dalla volontà di cimentarsi in nuove e sempre più affascinati sfide. Volontà e interesse che ha saputo trasmettere con sapienza anche agli altri membri che va ricordato sono fra i migliori astrofotografi d’Italia.

ShaRA team
The Galaxy Devourer © Alessandro Ravagnin – Astronomy Photographer of the Year 2024 Galaxies

Ed ecco l’immagine finalista, si tratta di una ripresa di CG4 “Cometary Globule 4” ovvero una nebulosa che per la sua forma allungata appare come una cometa. Abbiamo raccontato la storia dello scatto della Spin Nebula come l’hanno soprannominata gli stessi membri del gruppo in COELUM n°263 del 2023 nell’articolo ShaRA#4.

Ricordiamo che l’immagine finale, “Il divoratore di Galassie” ottenuta dalla ShaRA Team è il risultato del Superstaking, tecnica sviluppata proprio dallo ShaRA team per dare vita ad un’immagine frutto del mix pesato su una votazione di qualità dei contributi di tutti i membri.

ShaRA team
Anteprima della pubblicazione in Coelum 263 dei contributi dei singoli partecipanti

Gli scatti arrivano dal Chilescope e sono la somma di due riprese, una effettuata con il Telescopio 3, un Newton da 500mm F73 e la seconda con il telescopio da un metro di diametro.

Ecco il commento di Alessandro Ravagnin alla notizia: “Sono entusiasta di annunciare che il team ShaRA ha ottenuto un risultato straordinario, pubblicato questa mattina sul prestigioso sito del Royal Greenwich Museum e ripreso da importantissime testate internazionali! La foto “The Galaxy Devourer” è entrata nella shortlist del concorso Astronomy Photographer of the Year 2024. Il concorso, noto per celebrare l’eccellenza nell’astrofotografia a livello mondiale, prevede diverse categorie e premi in denaro, fino a 10.000 sterline, nonché una folta partecipazione con molta competizione (più di 3500 partecipanti a questa sedicesima edizione). La proclamazione dei vincitori avverrà il 14 settembre 2024 durante un evento online ed una cerimonia al museo, dove verranno esposte per un anno intero le migliori astrofotografie del concorso

CG4 (Cometary Globule 4) è un complesso di nebulosità e polvere dalla forma molto particolare, situato nella costellazione australe della Poppa. La ‘testa’ del verme galattico ha dimensioni di circa 1,5 anni luce, mentre la propaggine che segue la testa, e che è diretta nella direzione opposta rispetto al resto della famosa supernova Vela, ha una lunghezza di circa otto anni luce.

I membri del gruppo che hanno contribuito a questo scatto: Marcella Botti (Italia), Vikas Chander (India), Massimo Di Fusco (Italia), Aygen Erkaslan (Svizzera), Marco Firenzuoli (Italia), Vincenzo Fiore (Italia), Vincenzo Fermo (Italia), Antonio Grizzuti (Italia), Andrea Lorio (Italia), Vittorio Liberti (Italia), Rolando Ligustri (Italia), Donato Lioce (Francia), Antonio Loro (Italia), Giampaolo Michieletto (Italia), Gianluigi Pazienza (Italia), Christian Privitera (Italia), Alessandro Ravagnin (Italia), Francesco Tiano (Italia), Cristiano Trabuio (Italia), Egidio Vergani (Italia)

La redazione di Coelum si unisce all’entusiasmo e al coro dei tanti complimenti tutti più che meritati!

L’elenco delle altre immagini in concorso è disponibile nel sito ufficiale https://www.rmg.co.uk/whats-on/astronomy-photographer-year/galleries/shortlist-2024

STAR PARTY Agosto 2024 in Romagna

0

Il gruppo astrofili Astro Amici Forlivesi annuncia il secondo star party Romagnolo 2024. Dopo lo star party Romagnolo di Giugno, ci ritroviamo per chiudere insieme l’estate, in una suggestiva location immersa nel verde tra le prima colline degli appennini. Per info e prenotazioni contatteci alla mail astroamiciforlivesi@gmail.com.

FB: Astro Amici Forlivesi

IG: astroamiciforlivesi

ASTEROID DAY gli eventi in Italia

0

Ogni anno il 30 giugno si festeggia la giornata per richiamare l’attenzione sul rischio di impatti sul nostro pianeta. Anche quest’anno molti gli eventi organizzati e le notizie curiose.

L’Asteroid Day è una giornata internazionale dedicata alla sensibilizzazione sull’importanza della protezione del nostro pianeta dagli asteroidi. Si celebra ogni anno il 30 giugno, anniversario dell’evento di Tunguska del 1908, quando un asteroide esplose sopra la Siberia, causando una devastazione massiccia su un’area di oltre 2.000 chilometri quadrati.

L’idea dell’Asteroid Day è nata nel dicembre 2014 grazie agli sforzi del Dr. Brian May, noto astrofisico e chitarrista dei Queen, insieme al regista Grigorij Richters, all’astronauta Rusty Schweickart e alla biologa Danica Remy. La prima celebrazione ufficiale si è tenuta il 30 giugno 2015.

L’Asteroid Day è promosso dalla Asteroid Foundation, un’organizzazione no-profit che collabora con numerosi enti scientifici e educativi, tra cui l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la NASA e l’Università del Colorado.

Curiosità sulle edizioni passate includono eventi in tutto il mondo, dai convegni scientifici alle attività didattiche nelle scuole. In alcune edizioni sono stati organizzati live streaming globali con esperti di asteroidi e scienziati che discutono delle ultime scoperte e delle tecnologie per difendere la Terra. Inoltre, ogni anno, l’evento raccoglie sempre più partecipanti e sostenitori, contribuendo a diffondere la conoscenza sui rischi e le opportunità legate agli asteroidi.

Quest’anno anche una sorpresa, la Nasa ha dedicato un asteroide alla cantante Annalisa, laureata in fisica ma soprattutto nota artista italiana. Si tratta dell’Asteroidi di fascia principale 20014 Annalisa..

Gli eventi organizzati in Italia:

  • Asteroid Day a Montecopiolo
associazione astronomica StarDust Strada provinciale montefeltresca, Montecopiolo
  • Asteroid Day a Montecopiolo
Osservatorio Montecopiolo Via montefeltresca, Montecopiolo
– 
  • Asteroid day
Museo Navale e Planetario di Imperia Calata Anselmi (Imperia), Imperia
– 
  • La Giornata Mondiale degli Asteroidi 2024
Astrodomus Piazzetta Potito de Sanctis, Castelgrande
 
– 
  • i Queen fra le Stelle-Asteroid Day
Planetario de l’Unione Sarda Piazza Unione Sarda, Cagliari
– 
  • Asteroid Day al Planetarium Pythagoras di Reggio Calabria
Planetarium Pythagoras – Società Astronomica Italiana Via Salita Zerbi – 89124 Reggio Calabria (Italia), Reggio Calabria
– 
  • Asteroid Day San Marcello Piteglio
Observatory San Marcello Osservtorio Astronomico Montagna Pistoiese
– 
  • Asteroide Potenzialmente Pericoloso (415029) 2011 UL21, passaggio ravvicinato per Asteroid Day 2024.
Gianluca Masi Frosinone

Sito ufficiale: https://asteroidday.org/

EAS: L’ASTRONOMIA EUROPEA SI RIUNISCE A PADOVA

0
Comunicato Stampa MediaINAF

Dall’1 al 5 luglio attesi quasi 1800 partecipanti al meeting annuale della European Astronomical Society (EAS), il più grande congresso europeo dedicato all’astrofisica.

La città di Padova è pronta ad accogliere il prossimo meeting della European Astronomical Society (EAS), il più grande congresso europeo dedicato all’astrofisica che si terrà dall’1 al 5 luglio 2024. L’evento vedrà la partecipazione di quasi 1800 esperte ed esperti di astronomia e astrofisica, rendendolo uno degli appuntamenti più importanti dell’anno per la comunità astronomica internazionale. L’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) ha un ruolo di primo piano, non solo nell’organizzazione del congresso (dal punto di vista scientifico e logistico), ma anche per la forte presenza di ricercatrici e ricercatori che presenteranno alla comunità le ultime scoperte e i più recenti studi nel campo dell’astrofisica.

L’INAF, con la sua rete di osservatori e istituti di ricerca sparsi su tutto il territorio italiano, continua a essere un pilastro fondamentale per l’astronomia mondiale, contribuendo significativamente al progresso della conoscenza del cosmo (dalla terra allo spazio, osservando l’universo a tutte le lunghezze d’onda). Lo Scientific Organising Committee (SOC) del meeting è a guida INAF, con Bianca Poggianti, direttrice dell’INAF di Padova, e Giuseppina Micela, dirigente di ricerca presso l’INAF di  Palermo.

Durante i cinque giorni del convegno, i partecipanti – provenienti da più di 60 paesi – avranno l’opportunità di assistere in modalità completamente ibrida (in presenza e online) a conferenze, workshop e presentazioni su una vasta gamma di argomenti, dai buchi neri alla formazione delle galassie, dai pianeti extrasolari alle onde gravitazionali, per non dimenticare l’astrochimica, dedicando ampio spazio anche alla data science e all’applicazione dell’intelligenza artificiale nell’astronomia, alla diversità della comunità di ricerca e alle sfide del public engagement. Sarà poi anche un’occasione per discutere delle attuali e future missioni spaziali (come il James Webb Space Telescope – JWST ed Euclid, oppure Athena e Plato), dei grandi osservatori che sono in fase di costruzione in tutto il mondo (ELT e SKAO), e delle nuove tecnologie che stanno rivoluzionando il modo in cui esploriamo l’universo.

La European Astronomical Society è stata fondata in Svizzera nel 1990 con lo scopo di promuovere l’astronomia e la ricerca spaziale in Europa, facilitando la collaborazione tra scienziati e sostenendo l’educazione scientifica. Il meeting annuale rappresenta un momento fondamentale per la condivisione delle conoscenze e per la creazione di nuove sinergie tra i ricercatori di tutto il mondo.

Gli organizzatori hanno ricevuto oltre 2350 abstract, il 16% in più rispetto al meeting EAS 2023 di Cracovia. Quest’anno i partecipanti da remoto avranno accesso a tutte le sessioni (plenarie, simposi, sessioni speciali ecc), in diretta o registrate, su una piattaforma virtuale, nonché accedendo alla piattaforma degli ePoster e allo spazio dedicato su Slack per EAS 2024. Tra le presentazioni sono previsti anche interventi dei vincitori dei premi MERAC e EAS e report dalle principali strutture di ricerca europee, che forniranno una panoramica completa delle attività e dei progressi in corso nel continente.

Grazie al contributo del gruppo che, all’interno di INAF, ha stilato il Gender Equality Plan, quest’anno il meeting della EAS offre un servizio di assistenza all’infanzia a pagamento per i partecipanti al meeting, per la prima volta all’interno del centro congressi. Questo servizio, pensato per facilitare la partecipazione al congresso dei genitori con bambini piccoli, contribuisce al raggiungimento dell’uguaglianza di genere nelle discipline STEM, in linea con l’obiettivo 5 dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile. Il servizio sarà gestito da personale qualificato e garantirà un ambiente sicuro e stimolante per i bambini, permettendo ai genitori di prendere parte alle varie sessioni del convegno. Il costo del servizio sarà mantenuto a una tariffa conveniente, riflettendo l’impegno dell’EAS a rendere il meeting inclusivo e accessibile a tutti i membri della comunità astronomica.

“Padova è una città che vanta una straordinaria tradizione per quanto riguarda la ricerca astronomica, e che è oggi uno dei centri di eccellenza a livello Europeo in questa disciplina. Per questa settimana la città diventa anche la capitale mondiale dell’astronomia”, commenta Sara Lucatello, astrofisica dell’INAF di Padova, già vicepresidente dell’EAS che, a partire da questa edizione, dirigerà in qualità di presidente (sarà la prima volta che un presidente proviene da un paese mediterraneo). “L’edizione 2024 vedrà la partecipazione di professioniste e professionisti che lavorano in tutti i campi dell’astrofisica e delle scienze spaziali, esperti di politiche scientifiche e divulgazione. Si discuteranno vari temi caldi dell’astrofisica moderna, dagli straordinari risultati ottenuti grazie a JWST alle grandi potenzialità dei telescopi in costruzione, come ELT e SKAO”.

Prima presidente donna nella storia dell’EAS, Lucatello ricoprirà la massima carica dell’organizzazione per due anni. Aggiunge: “È un particolare onore per me assumere, in occasione dell’EAS 2024, la presidenza della società che è cresciuta molto negli ultimi anni e che oggi conta più di 5300 membri. Succedere al precedente presidente, Roger Davies, che ha guidato EAS con competenza e dedizione per sette anni, non sarà un compito semplice, ma sono determinata a continuare nei suoi passi durante il mio mandato”.

Per maggiori informazioni

https://eas.unige.ch/EAS2024

Gemini North compie 25 anni

0
Gemini North
Una gamma esplosiva di rosa e blu brillanti crea uno spettacolo straordinario per NGC 4449. Credito: Osservatorio Internazionale Gemini/NOIRLab/NSF/AURA Elaborazione delle immagini: J. Miller (Osservatorio Internazionale Gemini/NSF NOIRLab), M. Rodriguez (Osservatorio Internazionale Gemini/NSF NOIRLab), Rettore TA (Università dell'Alaska Anchorage/NSF NOIRLab), M. Zamani (NSF NOIRLab)

Gemini North cattura la galassia Starburst splendente di stelle appena formate

La galassia irregolare NGC 4449 mostra un indice elevato di attività di formazione stellare dovuto in parte alle molte fusioni in corso con le vicine galassie nane

Una festosa gamma di rosa e blu brillanti crea uno spettacolo straordinario in questa immagine catturata con il telescopio Gemini North, metà dell’Osservatorio Internazionale Gemini. l’altra metà è il Gemini Sud. Simile a una nuvola di coriandoli cosmici, questa immagine è stata rilasciata per celebrare il 25° anniversario di Gemini North. NGC 4449 è un ottimo esempio di attività starburst causata dall’interazione e dalla mescolanza delle galassie mentre la maggiore assorbe lentamente le sue vicine galattiche più piccole.

Il 25 giugno 1999 si è tenuta una cerimonia di inaugurazione a Maunakea, Hawaii, per svelare il nuovo telescopio di classe mondiale da 8,1 metri e rivelarne le immagini della prima luce, che all’epoca erano alcune delle immagini a infrarossi più nitide mai ottenute da un telescopio astronomico posizionato a terra. Negli ultimi due decenni e mezzo il grande specchio di Gemini North con la potente suite di strumenti e l’ottica adattiva avanzata hanno permesso agli astronomi di scrutare sempre più lontano nel cosmo. Dall’acquisizione della prima immagine diretta di un sistema multi-pianeta al test della teoria della relatività generale di Einstein – che ha aiutato gli astronomi a guadagnare il Premio Nobel 2020 – Gemini North ha contribuito notevolmente alla comprensione dell’Universo a favore dell’umanità.  Inoltre, le variazioni osservate nella galassia, che si trova a 300 milioni di anni luce di distanza da noi, nella costellazione della Vergine, sono diverse da quelle mai viste prima e ancora una volta Gemini stimolerà nuove e importanti ricerche.

Sono necessarie ulteriori osservazioni per escludere spiegazioni alternative. Un’altra possibilità è che stiamo assistendo a un evento di distruzione mareale insolitamente lento, o addirittura a un nuovo fenomeno. Se si trattasse effettivamente di un evento di distruzione mareale, questo sarebbe l’evento più lungo e debole mai osservato. “Indipendentemente dalla natura delle variazioni, [questa galassia] fornisce informazioni preziose su come i buchi neri crescono ed evolvono”, conclude Sánchez Sáez. “Ci aspettiamo che strumenti come [MUSE installato sul VLT o i futuri strumenti di ELT (Extremely Large Telescope)] saranno fondamentali per comprendere [perché la galassia sta diventando più luminosa]”.

Fonte


Vuoi essere sempre aggiornato sul Cielo del Mese?

ISCRIVITI alla NEWSLETTER!

Nella Grande Macchia Rossa tracce di onde gravitazionali

0
Grande Macchia Rossa - JWST
Grafica con due pannelli. Il lato sinistro è un'immagine a infrarossi del pianeta Giove, etichettata "Webb/NIRCam". Il pianeta è mostrato in più colori, soprattutto ai poli e sulla Grande Macchia Rossa, visibile come una tempesta circolare in basso a destra del pianeta. Lo Spot è circondato da un rettangolo frastagliato evidenziato. Il lato destro mostra un'immagine ravvicinata di quell'area in diversi colori, etichettata "Webb/NIRSpec". Credito: ESA/Webb, NASA e CSA, Team Jupiter ERS, J. Schmidt, H. Melin, M. Zamani (ESA/Webb)

Utilizzando il telescopio spaziale James Webb JWST della NASA/ESA/CSA, gli scienziati hanno osservato la regione sopra l’iconica Grande Macchia Rossa di Giove per scoprire una varietà di caratteristiche mai viste prima. La regione, precedentemente ritenuta di natura insignificante, ospita una varietà di strutture e attività complesse che potrebbero avere origine dalle onde gravitazionali

La straordinaria sensibilità del JWST consente agli scienziati di studiare l’atmosfera superiore di Giove sopra la famigerata Grande Macchia Rossa scoprendo nuovi ed inaspettati dettagli come archi scuri e punti luminosi.

Gli astronomia hanno sempre considerata l’alta atmosfera un strato tutto sommato particolarmente tranquillo anche a causa delle deboli radiazioni solari che impattano sulla superficie di Giove così lontano dal Sole. Si stima infatti che le redazioni a cui Giove è sottoposto siano solo il 4% di quelle che invece cattura la Terra.

Analizzando la Grande Macchia Rossa con lo spettrografo del vicino infrarosso del JWST NIRSpec e scorti grandi movimenti della sezione più alta gli astronomi ipotizzano che alla base delle irregolari strutture possano esserci moti dovuti alle onde gravitazionali.

Grande Macchia Rossa - JWST
Un’immagine di una piccola area dell’atmosfera di Giove, a forma di rettangolo frastagliato. L’immagine è sfocata e varia dal rosso al blu nei colori, dove i colori più blu mostrano altitudini inferiori nell’atmosfera di Giove e i colori più rossi mostrano altitudini maggiori. Credito:
Crediti: ESA/Webb, NASA e CSA, H. Melin, M. Zamani (ESA/Webb)

Simili effetti si verificano anche sulla Terra ma l’intensità è così contenuta da renderli irrilevanti. Diversa potrebbe essere la condizione su un pianeta molto ma molto più grande come è il gigante gassoso tanto da rendere questi fenomeni così violenti da condizionare i movimenti delle masse dell’atmosfera.

Si tratta di una prima ipotesi che potrà essere avvalorata anche con l’ausilio della missione Juice Jupiter Icy Moons Explorer dell’ESA che lanciato il 14 aprile 2023 effettuerà osservazioni dettagliate di Giove e delle sue tre grandi lune oceaniche – Ganimede, Callisto ed Europa.

Interessante, ma dovremo aspettare per scoprire il mistero!

Per maggiori informazioni

ESAWEBB

SIAMO A QUOTA 1000 EURO! GRAZIE AI SOSTENITORI! FORZA AVANTI COSì

0

La raccolta fondi ha superato quota 1000 euro, certo la strada è ancora molto lunga ma siamo grati a quanti stanno dimostrando concretamente il proprio affetto al progetto editoriale. COELUM ce la farà nonostante le Poste Italiane 😀

Grazie ai 38 sostenitori e forza a tutti gli altri c’è ancora molto da fare ed abbiamo bisogno di ogni piccolo gesto!

COELUM PARLERA’ SPAGNOLO!

 

COME FUNZIONA LA RACCOLTA FONDI SU kICKSTARTER

Che cos’è KickStarter

KickStarter è il servizio di raccolta fondi più famoso al mondo per il sostegno condiviso di progetti di valore innovativo e culturale.

Cosa puoi trovare su KickStarter

Su KickStarter sono attivi o stati finanziati molti progetti relativi allo Spazio. Satelliti Cubesat di start-Up, telescopi come il nuovissimo UniStellar, realizzato proprio con una raccolta fondi che è andata stra bene!

Perchè usare KickStarter?

I progetti che approdano su KickStarter riguardano sempre un pubblico di nicchia, che proprio per questa natura non riescono ad accedere a forme di finanziamento classiche. La partecipazione attiva invece risulta una soluzione vincente.

Come funziona KickStarter

KickStarter è famosissima all’estero e stra utilizzata da tutti i navigatori più smarth e curiosi. Il meccanismo è piuttosto semplice: si prenota un’intenzione di finanziamento garantito da una carta di credito. L’addebito tuttavia avverrà solo quando la campagna sarà conclusa e solo se il progetto avrà raccolto tutti i fondi. Altrimenti nessun costo e nessuna spesa. Semplice e sicuro no?

Perchè è bello partecipare alla raccolta fondi?

Il primo motivo deve essere la fiducia nel progetto, la convinzione che il servizio finale sarà un sicuro vantaggio per tutta la comunità e che sosterrebbe l’interesse sociale. D’altro canto però KickStarter ha sviluppato un meccanismo semplice anche di gratificazione immediata: le ricompense. In base all’importo donato si possono prenotare delle ricompense in genere molto vantaggiose.

Quando donare per sostenere la campagna?

Quanto vuoi! Puoi lasciare anche solo un euro, tutto sarà di aiuto.

Perchè Coelum è su KickStarter?

Coelum è rimasta una realtà genuina e contenuta negli anni, fedele ai principi ereditati dalla fondazione. Crediamo che il servizio offerto da Coelum sia utile alla promozione della cultura scientifica e vorremmo portare la qualità dell’astronomia italiana all’estero. Per farlo però Coelum preferisce rivolgersi alla comunità costruita in ben 27 anni di attività in cui: ha risposto alle richieste di informazioni, gestito un forum di esperti, creato approfondimenti su temi specifici per offrire una visione d’insieme completa su alcuni temi, dato visibilità a nomi più o meno noti, raccolto interviste e test sugli strumenti, proposto viaggi, dato visibilità alle iniziative locali, e molto molto altro..

Perchè abbiamo bisogno anche di te ma SUBITO?

Le fasi iniziali della raccolta fondi sono determinanti. Se la cifra donata sale rapidamente allora anche altri saranno spinti a credere nell’idea. E’ un sistema che si auto-alimenta. Ecco perchè non bisogna temporeggiare! La velocità è tutto. Per sostenere il progetto non serve “aspettare per vedere” tanto l’addebito non ci sarà fino a raggiungimento totale dell’ammontare, ma attendere rallenterà gli altri e così via fino a perdere l’entusiasmo.

E’ tutto chiaro?

Se hai dubbi scrivici, ma non accantonare questo messaggio per favore!

Quali ricompense ha preparato Coelum?

Puoi donare qualsiasi cifra, anche un euro, sembra niente ma così aumenteranno il numero dei sostenitori e anche quello serve! Se invece vuoi approfittare di qualche benefit puoi scegliere fra tre opzioni:

  • accesso a un anno di Coelum digitale a soli 15€ (ora ci vogliono circa 40€) nella lingua che preferisci (Italiano – Spagnolo)
  • accesso a due anni di Coelum digitale a 29€ (come sopra invece di 80€ e nella lingua scelta)

* Ricordiamo che l’accesso a Coelum digitale da la possibilità di sfogliare TUTTE le riviste per tutto l’intero anno. Non si tratta di un acquisto di un singolo numero ma l’accesso a tutto il database di articoli dal 2021 in poi.

  • abbonamento cartaceo a Coelum Astronomia per un anno a 30 euro invece di 84 euro circa, compreso il contributo spedizione. Valido solo per l’Italia e in italiano.

Scettici?

KickStarter è nato in inglese, successivamente sono state aggiunte lo spagnolo, il tedesco e il francese e nel 2017 anche il giapponese. L’italiano dal 2019 è in beta test, il territorio nazionale infatti non risulta infatti fra i più sensibili alle pratiche di crowdfunding ancora culturalmente permeato da sfiducia e mancanza di partecipazione attiva alla promozione sociale e di sostegno reciproco. Ma qualcuno ci deve pur provare? Che ne dite: vogliamo iniziare un cambiamento?

Cari Lettori di Coelum Astronomia,

Siamo entusiasti di condividere con voi

l’ambizioso progetto di espansione che porterà la nostra amata rivista oltre i confini italiani, per raggiungere il vasto pubblico ispanofono.

Con il vostro supporto su Kickstarter, possiamo rendere realtà questo sogno e diffondere la passione per l’astronomia a milioni di persone in tutto il mondo.

Il Sogno di Espandersi

Coelum Astronomia è nata in Italia e ha conquistato il cuore di tanti appassionati di astronomia con contenuti di alta qualità, articoli approfonditi e un linguaggio accessibile. Ora, immaginiamo un futuro in cui questa eccellenza italiana possa essere condivisa con la comunità ispanofona. Pensate al piacere di vedere un progetto editoriale italiano estendersi oltre i nostri confini, rappresentando l’Italia su un palcoscenico internazionale.

 

Coelum Astronomía para el Mundo Hispano

Un’Opportunità per i Nostri Autori

Per i nostri stimati autori, questa espansione significa ancora di più. Gli articoli che oggi sono scritti solo per un pubblico italiano saranno tradotti e adattati per i lettori ispanici. Questo offre agli autori l’opportunità di vedere i propri contenuti apprezzati e valorizzati da un pubblico nuovo e diverso, aumentando la loro visibilità e impatto. Non è solo un’evoluzione della rivista, ma un riconoscimento del talento e della passione che i nostri autori mettono in ogni singolo articolo.

 

Perché Abbiamo Bisogno di Voi

Realizzare questa visione richiede risorse significative. Dobbiamo tradurre e adattare i contenuti, sviluppare la nuova piattaforma web e promuovere il sito tra i lettori ispanici. Con il vostro sostegno su Kickstarter, possiamo coprire questi costi e fare in modo che Coelum en Español diventi una realtà. Il vostro contributo non è solo un aiuto economico, ma un atto di fiducia e di amore verso la scienza e la divulgazione.

Ogni contributo è un passo avanti verso un futuro in cui la conoscenza e la passione per l’astronomia non conoscono confini. Pensate alla gioia e all’orgoglio di sapere che la vostra rivista preferita sta ispirando nuovi appassionati dall’altra parte del mondo. Questa è un’opportunità unica per essere parte di un progetto che celebra la nostra eredità e la nostra visione di un mondo più connesso e informato.

15€: Accesso alla versione digitale della rivista per un anno in lingua italiana o spagnola

 

29€: Accesso alla versione digitale della rivista per un anno in lingua italiana o spagnola NOVITA’ a breve la versione digitale della rivista sarà in formato responsive come ogni articolo del sito, sarà più facile quindi scrollare i contenuti, ricercarli per rubrica e leggere da smartphone! Live entro il 30.06.2024

 

30€: Abbonamento a Coelum Astronomia cartaceo per un anno! (Riservato ai residenti in Italia e alla lingua italiana)

 

Non perdere questa occasione per fare la differenza e contribuire alla divulgazione dell’astronomia in tutto il mondo.

Visita la nostra pagina Kickstarter qui per scoprire di più e sostenere il progetto.

 

 

QUIZ TIME COELUM – 20-06-2024

0

Quiz Time COELUM del 20-06-2024

Segui @coelumastronomia su Facebook e Instagram o su www.coelum.com partecipa ai quiz

 e vinci immediatamente una copia di Coelum!

La rapidità è fondamentale: scrivi le risposte giuste nei commenti solo il più veloce

si aggiudicherà il premio!

*I Quiz sono a cura di Francesco Veltri

  • lo stesso utente potrà vincere una sola copia per ogni uscita di Coelum
  • le copie saranno spedite con servizio Postale Piego Libri
  • le risposte devono essere scritte nei commenti sotto i post (social e sito)
  • il vincitore sarà annunciato nei medesimi canali e contattato dalla redazione

Serpens Nebula- JWST cattura getti bipolari di formazione stellare

0
Serpens Nebula - JWST
n questa immagine della Nebulosa Serpente ottenuta dalla Near-InfraRed Camera (NIRCam) del telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA, gli astronomi hanno trovato un raggruppamento di deflussi protostellari allineati all'interno di una piccola regione (l'angolo in alto a sinistra). Credito: NASA, ESA, CSA, STScI, K. Pontoppidan (Jet Propulsion Laboratory della NASA), J. Green (Space Telescope Science Institute)

L’allineamento dei getti bipolari fotografata da JWST in Serpens Nebula conferma le teorie sulla formazione stellare

Per la prima volta, un fenomeno che gli astronomi speravano da tempo di poter fotografare direttamente è stato catturato dalla Near-InfraRed Camera (NIRCam) del James Webb Space Telescope della NASA/ESA/CSA. In questa splendida immagine della Nebulosa Serpente, la scoperta si trova nella zona settentrionale di questa giovane e vicina regione di formazione stellare.

Serpens Nebula JWST
Questa immagine del telescopio spaziale James Webb della NASA/ESA/CSA mostra una porzione della Nebulosa Serpente, dove gli astronomi hanno scoperto un raggruppamento di deflussi protostellari allineati. NASA, ESA, CSA, STScI, K. Pontoppidan (Jet Propulsion Laboratory della NASA), J. Green (Space Telescope Science Institute)

Gli astronomi hanno scoperto un intrigante gruppo di flussi protostellari, formatisi quando getti di gas emessi da stelle appena nate si scontrano con gas e polvere vicini ad alta velocità. In genere questi oggetti hanno una varietà di orientamenti all’interno di una regione. Qui, invece, sono tutti inclinati nella stessa direzione, nella stessa misura, come la pioggia che cade durante un temporale.

La scoperta di questi oggetti allineati, resa possibile solo dalla straordinaria risoluzione spaziale e sensibilità di Webb alle lunghezze d’onda del vicino infrarosso, sta fornendo informazioni sui fondamenti di come nascono le stelle.

Quindi, in che modo l’allineamento dei getti stellari è correlato alla rotazione della stella? Quando una nube di gas interstellare collassa su se stessa per formare una stella, ruota più rapidamente. L’unico modo in cui il gas può continuare a muoversi verso l’interno è rimuovere parte dello spin (noto come momento angolare). Intorno alla giovane stella si forma un disco di materiale che trasporta il materiale verso il basso, come un vortice attorno a uno scarico. I campi magnetici vorticosi nel disco interno lanciano parte del materiale in getti gemelli che sparano verso l’esterno in direzioni opposte, perpendicolari al disco di materiale.

Nell’immagine Webb, questi getti sono identificati da strisce rosse luminose, che sono onde d’urto causate quando il getto colpisce il gas e la polvere circostanti. Qui, il colore rosso indica la presenza di idrogeno molecolare e monossido di carbonio.

Stelle della Nebulosa Serpente

La Nebulosa Serpente ha solo uno o due milioni di anni, che è molto giovane in termini cosmici. Ospita anche un ammasso particolarmente denso di stelle di nuova formazione (di circa 100.000 anni) al centro di questa immagine, alcune delle quali alla fine raggiungeranno la massa del nostro Sole (ne abbiamo parlato nella rubrica “Meraviglie del Cosmo” a pagina 30 di Coelum Astronomia n°265).

Serpens Nebula  -JWST
Le frecce della bussola nord ed est mostrano l’orientamento dell’immagine nel cielo. Si noti che la relazione tra nord ed est nel cielo (visto dal basso) è invertita rispetto alla direzione delle frecce su una mappa del terreno (visto dall’alto).
La barra della scala è etichettata in anni luce, che è la distanza percorsa dalla luce in un anno terrestre. Un anno luce equivale a circa 9,46 trilioni di chilometri, o 5,88 trilioni di miglia. Credito:
NASA, ESA, CSA, STScI, K. Pontoppidan (Jet Propulsion Laboratory della NASA), J. Green (Space Telescope Science Institute)

Serpens è una nebulosa a riflessione, il che significa che è una nuvola di gas e polvere che non crea luce propria ma brilla invece riflettendo la luce delle stelle vicine o all’interno della nebulosa.

La regione è stata sede di altre scoperte casuali, tra cui la “Bat Shadow” che batte le ali , che ha guadagnato il suo nome quando i dati del 2020 del telescopio spaziale Hubble della NASA/ESA hanno rivelato che batteva o si spostava. 

Studi futuri

L’immagine straordinaria e la scoperta fortuita degli oggetti allineati sono in realtà solo il primo passo di questo programma scientifico. Il team ora utilizzerà il NIRSpecNear-InfraRed Spectrograph ) di Webb per studiare la composizione chimica della nuvola.

Fonte: https://esawebb.org/news/weic2415/

Solstizio d’Estate 2024: Il Fenomeno Astronomico e le Tradizioni

0
Solstizio d'Estate

Domani, 20 giugno 2024, il solstizio d’estate segnerà l’inizio ufficiale dell’estate nell’emisfero nord. Questo evento astronomico avverrà alle 22:50 ora italiana (20:51 GMT), e rappresenterà il giorno più lungo dell’anno, con il maggior numero di ore di luce diurna​.

 

Come Avviene il Solstizio d’Estate

Il solstizio d’estate si verifica quando uno dei poli terrestri raggiunge la sua massima inclinazione verso il Sole. La Terra ruota attorno al Sole su un’orbita ellittica e anche attorno al proprio asse, inclinato di 23° 27′ . Questa inclinazione causa le stagioni. Al solstizio d’estate, il Polo Nord è inclinato direttamente verso il Sole, che raggiunge la sua massima altezza nel cielo, dando luogo al giorno più lungo dell’anno​.

Significato e Tradizioni

Il termine “solstizio” deriva dal latino “solstitium”, che significa “sole fermo”, indicando il momento in cui il Sole sembra fermarsi nel suo movimento nel cielo. Questo evento ha un grande significato simbolico e culturale, celebrato da diverse civiltà nel corso della storia con vari rituali e festività.

In molte culture, il solstizio d’estate è un momento di festa, spesso accompagnato da falò, danze e cerimonie che celebrano la fertilità e l’abbondanza della stagione. Ad esempio, in Svezia, è tradizione danzare attorno a un palo di maggio decorato con fiori, mentre in paesi come la Danimarca e la Norvegia si accendono grandi falò per scacciare gli spiriti maligni e celebrare la luce​​.

Celebrazioni Moderne

Anche oggi, il solstizio d’estate viene celebrato in molti modi. A Stonehenge, in Inghilterra, migliaia di persone si radunano per osservare l’alba allineata con le antiche pietre, in un evento carico di significato storico e spirituale. Simili celebrazioni si tengono in altre parti del mondo, dove le persone accolgono l’estate con eventi comunitari, concerti e altre attività all’aperto​​.

Per visualizzare meglio il solstizio, ecco un’immagine che illustra come la Terra è inclinata rispetto al Sole durante questo evento:

Solstizio d'Estate

In conclusione, il solstizio d’estate non è solo un fenomeno astronomico, ma anche un momento di grande rilevanza culturale e simbolica, celebrato con entusiasmo in tutto il mondo.

Buon solstizio d’estate!

Per maggiori informazioni

TheWom , Star Walk

Il risveglio di un buco nero

0
Buco Nero
Riproduzione artistica. Alla fine del 2019, la galassia SDSS1335+0728 ha improvvisamente iniziato a brillare più luminosa che mai ed è stata classificata come avente un nucleo galattico attivo, alimentato da un enorme buco nero nel nucleo della galassia.

Gli astronomi vedono un enorme buco nero risvegliarsi in tempo reale

Verso la fine del 2019, la galassia SDSS1335+0728, fino a quel momento del tutto trascurabile, ha improvvisamente iniziato a brillare più luminosa che mai. Per capirne il motivo, gli astronomi hanno utilizzato i dati provenienti da diversi osservatori spaziali e da terra, tra cui il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO (Osservatorio Europeo Australe), per seguire le variazioni di luminosità della galassia. In uno studio pubblicato oggi, concludono che stiamo assistendo a cambiamenti mai visti prima, probabilmente il risultato dell’improvviso risveglio del buco nero massiccio nel nucleo.

Immaginate di aver osservato per anni una galassia lontana e che essa sia sempre apparsa calma e inattiva“, afferma Paula Sánchez Sáez, astronoma dell’ESO in Germania e autrice principale dello studio accettato per la pubblicazione su Astronomy & Astrophysics. “All’improvviso, il suo [nucleo] inizia a mostrare evidenti cambiamenti di luminosità, diversi da qualsiasi altro evento tipico osservato finora.” Questo è quello che è successo a SDSS1335+0728, che ora, da quando è diventata così brillane nel dicembre 2019, viene classificata come dotata di un “nucleo galattico attivo” (AGN dall’inglese ‘active galactic nucleus’) – una regione compatta e luminosa alimentata da un buco nero molto massiccio.

Alcuni fenomeni, come le esplosioni di supernova o gli eventi di distruzione mareale – cioè quando una stella si avvicina troppo a un buco nero e viene fatta a brandelli – possono rendere improvvisamente brillanti le galassie. Ma queste variazioni di luminosità durano tipicamente solo poche decine o, al massimo, qualche centinaio di giorni. SDSS1335+0728 continua a diventare sempre più luminosa, più di quattro anni dopo essere stata osservata ‘accendersi’ per la prima volta. Inoltre, le variazioni osservate nella galassia, che si trova a 300 milioni di anni luce di distanza da noi, nella costellazione della Vergine, sono diverse da quelle mai viste prima e indirizzano gli astronomi verso una spiegazione alternativa.

Il gruppo di lavoro ha cercato di comprendere le variazioni di luminosità utilizzando una combinazione di dati di archivio e nuove osservazioni provenienti da diverse strutture, incluso lo strumento X-shooter installato sul VLT dell’ESO nel deserto di Atacama in Cile. Confrontando i dati rivelati prima e dopo il dicembre 2019, hanno scoperto che SDSS1335+0728 ora irradia molta più luce alle lunghezze d’onda ultravioletta, ottica e infrarossa. La galassia ha anche iniziato a emettere raggi X nel febbraio 2024. “Questo comportamento non ha precedenti”, aggiunge Sánchez Sáez, che ha anche un’affiliazione con il Millennium Institute of Astrofisica (MAS) in Cile.

Buco Nero
Questa rappresentazione artistica mostra due fasi nella formazione di un disco di gas e polvere attorno al massiccio buco nero al centro della galassia SDSS1335+0728. Il nucleo di questa galassia si è illuminato nel 2019 e continua a brillare oggi : è la prima volta che osserviamo un enorme buco nero attivarsi in tempo reale.
Credito:
ESO/M. Kornmesser

L’opzione più concreta per spiegare questo fenomeno è che stiamo vedendo il [nucleo] della galassia che sta iniziando a mostrare (…) attività“, afferma la coautrice Lorena Hernández García, del MAS e dell’Università di Valparaíso in Cile. “Se così fosse, questa sarebbe la prima volta che vediamo l’attivazione di un buco nero massiccio in tempo reale”.

Al centro della maggior parte delle galassie, compresa la Via Lattea, si trovano buchi neri molto grandi, con massa pari a oltre centomila volte quella del Sole. “Questi mostri giganti di solito dormono e non sono direttamente visibili“, spiega il coautore Claudio Ricci, dell’Università Diego Portales, sempre in Cile. “Nel caso di SDSS1335+0728, abbiamo potuto osservare il risveglio del buco nero massiccio, [che] improvvisamente ha iniziato a nutrirsi del gas disponibile nei dintorni, diventando molto luminoso”.

[Questo] processo (…) non è mai stato osservato prima“, aggiunge Hernández García. Studi precedenti avevano trovato alcune galassie inattive che dopo diversi anni erano diventate attive, ma questa è la prima volta che il processo stesso – il risveglio del buco nero – è stato osservato in tempo reale. Ricci, che è anche affiliato al Kavli Institute for Astronomy and Astrophysics dell’Università di Pechino, in Cina, aggiunge: “Questo potrebbe accadere anche a Sgr A*, il buco nero massiccio (…) situato al centro della nostra galassia“, ma non è chiaro quanto ciò sia probabile.

Sono necessarie ulteriori osservazioni per escludere spiegazioni alternative. Un’altra possibilità è che stiamo assistendo a un evento di distruzione mareale insolitamente lento, o addirittura a un nuovo fenomeno. Se si trattasse effettivamente di un evento di distruzione mareale, questo sarebbe l’evento più lungo e debole mai osservato. “Indipendentemente dalla natura delle variazioni, [questa galassia] fornisce informazioni preziose su come i buchi neri crescono ed evolvono”, conclude Sánchez Sáez. “Ci aspettiamo che strumenti come [MUSE installato sul VLT o i futuri strumenti di ELT (Extremely Large Telescope)] saranno fondamentali per comprendere [perché la galassia sta diventando più luminosa]”.

Fonte


Vuoi essere sempre aggiornato sul Cielo del Mese?

ISCRIVITI alla NEWSLETTER!

STAR PARTY Romagnolo di FINE Estate 2024

0

Il gruppo astrofili Astro Amici Forlivesi annuncia il secondo star party Romagnolo 2024. Dopo lo star party Romagnolo di Giugno, ci ritroviamo per chiudere insieme l’estate, in una suggestiva location immersa nel verde tra le prima colline degli appennini. Per info e prenotazioni contatteci alla mail astroamiciforlivesi@gmail.com.

FB: Astro Amici Forlivesi

IG: astroamiciforlivesi

L’Universo in una foto 3 edizione – Contest Fotografico

0

Ami scattare fotografie? Partecipa alla 3a edizione del concorso “L’Universo in una foto” in cui luna, pianeti, stelle, ma anche nebulose e galassie la fanno da padrone.

Il concorso, a partecipazione gratuita e giunto alla sua terza edizione, è rivolto a tutti i fotografi del cielo notturno, sia astrofotografi professionisti che semplici appassionati, e vuole stimolare l’interesse per l’astronomia tramite l’uso creativo della fotografia.

Tre i temi in cui si articola il concorso:


1. Skyscapes: immagini di paesaggi naturali o soggetti architettonici urbani nelle quali il cielo notturno è un elemento significativo


2. Solar System: immagini di pianeti e oggetti celesti facenti parte del Sistema Solare;


3. Deep Sky: immagini di soggetti astronomici o eventi ad essi collegati, ripresi con fotocamera.


Per partecipare al contest è necessario inviare il materiale tramite il servizio WeTransfer all’indirizzo di posta elettronica sichardtcafe@gmail.com a partire dal 15 giugno ed entro e non oltre il 15 settembre 2024 – ore 23:59.

La Giuria sarà formata da Martina De Maio, astrofisica – Area Astronomia della Fondazione Museo Civico; Gianni Pasquali, astrofilo dedito alla divulgazione, affiliato all’Associazione Internazionale Astronomers Without Borders ed a Volunteer Translator ESO Science Outreach Representative; Adriano Frisanco, fotografo professionista che si occupa di fotografia pubblicitaria, industriale editoriale e di documentazione; Aldo Frisinghelli del Circolo Fotografico l’Immagine di Rovereto e Molisella Lattanzi direttrice della rivista Coelum Astronomia.

Le foto premiate potranno avere abbonamenti omaggio alla rivista Coelum o ingresso gratuito e visite guidate al Planetario del Museo Civico, unico in Italia a unire la precisione della visione del cielo notturno grazie al sistema analogico e i viaggi interplanetari e interstellari garantiti dai più recenti proiettori digitali fulldome.

Il concorso si concluderà con l’allestimento di una mostra temporanea a ingresso gratuito al Museo della Città di Rovereto nella quale saranno esposte le astrofotografie più meritevoli.

ORGANIZZATORI

Sichardt Cafè di Canta Mattia con la collaborazione della Fondazione Museo Civico di Rovereto, dell’associazione CCF Centro Cultura Fotografica @Trento, del Circolo Fotografico l’Immagine di Rovereto e media partner ufficiale la rivista Coelum Astronomia.

TEMA DELLA MANIFESTAZIONE

Dopo il successo della precedenti edizioni, ispirate dalle novità che hanno coinvolto il Planetario della Fondazione Museo Civico di Rovereto, il Sichardt Cafè ha maturato l’idea di rilanciare questo concorso volto a stimolare l’interesse per l’astronomia tramite l’uso creativo della fotografia, coinvolgendo nuovamente la stessa Fondazione Museo Civico.
I partecipanti sono invitati a fotografare la volta celeste in tutte le sue meraviglie… Luna, pianeti, stelle ma anche nebulose e galassie, cercando di coglierli in maniera creativa ed emozionale.
In particolare il contest si articola in tre sezioni:

  1. Skyscapes: immagini di paesaggi naturali o soggetti architettonici urbani nelle quali il cielo notturno è un elemento significativo;
  2. Solar System: immagini di pianeti e oggetti celesti facenti parte del Sistema Solare;
  3. Deep Sky: immagini di soggetti astronomici o eventi ad essi collegati, ripresi con fotocamera.

PARTECIPANTI

Possono partecipare al contest: fotografi, appassionati di fotografia, ma anche semplici utenti che vogliano cimentarsi con l’argomento proposto, che cercano nelle loro notti insonni di catturare la bellezza del cielo. I partecipanti che non hanno compiuto la maggiore età alla data di inizio del contest dovranno avere l’autorizzazione dei genitori o di chi ne fa le veci.
La partecipazione è gratuita.
Sono esclusi dal contest i membri della giuria.

Requisiti e caratteristiche tecniche delle immagini

Ogni partecipante potrà presentare solo una fotografia in b/n o a colori con inquadratura verticale, orizzontale o panoramica per ogni categoria.
È possibile presentare immagini trattate in post produzione con mezzi digitali o analogici purché, alla base, abbiano una o più immagini di natura fotografica (esibibile in originale RAW, JPEG, TIFF, su semplice richiesta della giuria – la mancata esibizione dell’originale comporterà l’esclusione dal concorso).
Le foto dovranno essere in formato jpg (o jpeg) a 300dpi, con il lato lungo di 3000 px e peso non superiore a 10Mb per ciascuna foto.
Le foto non dovranno contenere alcun “watermark” o riferimenti all’autore dello scatto (ad esempio nei dati EXIF), in modo da garantire la completa imparzialità della giuria.
Previo accordo con l’autore potranno essere richieste altre versioni dello scatto (formato del file, dimensioni, risoluzione) se questo verrà selezionato per altri utilizzi (stampe, promozione pubblicitaria).
Attenzione: non saranno ritenute valide le fotografie già inviate nelle precedenti edizioni.

Il REGOLAMENTO completo è disponibile QUI

ANDES, VIA LIBERA ALLO STRUMENTO CHE CI DIRÀ DOVE C’È VITA SU ALTRI MONDI

0
ANDES
Roberto Ragazzoni, the President of Italy’s National Institute for Astrophysics (INAF), and Xavier Barcons, ESO’s Director General, signed an agreement for the design and construction of the ANDES instrument. ANDES, the ArmazoNes high Dispersion Echelle Spectrograph, will be installed on ESO’s Extremely Large Telescope (ELT), and it will tackle a variety of astronomical questions, from searching for signs of life in exoplanets to testing variations of physical constants.

ANDES, VIA LIBERA ALLO STRUMENTO CHE CI DIRÀ DOVE C’È VITA SU ALTRI MONDI

L’ESO ha firmato l’accordo con un consorzio internazionale guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) per la progettazione e la costruzione di ANDES, uno strumento di altissima tecnologia che sarà installato sull’ Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO, in costruzione sulle Ande cilene. ANDES verrà utilizzato per cercare segni di vita negli esopianeti e studiare le prime stelle che si sono accese nell’Universo, ma anche per testare le variazioni delle costanti fondamentali della fisica e misurare l’accelerazione dell’espansione dell’Universo.

 

L’accordo è stato firmato dal Direttore Generale dell’European Southern Observatory (ESO) Xavier Barcons e da Roberto Ragazzoni, Presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Ente che guida il consorzio ANDES. Alla cerimonia della firma erano presenti anche Sergio Maffettone, Console Generale d’Italia a Monaco di Baviera, e Alessandro Marconi dell’Università di Firenze e associato INAF, Principal Investigator di ANDES, oltre ad altri rappresentanti dell’ESO, dell’INAF e del consorzio ANDES, che vede la partecipazione di Istituti, Università ed Enti di Ricerca di 13 Paesi. La firma ha avuto luogo presso il quartier generale dell’ESO a Garching, in Germania.

“ANDES è una macchina che sfrutta molte delle tecnologie sviluppate in Italia e che complementa gli sforzi che come INAF stiamo facendo per individuare mondi alieni” commenta Roberto Ragazzoni, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica. “Poterne analizzare chimicamente la composizione delle atmosfere è uno di quei problemi formidabili che mettono a dura prova la filiera tecnologica sia della ricerca che industriale. Anche se al limite delle sue capacità, potrebbe riuscire a fornire misure dirette della espansione dell’universo, ma certamente aprire nuovi quesiti che solleciteranno ulteriori sviluppi tecnologici, in un circolo virtuoso che l’INAF porta avanti da tempo”.

ANDES
Lo strumento ELT ad alta risoluzione ANDES (precedentemente noto come HIRES) consentirà agli astronomi di studiare oggetti astronomici che richiedono osservazioni altamente sensibili. Verrà utilizzato per cercare segni di vita negli esopianeti simili alla Terra, trovare le prime stelle nate nell’Universo, testare possibili variazioni delle costanti fondamentali della fisica e misurare l’accelerazione dell’espansione dell’Universo.

Precedentemente denominato HIRES, ANDES (ArmazoNes high Dispersion Echelle Spectrograph) è un sofisticato spettrografo, uno strumento che divide la luce nelle lunghezze d’onda che la compongono in modo che gli astronomi possano determinare importanti proprietà degli oggetti astronomici, come la loro composizione chimica. Lo strumento avrà prestazioni senza precedenti nelle osservazioni in luce visibile e nel vicino infrarosso e, in combinazione con il potente sistema di specchi ed ottica adattiva che costituiscono ELT, consentirà enormi passi in avanti nello studio dell’Universo.

“ANDES è uno strumento con un enorme potenziale per scoperte scientifiche rivoluzionarie, che possono influenzare profondamente la nostra percezione dell’Universo ben oltre la comunità di scienziati”, afferma Alessandro Marconi.

ANDES permetterà di realizzare indagini dettagliate delle atmosfere di esopianeti simili alla Terra, consentendo agli astronomi di analizzare la loro composizione, alla ricerca di tracce legate alla presenza di vita. Sarà anche in grado di analizzare elementi chimici in oggetti lontani nell’Universo primordiale, rendendolo probabilmente il primo strumento in grado di rilevare le firme delle stelle di Popolazione III , le prime stelle in assoluto che si sono formate nell’Universo. Inoltre, gli astronomi saranno in grado di utilizzare i dati ANDES per verificare se le costanti fondamentali della fisica variano nel tempo e nello spazio. I suoi dati saranno utilizzati anche per misurare direttamente l’accelerazione dell’espansione dell’Universo, uno degli enigmi ancora insoluti dell’astrofisica.

Il contributo di INAF ad ANDES, oltre alla responsabilità di gestione manageriale e ingegneristica del progetto a livello di sistema e di sviluppo software (con le sedi coinvolte di Trieste per il management, Milano per l’ingegneria del sistema e Bologna per la parte di collegamento scientifico), copre anche la progettazione e la successiva realizzazione opto-meccanica e software, di alcuni moduli che compongono ANDES. In particolare, la sede INAF di Firenze con i contributi di quelle di Trieste e Brera è responsabile sia del collegamento in fibra ottica che consentirà il passaggio della luce tra i vari moduli di ANDES che del modulo di ottica adattiva. Oltre all’aspetto tecnologico, quello scientifico vede la partecipazione di ricercatrici e ricercatori di quasi tutte le sedi INAF, con quella di Trieste responsabile anche del coordinamento del pacchetto scientifico che studierà le galassie ed il mezzo intergalattico.

ANDES
L’Extremely Large Telescope (ELT) sarà posizionato sulla cima del Cerro Armazones, a circa 3.046 metri di altezza nel deserto cileno di Atacama, circondato da viste mozzafiato sulle pianure sottostanti. Questa immagine (un rendering artistico) mostra come apparirà il telescopio in cima alla montagna. Il livellamento della cima del Cerro Armazones, in preparazione alla costruzione dell’ELT, è stato completato nel 2015.

Il telescopio ELT dell’ESO è attualmente in costruzione nel deserto di Atacama, nel nord del Cile. Quando entrerà in funzione alla fine di questo decennio, l’ELT sarà il più grande telescopio mai costruito al mondo, che aprirà letteralmente una nuova era nell’astronomia da Terra.

Per maggiori informazioni

https://andes.inaf.it/

https://elt.eso.org/

L’articolo completo a cura di Alessandro Sozzetti sullo strumento ANDES è su COELUM ASTRONOMIA N°264

AGGIORNAMENTO Chang’e-6: Sono arrivati i campioni

0
Chang'e 6

Chang’e-6: I campioni della Luna rientrati il 25 giugno sono in sicurezza

La capsula cinese Chang’e 6 atterrata il 25 giugno è stata trasferita a Pechino e aperta per accedere al suo prezioso carico. L’evento segna il successo della missione durata 53 giorni e che ha portato la sonda cinese sul lato nascosto della Luna.

La capsula contenente i campioni il 26 giugno ha raggiunto l’Accademia cinese di tecnologia spaziale (CAST) responsabile del progetto della missione ove è stata accolta con una cerimonia.

Il contenitore custodisce ben 2 kg di materiale lunare e i campioni sarà messi in sicurezza per il successivo trasporto nei centri di analisi, stoccaggio e distribuzione.

Come per il materiale raccolto dalla precedente sonda  Chang’e 5 nel 2020 le parti saranno messe a disposizione per lo studio con precedenza ai ricercatori cinesi e dopo due anni potranno essere prenotati per ulteriori indagini da parte delle comunicatà internazionale. I ricercatori NASA hanno invece ottenuto un’autorizzazione speciale e vi accederanno prima.

Il video dell’apertura

Chang’e-6: La Cina Conquista la Faccia Nascosta della Luna

La missione Chang’e-6, lanciata il 3 maggio 2024 dalla base di Wenchang con un razzo Long March 5, rappresenta un ulteriore passo avanti per la Cina nell’esplorazione lunare.

Dopo un viaggio di quattro giorni, la sonda ha raggiunto l’orbita lunare, dove ha iniziato a studiare il sito di atterraggio previsto. Il 1° giugno 2024, Chang’e-6 ha effettuato un atterraggio morbido nel cratere Apollo, situato nella regione del bacino Polo Sud-Aitken (SPA) sulla faccia nascosta della Luna. Questa zona è particolarmente interessante per gli scienziati, poiché si ritiene che possa contenere indizi cruciali sulla storia e l’evoluzione della Luna e del sistema solare.

Le attività della sonda

Il lander di Chang’e-6 ha iniziato immediatamente le operazioni di raccolta dei campioni. Entro 48 ore dall’atterraggio, ha esteso un braccio robotico per prelevare materiali dalla superficie e ha utilizzato un trapano per raccogliere campioni da una profondità di circa 2 metri. Il 3 giugno 2024, il modulo ascendente, contenente circa 2 kg di campioni di suolo e rocce, si è sollevato dalla superficie lunare e ha raggiunto l’orbita, dove si è agganciato al modulo orbitante. I campioni saranno trasferiti al modulo di rientro, progettato per proteggere il materiale durante il rientro nell’atmosfera terrestre, e saranno riportati sulla Terra, con l’atterraggio previsto nella regione di Siziwang Banner, in Mongolia Interna, Cina, il 25 giugno 2024.

La missione Chang’e-6 durerà complessivamente 53 giorni e prevede diverse fasi complesse, simili a quelle della missione Chang’e-5 del 2020, che ha riportato campioni dalla faccia visibile della Luna. Tuttavia, Chang’e-6 affronta sfide uniche, essendo la prima missione a riportare campioni dalla faccia nascosta della Luna, che non è visibile direttamente dalla Terra e richiede l’uso del satellite di comunicazione Queqiao-2 per trasmettere i dati tra la sonda e il centro di controllo missione sulla Terra.

Dettagli tecnici

Dal punto di vista tecnico, la missione Chang’e-6 è un capolavoro di ingegneria. La sonda è composta da quattro elementi principali: un orbiter, un lander, un ascender e un modulo di rientro. L’orbiter rimane in orbita lunare per facilitare le comunicazioni e le operazioni di navigazione, mentre il lander, equipaggiato con strumenti scientifici avanzati, effettua le operazioni di campionamento. L’ascender è responsabile del trasporto dei campioni in orbita, dove saranno trasferiti all’orbiter per il viaggio di ritorno verso la Terra. Il modulo di rientro è progettato per proteggere i campioni durante il rientro nell’atmosfera terrestre e garantire un atterraggio sicuro.

Chang'e-6 lato nascosto luna
La sonda ultimata prima del lancio. Crediti CNSA

Gli strumenti a bordo del lander includono un braccio robotico per la raccolta dei campioni, un trapano capace di raggiungere una profondità di circa 2 metri per prelevare campioni sotterranei, e vari sensori e analizzatori per esaminare le proprietà fisiche e chimiche del suolo lunare. Questi strumenti permettono agli scienziati di raccogliere dati preziosi che contribuiranno a una migliore comprensione della storia e dell’evoluzione della Luna.

Le Comunicazioni

Un altro aspetto cruciale della missione è la comunicazione. Utilizzando il satellite Queqiao-2, la missione supera le difficoltà di comunicazione dovute alla mancanza di linea diretta di vista tra la faccia nascosta della Luna e la Terra. Queqiao-2 funge da ponte di comunicazione, trasmettendo i dati raccolti dal lander al centro di controllo missione sulla Terra.

Il satellite Queqiao-2 in una riproduzione artistica in orbita intorno alla Luna

I progetti dell’esplorazione lunare cinese

La missione Chang’e-6 rappresenta un notevole avanzamento nelle capacità esplorative della Cina, posizionandola come uno dei leader globali nell’esplorazione spaziale. Con il successo delle sue missioni lunari, la Cina continua a prepararsi per future missioni con equipaggio umano e la costruzione di una stazione di ricerca lunare internazionale entro la fine degli anni ’30. Il programma lunare Chang’e, iniziato con le missioni orbitali Chang’e-1 e Chang’e-2, e proseguito con le missioni di atterraggio Chang’e-3 e Chang’e-4, ha mostrato una progressione costante in termini di complessità e ambizione.

Oltre a raccogliere campioni e dati scientifici, la missione Chang’e-6 ha anche l’obiettivo di testare tecnologie chiave per future missioni con equipaggio umano. La Cina ha piani ambiziosi per l’esplorazione spaziale, con missioni programmate per valutare le risorse potenziali nella regione polare sud della Luna e per costruire una stazione di ricerca lunare internazionale entro la fine degli anni ’30. Questi sforzi sono parte di un piano più ampio che prevede la collaborazione internazionale e lo sviluppo di tecnologie avanzate per l’esplorazione spaziale.

In sintesi, la missione Chang’e-6 è un passo significativo verso una nuova era di esplorazione spaziale. Con il successo delle sue missioni lunari, la Cina sta costruendo le basi per una presenza sostenibile sulla Luna e oltre, aprendo la strada a nuove scoperte scientifiche e a un futuro di esplorazione interplanetaria.

Riepilogo della Missione Chang’e-6

Lancio e Arrivo:

  • La sonda Chang’e-6 è stata lanciata il 3 maggio 2024, utilizzando un razzo Long March 5 dalla base di lancio di Wenchang.
  • Ha raggiunto l’orbita lunare dopo circa quattro giorni di viaggio.

Fase di Atterraggio:

  • Dopo aver orbitato e studiato la superficie per alcune settimane, la sonda ha effettuato un atterraggio morbido il 1° giugno 2024, all’interno del cratere Apollo, situato nel bacino Polo Sud-Aitken (SPA) sulla faccia nascosta della Luna.
  • Questa regione è particolarmente interessante per gli scienziati poiché si ritiene possa contenere indizi cruciali sulla storia e l’evoluzione della Luna e del Sistema Solare.

Operazioni di Raccolta Campioni:

  • Il lander ha iniziato le operazioni di raccolta campioni entro 48 ore dall’atterraggio.
  • Utilizzando un braccio robotico e un trapano, ha prelevato campioni di suolo e rocce sia dalla superficie sia da una profondità di circa 2 metri.
  • I campioni raccolti sono stati trasferiti al modulo ascendente, che si è sollevato dalla superficie lunare il 3 giugno 2024 e ha raggiunto l’orbita lunare per l’aggancio con l’orbiter​.

Ritorno sulla Terra:

  • Il modulo di rientro, contenente i campioni, sarà lanciato verso la Terra e si prevede che atterri nella regione di Siziwang Banner, in Mongolia Interna, Cina, il 25 giugno 2024.
  • La missione avrà una durata totale di 53 giorni​.

Aspetti Tecnici della Missione

Componenti Principali della Sonda:

  • Orbiter: Resta in orbita lunare per facilitare le comunicazioni e le operazioni di navigazione.
  • Lander: Equipaggiato con strumenti scientifici avanzati per la raccolta e l’analisi dei campioni.
  • Ascender: Trasporta i campioni raccolti in orbita lunare per il trasferimento all’orbiter.
  • Modulo di Rientro: Progettato per proteggere i campioni durante il rientro nell’atmosfera terrestre e garantire un atterraggio sicuro​​.

Strumenti a Bordo:

  • Braccio Robotico: Utilizzato per raccogliere campioni dalla superficie.
  • Trapano: Perforatore capace di raggiungere una profondità di circa 2 metri per prelevare campioni sotterranei.
  • Sensori e Analizzatori: Per esaminare le proprietà fisiche e chimiche del suolo lunare​​.

Comunicazioni:

  • Utilizzo del satellite Queqiao-2 per la trasmissione dei dati tra la faccia nascosta della Luna e la Terra, superando le difficoltà di comunicazione dovute alla mancanza di linea diretta di vista​​.

Per ulteriori dettagli, puoi consultare l’articolo completo su SpaceNewsSpace.com


Vuoi essere sempre aggiornato?

ISCRIVITI alla NEWSLETTER!

Problemi per Hubble Space Telescope, l’età avanza

0
Problemi Hubble Space Telescope
Un membro dell'equipaggio della STS-125 a bordo dello Space Shuttle Atlantis ha catturato questa immagine del telescopio spaziale Hubble della NASA il 19 maggio 2009. La NASA ha detto che il telescopio è entrato in uno stato di ibernazione più di una settimana fa quando uno dei suoi giroscopi -- parte del sistema di puntamento -- è risultato malfunzionante. Hubble è rimasto al sicuro ma inattivo fino a martedì 4 giugno 2024 quando i tecnici hanno stabilito che Hubble continuerà a funzionare ma con un unico giroscopio. Credit: NASA

Problemi Recenti per Hubble Space Telescope

Negli ultimi mesi, l’Hubble Space Telescope ha affrontato diversi problemi tecnici che hanno portato alla sospensione temporanea delle sue operazioni scientifiche. Il principale tra questi problemi riguarda uno dei giroscopi, strumenti fondamentali per mantenere l’orientamento e la stabilità del telescopio nello spazio. Questo articolo esamina le recenti difficoltà tecniche di Hubble, le possibili soluzioni, e il futuro di questo strumento iconico.

Problemi Principali

Il 24 maggio 2024, Hubble è entrato in modalità sicura a causa di letture errate da parte di uno dei suoi tre giroscopi operativi. I giroscopi sono cruciali per determinare la direzione in cui il telescopio è puntato e per mantenerlo stabile durante le osservazioni. Questa non è la prima volta che Hubble affronta problemi con i giroscopi; una situazione simile si era verificata a novembre 2023, quando un altro giroscopio aveva causato l’interruzione delle operazioni scientifiche​​.

Durante l’ultima missione di servizio dello Space Shuttle nel 2009, furono installati sei nuovi giroscopi. Attualmente, tre di questi sono ancora funzionanti, inclusa l’unità che ha recentemente mostrato problemi. Anche se Hubble può operare con un solo giroscopio, questa configurazione ridurrebbe la sua efficienza e capacità di osservazione.

Soluzioni e Piani Futuri

Il team di ingegneri della NASA sta lavorando per identificare soluzioni a breve termine, tra cui la possibilità di riconfigurare Hubble per operare con un solo giroscopio, mantenendo gli altri come riserva. Questa soluzione permetterebbe al telescopio di continuare a funzionare, sebbene con alcune limitazioni operative con un’incidenza pari al circa il 12%. Inoltre, è in corso uno studio di fattibilità per una possibile missione di servizio privata che potrebbe coinvolgere SpaceX. Tale missione avrebbe l’obiettivo di riparare o ri-boostare Hubble, mantenendolo in un’orbita più stabile e prolungandone la vita operativa​​.

La collaborazione con SpaceX, nell’ambito del programma Polaris, potrebbe vedere l’utilizzo della Crew Dragon per un intervento sul telescopio. Questa possibilità è ancora in fase di valutazione, e non ci sono ancora dettagli specifici sui passi successivi. Tuttavia, questa missione rappresenterebbe un’opportunità per dimostrare le capacità di servizio satellitare in orbita da parte di aziende private​.

Contesto Storico e Significato

Lanciato nel 1990, Hubble ha rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo, fornendo immagini straordinarie e dati scientifici di inestimabile valore. Durante i suoi oltre trent’anni di servizio, Hubble ha subito cinque missioni di manutenzione da parte degli astronauti dello Space Shuttle, che hanno permesso di aggiornarne gli strumenti e prolungarne la vita operativa​.

Nonostante la sua età, Hubble continua a essere un asset scientifico di grande valore. Le sue osservazioni hanno contribuito a scoperte fondamentali in astrofisica, dall’espansione accelerata dell’universo alla caratterizzazione di pianeti extrasolari. NASA prevede che Hubble continuerà a fare scoperte significative collaborando con altri osservatori, come il telescopio spaziale James Webb, almeno per il prossimo decennio​.

Conclusione

In conclusione, nonostante i recenti problemi tecnici, il Telescopio Spaziale Hubble rimane uno strumento insostituibile per l’astronomia e dovrebbe arrivare ancora operativo al 2035 anno previsto per l’interruzione delle sue funzioni. Le soluzioni in corso di studio, inclusa la possibilità di una missione di servizio privata, offrono speranze per la continuazione delle operazioni scientifiche di Hubble. Con il supporto di nuove tecnologie e collaborazioni, Hubble potrebbe continuare a esplorare l’universo per molti anni a venire, affermando ancora una volta il suo ruolo centrale nella ricerca astronomica.

Fonti


Vuoi essere sempre aggiornato sul Cielo del Mese?

ISCRIVITI alla NEWSLETTER!

WASP-77 A b: migliorati i dati grazie alla Citizen Science

0
Il grafico è la rappresentazione di curve di luce impilate derivante dall'analisi di adattamento globale descritta in Global Fits of Citizen Science e TESS Transit Data for Comparison Sezione 4.3 e 5.1 di WASP-77 A b.

Migliorare le effemeridi degli esopianeti sfruttando i dati scientifici dei professionisti e dei cittadini: un caso di Citizen Science con WASP-77 A b

 

Grazie all’aumento della capacità di trasferimento dati delle nostre reti, la Citizen Science è oramai da diversi anni uno strumento solido e confermato per assistere ed aiutare la ricerca professionale. Un intervento che si dimostra deciso soprattutto quando ogni indagine richiede di miscelare molti dati raccolti da più fonti.

L’articolo, suggerito alla redazione da Nicoletta Iannascoli, coautrice dello studio, illustra come con il giusto impegno sia oggi possibile contribuire alla ricerca mondiale addirittura facilitando il lavoro del colossale James Webb Space Telescope JWST.

Lo studio aiuta a definire meglio i parametri dell’esopianeta WASP-77A b così da facilitare e ottimizzare in termini di precisione le osservazioni future.

Complimenti dalla Redazione di COELUM a tutti i coautori dell’articolo per l’ottimo risultato e l’espressione di grande professionalità!

Abstract

Presentiamo le effemeridi aggiornate e i parametri fisici per l’esopianeta WASP-77A b combinando 64 osservazioni di transito da terra e dallo spazio, 6 osservazioni di eclissi dallo spazio e 32 osservazioni di velocità radiale così da produrre la soluzione orbitale più precisa per questo target fino ad oggi raggiunta. Una simile ottimizzazione aiuterà la pianificazione del James Webb Space Telescope (JWST) e le osservazioni di Ariel negli studi atmosferici.

In risultato dei nuovi calcoli emerge:

  • un nuovo periodo orbitale pari a 1.360029395±5.7×10-8 giorni,
  • un nuovo tempo di transito intermedio di2459957.337860±4.3×10-5 BJDTDB (data giuliana baricentrica nella scala temporale dinamica baricentrica; Eastman et al. (2010) )
  • un nuovo tempo di metà eclissi di2459956.658192±6.7×10-5 BJDTDB.

I metodi utilizzati inoltre contribuiscono a ridurre le incertezze sulla massa del pianeta di 1.6654±4.5×10-3𝑀𝐽⁢⁢𝑃⁢ e periodo orbitale 1.360029395±5.7×10-8 giorni rispettivamente per fattori pari a 15,1 e 10,9.

Attraverso un confronto congiunto dell’analisi di adattamento dei dati di transito presi da iniziative spaziali e guidate dalla ricerca amatoriale, il nostro studio dimostra il potere di includere i dati raccolti dagli cittadini rispetto all’adattamento dei soli dati spaziali. Inoltre, includendo una vasta gamma di dati di citizen science provenienti da ExoClock, Exoplanet Transit Database (ETD) e Exoplanet Watch, è possibile aumentare la base di osservazioni e quindi migliorare costantemente il calcolo delle effemeridi rispetto a ciò che sarebbe ottenibile con i soli dati TESS.

Introduzione

Determinare correttamente le effemeridi di transito di un pianeta è essenziale per la pianificazione efficiente delle osservazioni di follow-up (Zellem et al.,2020) con telescopi come il telescopio spaziale James Webb (JWST), il telescopio spaziale Hubble (HST) o l’imminente missione Ariel, il cui lancio è previsto per il 2029, e che osserverà le atmosfere di 1.000 esopianeti.

Effemeridi accurate aiutano a garantire che questi telescopi spaziali altamente competitivi siano utilizzati nel modo più efficiente possibile per massimizzare la loro produzione scientifica contribuendo a ridurre le spese generali.

I tempi medi di transito precisi dell’esopianeta, per cui un pianeta passa direttamente davanti alla sua stella ospite, sono cruciali per caratterizzare l’atmosfera di un esopianeta attraverso la spettroscopia di trasmissione.

A causa delle incertezze delle effemeridi, i buffer del tempo di osservazione devono essere inclusi prima e dopo il tempo di transito intermedio previsto per garantire che l’intero transito venga catturato oltre alle misurazioni di base pre e post transito del solo flusso della stella ospite. Man mano che un pianeta completa orbite aggiuntive attorno alla sua stella ospite, le incertezze sul suo tempo di transito intermedio aumentano, creando la necessità di ripetute osservazioni di follow-up e nuove analisi.

Poiché il numero di esopianeti e candidati esopianeti confermati continua ad aumentare, le previsioni dicono che supereranno i 10.000 esemplari solo dalla missione TESS della NASA, ci sarà una forte domanda di effemeridi aggiornate sugli esopianeti per consentire analisi ottimizzate.

Studi precedenti hanno dimostrato che è possibile aggiornare con successo il tempo di transito medio di un esopianeta attraverso collaborazioni con professionisti e “scienziati cittadini” che utilizzano piccoli telescopi terrestri.

Fra gli esempi quello degli studenti iscritti a un corso di ricerca completamente online presso l’Arizona State University che hanno acquisito osservazioni del pianeta WASP-104 b effettuate con un telescopio robotico da 6 pollici a terra. Gli studenti sono stati in grado di migliorare l’incertezza sul tempo di transito intermedio per questo particolare obiettivo del 2,7% rispetto alla pubblicazione più recente. Sforzi come questi gettano le basi per continue collaborazioni scientifiche tra professionisti e cittadini che possono aiutare con il mantenimento delle effemeridi degli esopianeti.

Insieme al tempo di transito medio di un pianeta, anche il tempo di metà eclissi è un parametro cruciale per gli astronomi che caratterizzano le atmosfere esoplanetarie.

Durante l’eclissi, il pianeta passa dietro la stella che così ne blocca temporaneamente la luce riflessa e l’emissione termica. Le eclissi, quando il pianeta passa dietro la sua stella ospite, consentono agli astronomi di misurare la luce riflessa e l’emissione termica di un pianeta. Determinare il tempo di metà eclissi di un pianeta quando un’eclissi ancora non è stata osservata in precedenza, richiede non solo di conoscere bene il suo tempo di transito medio, ma anche di sapere qual è l’eccentricità della sua orbita e quanto passa al periastro, parametri che possono essere dedotti dalle misurazioni della velocità radiale. Pertanto, l’inclusione dei dati di velocità radiale nell’analisi migliora significativamente la precisione nella previsione del transito e dei tempi dell’eclissi, e l’orbita del pianeta per la pianificazione delle osservazioni JWST e Ariel.

In questo sforzo, utilizziamo WASP-77 A b per dimostrare la potenza della combinazione di un’ampia gamma di dati fotometrici di transito ed eclissi (raccolti sia da scienziati cittadini che da telescopi spaziali) con dati di archivio sulla velocità radiale per acquisire parametri orbitali e planetari precisi. WASP-77 A b, un Giove caldo in orbita attorno a una stella di tipo spettrale G8 V con V-mag = 10,294 ± 0,007.

WASP-77A b: migliorati i dati grazie alla Citizen Science

Vi invitiamo a leggere l’articolo completo e relativi riferimenti su arXiv:2405.19615v1

 

UNIVERSO IN FORTEZZA – Festival dell’Astronomia

0
universo in fortezza

FORTEZZA NUOVA

presenta

 

UNIVERSO IN FORTEZZA
Venerdì 14 giugno H 18-24
Sabato 15 giugno H 10-24
Domenica 16 giugno H 10-24

Fortezza Nuova, Scali della Fortezza nuova, Livorno

Seconda edizione del festival di astronomia

Dal 14 al 16 giugno 2024, alla Fortezza Nuova, torna “Universo in Fortezza”, seconda edizione del festival di astronomia che nel 2023 ha riscosso grande successo. Organizzato dall’Alsa, Associazione livornese scienze astronomiche attiva sul territorio da oltre trent’anni, il festival promuove la divulgazione scientifica con un format coinvolgente, rivolto a  a un pubblico generico e appassionato, trasversale per età. Con l’obiettivo di spostare l’asticella oltre le 3000 presenze accorse da tutta Italia per assistere conferenze tenute da luminari della scienza, per immergersi nelle suggestive mostre a tema astronomico e per le emozionanti serate osservative al telescopio, quest’anno sono previsti anche laboratori per bambini e realtà virtuale.

Patrocinata dal Comune di Livorno e dal Museo di storia naturale del Mediterraneo, la manifestazione continuerà a godere della partecipazione di importanti enti, come l’Osservatorio gravitazionale europeo Ego-Virgo, insignito del premio Nobel per la fisica nel 2017 per aver contribuito alla scoperta delle onde gravitazionali, l’azienda aerospaziale Kayser Italia, specializzata nella ricerca scientifica e tecnologica a bordo di piattaforme spaziali, l’Osservatorio astrofisico di Arcetri Inaf, la rivista Coelum, il progetto Cultura immersiva, il laboratorio teatrale Manifattura Lizard, @TOMOSpodcast e, come media partner, PuntoRadio.


“Da sempre l’umanità si interroga sul proprio posto all’interno dell’universo e l’astronomia accende passione e curiosità in persone di ogni età e cultura. La meraviglia che genera in noi il cielo stellato e la bellezza affascinante dell’universo fanno da guida in questo festival dove appassionati, bambini e adulti incontrano astronomi e astrofili e scoprono la passione che anima la ricerca e la divulgazione scientifica. Questa manifestazione di astronomia costituisce, quindi, una novità nel territorio livornese e si colloca all’interno di un percorso divulgativo della astronomia e della scienza in generale, che rientra nello statuto Alsa”
affermano gli organizzatori Alessio Biondi, Daniele Righetti. E proseguono: “Ci piacerebbe che l’evento continuasse ad essere riproposto ogni anno, creando un appuntamento fisso per la cittadinanza, in modo da contribuire all’offerta culturale sul territorio livornese e alla valorizzazione di una struttura come la Fortezza Nuova, che costituisce un “salotto” per la città”.

Universo in fortezza
Locandina Universo in Fortezza Festival dell’Astronomia

La mostra di astrofotografia

Per tutta la durata del festival, nella Sala degli archi, circa 50 fotografie astronomiche in grande formato scattate dai soci Alsa ai cieli livornesi condurranno il visitatore tra i corpi celesti dalla luna ai quasar. Si tratta di un continuum con la mostra dell’anno precedente e con “Immagini dall’Universo” del 2022, che prevede diversi scatti inediti.

Le conferenze

Perla del festival, le conferenze raduneranno scienziati dell’Osservatorio di onde gravitazionali Ego-Virgo, ricercatori dell’Osservatorio di Arcetri Inaf e di Kayser Italia, esponenti culturali della rivista astronomica Coelum  per approfondire appassionanti temi astronomici come le esplorazioni spaziali e si svolgeranno tra la sala del forno durante le ultime ore di sole e il palco all’aperto di sera.

Le videoproiezioni

Parallelamente, durante l’arco della giornata, affascinanti videoproiezioni di galassie e nebulose curate dai soci Alsa saranno diffuse sulle pareti del tunnel ad accogliere i visitatori e proseguiranno nella sala del forno.

La realtà virtuale

Nella sala degli archi, saranno installati alcuni visori che, con la supervisione di personale specializzato, condurranno il pubblico in un emozionante viaggio immersivo nell’universo. L’attrazione, proposta dalla startup “Cultura immersiva”, è stata selezionata tra i primi 5 migliori progetti culturali dall’Unione Europea ed è presente in più di 10 città italiane dove ha raccolto, assieme all’expo di Dubai, più di 50 mila utenti. L’esperienza, a pagamento, è prenotabile sul sito del progetto www.culturaimmersiva.it

I laboratori per bambini

Grande novità di quest’anno sarà l’estensione della proposta divulgativa ai bambini. Sotto la tensostruttura, dalle 17, “Le costellazioni raccontano” Valentina Lisi (Manifattura Lizard) coinvolgerà il giovane pubblico con una narrazione di teatro di carta incentrata sulla mitologia delle costellazioni. L’iniziativa è gratuita, consigliata dai 6 anni in poi a gruppi di massimo 12 bambini e richiede la prenotazione a manifatturalizard@gmail.com.

Le serate osservative al telescopio

Per chiudere in bellezza l’offerta, anche quest’anno sarà possibile tutto il weekend dalle 21:30 osservare la luna, le stelle doppie e gli ammassi stellari con i potenti telescopi in dotazione all’Alsa. Saranno, inoltre, proiettati su schermo i risultati della visione per i presenti che intendano assistere, guidati dagli esperti.

I servizi bar e ristorazione

Fortezza Nuova ospita, durante tutta la stagione estiva, servizi bar e ristorazione. È possibile in loco, per gli avventori della rassegna, scegliere in un ampio ventaglio di attività commerciali che vanno dal beverage allo street food ai cibi caratteristici per colazioni, merende, caffè, gelati, stuzzichini, aperitivi, pasti e dopo cena.

PROGRAMMA COMPLETO

Venerdì 14 giugno

18:00 | Apertura e presentazione del festival con ospiti e autorità

19:00 | Apertura mostra astrofotografia, opere olio su vela di Paola Turio e video proiezioni

21:00 | Conferenza “Il lato oscuro dell’universo. Dai buchi neri alla materia oscura: esplorare il cosmo che non vediamo” con: Barbara Patricelli (ricercatrice di Virgo, UniPi), Federico Lelli (Inaf – Osservatorio astrofisico di Arcetri). Modera: Vincenzo Napolano (Osservatorio gravitazionale Europeo)

Dalle 21:30 | Osservazione al telescopio  della luna, delle stelle doppie e degli ammassi stellari

 

Sabato 15 giugno

10:00-24:00 | Sala degli archi | Mostra astrofotografia, opere olio su vela di Paola Turio e video proiezioni

10:00-24:00 | Sala del forno | Video proiezioni curate da Damiano Esposito (Alsa) con i soci Silvia Porciani, Virginia Gnan, Michele Scardigli, Gabriele Comandi

10:00- 24:00 | @TOMOSpodcast, curato da Iramar Amaral

11:00-19:00  | Sala degli archi | Realtà virtuale, su prenotazione a pagamento: https://culturaimmersiva.it/livorno/

17:00-19:00 | Sotto la tensostruttura | Laboratori per bambini, su prenotazione, gratuito: manifatturalizard@gmail.com

18:00 | Sala del forno | Conferenza “Alla scienza serve la filosofia? Sì. E perché mai?!” con Molisella Lattanzi (direttrice di Coelum Astronomia) e Filippo Onoranti (filosofo)

21:00 | Palco esterno | Conferenza  “Ottica adattiva: perchè gli astronomi  hanno bisogno di specchi deformabili,  piramidi di vetro e laser per vedere più  chiaramente l’universo”. Relatore: Runa Briguglio (Inaf – Osservatorio astrofisico di Arcetri).

Dalle 21:30 | Osservazione al telescopio  della luna, delle stelle doppie e degli ammassi stellari

 

Domenica 16 giugno

10:00-24:00 | Sala degli archi | Mostra astrofotografia, opere olio su vela di Paola Turio e video proiezioni

10:00-24:00 | Sala del forno | Video proiezioni curate da Damiano Esposito (Alsa) con i soci Silvia Porciani, Virginia Gnan, Michele Scardigli, Gabriele Comandi

10:00- 24:00 | @TOMOSpodcast, curato da Iramar Amaral

11:00-19:00  | Sala degli archi | Realtà virtuale, su prenotazione a pagamento: https://culturaimmersiva.it/livorno/

17:00-19:00 | Sotto la tensostruttura | Laboratori per bambini, su prenotazione, gratuito: manifatturalizard@gmail.com

18:00 | Sala del forno | Conferenza | “L’immensità dell’universo. Dai sistemi solari alle galassie remote” con Armado Bracci (socio Alsa ed ex professore del liceo scientifico Cecioni)

21:00 | Palco esterno | Conferenza  “Misure impossibili. Tecnologie all’avanguardia da Virgo all’esplorazione dello Spazio” con Federico Lavorenti (Kayser), Fiodor Sorrentino (ricercatore Virgo, Infn). Modera: Giada Rossi (Osservatorio gravitazionale Europeo)

Dalle 21:30 | Osservazione al telescopio  della luna, delle stelle doppie e degli ammassi stellari

Ingresso gratuito
Orari:
Venerdì 14 giugno H 18:00-24:00
Sabato 15 giugno H 10:00-24:00
Domenica 16 giugno H:00-24:00

Info:

www.alsaweb.it
FB: ALSALivorno
Evento Fb: https://www.facebook.com/events/3828165977462025/
Instagram: https://www.instagram.com/p/C6odJKUIbnF/

QUIZ TIME COELUM – 02-06-2024

0

Quiz Time COELUM del 02-06-2024

Segui @coelumastronomia su Facebook e Instagram o su www.coelum.com partecipa ai quiz

 e vinci immediatamente una copia di Coelum!

La rapidità è fondamentale: scrivi le risposte giuste nei commenti solo il più veloce

si aggiudicherà il premio!

 

*I Quiz sono a cura di Francesco Veltri

  • lo stesso utente potrà vincere una sola copia per ogni uscita di Coelum
  • le copie saranno spedite con servizio Postale Piego Libri
  • le risposte devono essere scritte nei commenti sotto i post (social e sito)
  • il vincitore sarà annunciato nei medesimi canali e contattato dalla redazione

Congresso 2024 della Società Astronomica Italiana a Capodimonte

0

Capodimonte capitale dell’astronomia con il congresso della Società Astronomica Italiana

Astrofisici di fama internazionale provenienti da tutta Italia saranno a Napoli dal 3 al 7 giugno per il LXV Congresso Nazionale della Società Astronomica Italiana.

Nata nel 1871 come Società degli Spettroscopisti Italiani, è stata la prima società professionale specializzata in “astronomia fisica”. Da sempre i suoi congressi sono apprezzati come straordinaria occasione di incontro e confronto per tutti gli astrofisici italiani attivi nei vari ambiti scientifici e tecnologici.

“Un incontro importante che vuole fare il punto sui risultati raggiunti nei vari campi dell’astrofisica, con uno sguardo al futuro e alla crescita di nuovi talenti” sottolinea Marcella Marconi, organizzatrice della conferenza.

Il congresso, che ritorna a Napoli dopo 14 anni, ha per titolo “Dagli Universi isola all’astronomia multimessaggera: 100 anni di rivoluzioni” e intende celebrare i successi e i progressi che hanno caratterizzato la ricerca astrofisica. E’ infatti trascorso solo un secolo da quando l’astronomo americano Edwin Hubble dimostrò che Andromeda non faceva parte della Via Lattea, ma era una diversa, seppur vicina, galassia distante circa due milioni di anni luce da noi e che pertanto la nostra galassia non era la sola nell’Universo.

La scoperta degli Universi isola aprì la strada alla misura dell’espansione dell’Universo, alla scala delle distanze cosmiche, alla cosmologia e all’astrofisica moderna. Tali scoperte e i paralleli sviluppi tecnologici hanno rivoluzionato lo stato delle conoscenze del cosmo a partire dal Sistema solare, fino alla recente rivelazione delle onde gravitazionali con la nascita dell’astronomia multimessaggera.


Il congresso è ospitato dall’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, sede napoletana dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, il principale ente di ricerca italiano per lo studio dell’universo. “Un privilegio ospitare a Napoli colleghi da tutta Italia per porre le basi delle nuove scoperte che saranno possibili con i telescopi e gli strumenti del futuro” commenta orgoglioso il direttore dell’Osservatorio di Capodimonte Pietro Schipani.
Una sessione del congresso è dedicata alla diffusione della cultura astronomica e alla didattica dell’astrofisica nelle scuole con la partecipazione di personale docente delle scuole secondarie superiori per sottolineare lo stretto legame tra lo sviluppo delle conoscenze e la formazione.

Il sito ufficiale del congresso: https://indico.ict.inaf.it/e/sait2024

Coelum Astronomia 268 III/2024 Digitale

0
Questo contenuti è riservato agli abbonati alla versione digitale. Per sottoscrivere l'abbonamento Clicca qui . Se sei già abbonato accedi al tuo account dall' Area Riservata

T Coronae Borealis l’esplosione della stella torna dopo 80 anni

0
Esplosione della stella

L’Esplosione della Stella T Coronae Borealis: Un Fenomeno Celeste Straordinario

In questo periodo si sente parlare spesso della nuova imminente esplosione che interesserà la stella T Coronae Borealis, o la “Stella della Corona Boreale”. Si tratta di un evento astronomico di rara bellezza e potenza ma non molti sanno che fra i primi a scoprirla ci fu il signor Giovanni Bernasconi, un distinto dilettante di Como.

Ma andiamo con ordine.

La stella è situata nella costellazione della Corona Boreale, ed è nota per le sue esplosioni ricorrenti, che si verificano circa ogni 80 anni.

Il Meccanismo dell’Esplosione della Stella

La T Coronae Borealis è un sistema binario composto da una nana bianca e una gigante rossa. La nana bianca, un residuo stellare denso e caldo, raccoglie materiale dalla sua compagna più grande. Quando la pressione e la temperatura raggiungono un punto critico, si verifica un’esplosione termonucleare, una nova, che causa un aumento drammatico della luminosità della stella.

Osservare la Stella Dopo l’Esplosione

Dopo l’esplosione, la T Coronae Borealis diventa visibile ad occhio nudo e può essere osservata senza l’ausilio di telescopi. Il periodo di massima luminosità dura alcuni giorni, dopodiché la stella inizia a sbiadire, ma rimane osservabile con binocoli per circa una settimana.

Testimonianze dell’Evento di 80 Anni fa

L’ultima esplosione della stella T Coronae Borealis documentata risale al 1946. Gli astronomi dell’epoca osservarono con stupore l’aumento di luminosità, registrando un evento che non si ripeteva dal 1866. Queste osservazioni storiche forniscono preziose informazioni sul comportamento di questa intrigante stella.

esplosione della stella
Nel sito https://articles.adsabs.harvard.edu/ è disponibile l’articolo sullo studio dello spettro della Nova T Coronae Borealis nell’esplosione del febbraio 1946.

Nell’archivio SAO/NASA Astrophysics Data System ad opera dello Smithsonian Astrophysical Observatory sostenuto da un contratto cooperativo con la NASA, è conservato l’articolo “lo Spettro della Nova T Coronae Borealis nell’Esplosione del Febbraio 1946” a cura di L. Gratton e E. C. Kruger del Centro di Fisica Stellare del CNR Osservatorio di Merate. Nell’articolo è descritto lo spettro misurato ben 80 anni fa e le ipotesi individuate al tempo alla base del fenomeno.

La notizia dell’esplosione della Nova pervenne a Merate il mattino dell’11 Febbraio per comunicazione diretta di uno degli scopritori, il signor Giovanni Bernasconi, un distinto dilettante di Como, ed è stata immediatamente telegrafata all’estero ed ai principlai Osservatori Italiani“.

Nel documento l’evento viene descritto come:

I fenomeni descritti si possono interpretare con il seguente modello per la Nova T Cr B:

a. una stella nuova che nel febbraio 1946 subì una esplosione tipica, con un massimo al febbraio 8.5;
b. una gigante di tipo spettrale M;
c. una nebulosa che circonda ambedue le stelle e del diametro apparente dell’ordine di alcuni secondi.”

Nel testo si cita: “si sottolinea l’eccezionale importanza di questa esplosione della TcrB, in relazione al problema generale della Nove e delle variabili cicliche tipo SS Cygni.

Scarica l’articolo in allegato

Consigliamo ai più volenterosi ed appassionati di scaricare l’articolo completo per conoscere i risultati dell’indagine sull’esplosione della stella avvenuta 80 anni fa. Il pdf è disponibile in download QUI

Conclusione

I nuovi dati raccolti durante l’esplosione della stella che si attende nei prossimi mesi, saranno utili e necessari per confermare le deduzioni formulate 80 anni fa e comprendere meglio il fenomeno.

 

 

Stasera la ISS facile da osservare

0

Non perdere il transito della ISS Stazione Spaziale Internazionale.

Serata favorevole per seguire i passaggi: 28 maggio.

Tempo permettendo un questo fine maggio incerto, subito dopo le 21 ottimo transito della ISSStazione Spaziale Internazionale guardando ad ovest per vedere il cielo solcato da Nord Ovest sino a Sud Est.

28 Maggio

L’ultimo transito notevole del mese sarà avvistabile da tutto il paese, il 28 Maggio. Dalle 21:04 alle 21:13, da NO a SE. Magnitudine di picco a -3.8 per il secondo miglior transito serale del mese.


Vuoi essere sempre aggiornato sul Cielo del Mese?

ISCRIVITI alla NEWSLETTER!

 

L’Intelligenza Artificiale, vede dove il telescopio Fermi non vede

0
Intelligenza Artificiale telescopio Fermi
Rappresentazione artistica di una galassia con un nucleo galattico attivo.

L’ Intelligenza Artificiale, vede dove i telescopi non vedono, e aiuta a comprendere le strutture e le alte energie del cosmo

Il cielo azzurro che ci sta sopra nasconde un luogo violento dove le energie presenti raggiungono valori incredibili. L’anno scorso è stato rilevato un raggio cosmico invisibile ad occhio nudo e ribattezzato « OMG , Oh My God ! » . In termini numerici, il livello di energia misurato è stato di 244 exa-elettronvolt (EeV). Per chi non ha familiarità con queste grandezze basti sapere che un EeV = 6.2415064799632E+18 electron volt, ovvero 624.000.000.000.000.000.000 volt. Se volete compredere l’energia di quel raggio cosmico moltiplicate il 624…. per 244,  comunque ricordando che per accendere una lampadina di volt ne bastano solamente 220/230.

Capire, o almeno tentare di capire, dei fenomeni di alta energia è quindi un impegno chiave dell’astrofisica moderna per la comprensione della struttura dell’universo. Nello spettro elettromagnetico le energie più elevate sono collegate ai fenomeni più carichi di energia, come quelli che coinvolgono i buchi neri, i lampi di raggi gamma e i nuclei galattici attivi. Già nel 2018 l’intelligenza artificiale (AI) è diventata uno strumento importante per gli astrofisici proprio nello studio dei nuclei galattici attivi dando una mano agli scienziati dove i telescopi non riescono ad arrivare.

L’11 giugno 2008 la NASA lanciò  il telescopio spaziale FERMI. Si tratta di un telescopio per i raggi gamma ad alta energia che copre un intervallo energetico fino a 300 Giga elettronvolt (GeV). Il satellite Fermi è in grado di monitorare l’intero cielo ogni due orbite (cioè ogni 2,96 minuti) e questo rende lo strumento ancor oggi più adatto per un monitoraggio quasi continuo e la ricerca di variabilità delle sorgenti di radiazione gamma. Il satellite FERMI è gestito da una collaborazione scientifica internazionale di oltre 400 scienziati ed anche chi vi scrive ne fa parte.

intelligenza artificiale astronomia - fermi telescope
Il telescopio spaziale Fermi @NASA

Che cosa cerchiamo con FERMI?

Oggetti cosmici che emettono radiazioni gamma.  I principali sono galassie con un nucleo attivo (AGN) cioè che emette radiazioni.

Non tutte le galassie sono galassie attive. Il telescopio FERMI, per le sue caratteristiche costruttive è in grado di rivelare getti energetici che puntino verso FERMI per angoli sufficientemente piccoli , mentre la sua sensibilità diminuisce notevolmente fino ad azzerarsi quando vengono osservate galassie orientate per grandi angoli rispetto a FERMI. Sappiamo che esistono nell’universo, e probabilmente sono la maggioranza, nuclei galattici attivi non allineati (MAGNs) e quindi  invisibili, o quasi per FERMI. Lo studio dei MAGNs e del loro ambiente nel cielo dei raggi gamma è estremamente interessante, perché queste galassie sono considerate le popolazioni genitoriali dei blazars che rappresentano più del 50% delle sorgenti di raggi gamma conosciute.

Per dare una mano a FERMI a superare i limiti strumentali e comunque individuare nuovi candidati MAGN sono state quindi messe a punto tecniche di intelligenza artificiale ad apprendimento automatico (AI) in grado di confrontarsi anche con metodi più rigorosi come lo spettro ottico.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Un processo AI inizia con un dialogo tra lo scienziato e la macchina ediIl linguaggio attraverso il quale “l’umano” dialoga con AI è un algoritmo matematico opportunamente costruito per quello scopo.  L’algoritmo viene “educato” a riconoscere le caratteristiche degli oggetti ideali e testato su oggetti cosmici  individuati in maniera approssimativa dal telescopio FERMI.

Così facendo l’algoritmo “impara” ciò che è giusto è ciò che è sbagliato, ritornando allo scienziato un’informazione espressa nella probabilità che quella galassia sia proprio del tipo che si sta ricercando. Facendo lavorare l’algoritmo più volte (anche centinaia) su campioni diversi tra loro, questo “si autocorregge” e diventa sempre più efficiente, indipendente ed intelligente fino a valori di probabilità pari a 0,9998 che si avvicinano moltissimo alla certezza.

Una simile tecnica di intelligenza artificiale consente inoltre di analizzare migliaia di oggetti in un tempo brevissimo, e visto l’affollamento cosmico, si tratta di una manna dal cielo per lo scienziato ricercatore. Per fare un esempio sul reale, il telescopio FERMI su circa 1000 galassie gamma  aveva evidenziato solamente 15 galassie del tipo MAGN, l’ applicazione dell’AI ai soggetti incerti di FERMI ne ha scorto altre 35. Questo significa che l’AI  “vede” di più del telescopio spaziale? In “un certo senso” , si.

intelligenza artificiale telescopio fermi
Non tutte le galassie sono orientate in modo da essere visibili al telescopio Fermi

Le conferme sui risultati raggiunti dall’Intelligenza Artificiale

Sarà stato l’algoritmo sufficientemente preciso? Gli oggetti che ha individuato saranno veramente delle galassie attive? Per ottenere questa conferma sono necessarie analisi multi-lunghezza d’onda, iniziando con le controparti radio degli oggetti scelti dall’AI. Trattandosi di galassie dovremmo aspettarci strutture radio estese. Relativamente allo studio in oggetto, l’analisi sulla morfologia dei candidati è stata eseguita tramite un’indagine sui dati VLA Faint Images of the Radio Sky at Twenty-Centimeters (FIRST) survey, prodotto del Karl Guthe Jansky Very Large Array il raggruppamento di radiotelescopi situati a Socorro, nel Nuovo Messico.

intelligenza artificiale telescopio fermi
VLA Array del National Radio Astronomy Observatory a Socorro, Mexico

Lo studio della morfologia radio ha mostrato una sequenza molto bella di strutture galattiche estese  confermando l’abilità dell’algoritmo di AI  di “vedere anche dove non si vede”  e di individuare “i soggetti difficili”. Probabilmente, senza l’uso dell’AI, non ne sapremmo delle alte energie cosmiche quanto ne sappiamo ora. La nuova astrofisica passerà inevitabilmente attraverso nuove intelligenze, sia pur artificiali.

A seguire le immagini morfologiche dei candidati AI rilevate ai radiotelescopi VLA. La struttura estesa conferma la natura galattica degli oggetti gamma e quindi la bontà del dato prodotto da AI.

Intelligenza Artificiale Telescopio Fermia
Una delle immagini morfologiche dei candidati AI rilevate ai radiotelescopi VLA. La struttura estesa conferma la natura galattica degli oggetti gamma e quindi la bontà del dato prodotto da AI.

 

Per approfondeire: arXiv:1808.05881  Hunting misaligned radio-loud AGN (MAGN) candidates among the uncertain γ-ray sources of the third Fermi-LAT Catalogue

QUIZ TIME COELUM – 25-05-2024

0
Quiz Time Coelum
Quiz Time Coelum 25-05

Quiz Time COELUM del 25-05-2024

Quiz Time Coelum
Quiz Time Coelum 25-05

Segui @coelumastronomia su Facebook e Instagram o su www.coelum.com partecipa ai quiz

 e vinci immediatamente una copia di Coelum!

La rapidità è fondamentale: scrivi le risposte giuste nei commenti solo il più veloce

si aggiudicherà il premio!

 

*I Quiz sono a cura di Francesco Veltri

  • lo stesso utente potrà vincere una sola copia per ogni uscita di Coelum
  • le copie saranno spedite con servizio Postale Piego Libri
  • le risposte devono essere scritte nei commenti sotto i post (social e sito)
  • il vincitore sarà annunciato nei medesimi canali e contattato dalla redazione

Le 10 comete più luminose degli ultimi anni

0
Nel riquadro il primo piano della coma della cometa Neowise ripresa dal telescopio spaziale Hubble. È la prima volta che Hubble fotografa una cometa di questa luminosità e a tale risoluzione dopo il suo perielio. L'immagine di fondo è stata ripresa invece da Terra, il 16 luglio scorso, da Zoltan G. Levay, dall'emisfero nord. Credits: NASA, ESA, STScI, Q. Zhang (Caltech); immagine da terra copyright © 2020 by Zoltan G. Levay, used with permission

Le 10 comete più luminose in ordine decrescente

Dall’archivio di COELUM un viaggio fra le 10 comete più luminose che hanno solcato i nostri cieli negli ultimi 15 anni circa.

C/2020 F3 NEOWISE

mag. 0,9 anno 2020 (1° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

Dopo oltre due decenni, ecco arrivare la NEOWISE, che ha raggiunto una notevole
luminosità di picco (mag. +0,6) e sfoggiato una lunga coda di polveri facilmente visibile a occhio nudo oltre a una ancora più lunga coda di ioni, più tenue ma rilevabile anche in piccoli strumenti sotto un cielo buio. Per tutte queste sue caratteristiche che, come già ricordato, hanno saputo attirare l’attenzione anche al di fuori della cerchia di appassionati, la NEOWISE sarà probabilmente ricordata come “la grande cometa del 2020”.
Inizialmente, la presenza della Luna e le luci dell’alba hanno leggermente penalizzato le osservazioni e l’hanno quindi parzialmente limitata nella sua maestosità, permettendo però agli astrofotografi di ottenere foto panoramiche davvero meravigliose, che hanno
incastonato la cometa in suggestivi sfondi paesaggistici.

10 comete - C/2020 F3 Neowise
C/2020 F3 Neowise di Corrado Gamberoni

Il report completo sulla cometa C/2020 F3 NEOWISE pubblicato in COELUM ASTRONOMIA N°247 è disponibile per il download QUI

46P/Wirtanen

mag. 3 anno 2018  (2° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

Il 2018 è stato un anno che, dal punto di vista delle osservazioni cometarie, ci ha regalato un po’ di movimento, soprattutto nella sua seconda metà. In particolare, il finale dell’anno è risultato molto frizzante per la presenza nel cielo di un bell’astro chiomato che nel mese di dicembre è cresciuto di luminosità fino a raggiungere la magnitudine +4,5 (nel momento in cui scriviamo).
Sto parlando ovviamente della cometa 46P/ Wirtanen, ben presto ribattezzata la “Cometa di Natale”.
L’estrema vicinanza alla Terra (il 16 dicembre la cometa ha raggiunto la minima distanza dalla Terra) è stata responsabile del sensibile moto proprio dell’oggetto che in un mese “percorrerà” quasi 100° in cielo passando dalle declinazioni australi della Balena a quelle abbondantemente boreali della Lince, divenendo infine circumpolare a fine dicembre. Questo ha fatto sì che l’osservazione risultasse sempre differente, con la cometa che si è mostrata giorno dopo giorno in uno scenario astrale sempre diverso.

10 comete - 46P/Wirtanen
Cometa 46P/Wirtanen con le Pleiadi di Antonio Finazzi

Il report completo sulla cometa 46P/ Wirtanen pubblicato in COELUM ASTRONOMIA N°229 è disponibile per il download QUI

C/2021 A1 Leonard

mag. 3,2 anno 2022 (3° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

In tanti sono rimasti delusi, perché è stata una cometa elusiva, che è cresciuta in luminosità proprio quando le condizioni osservative si sono fatte difficili. È però andata oltre le previsioni dato che un probabile outburst verso metà dicembre l’ha portata a brillare di terza magnitudine, forse addirittura qualcosa in più.

Purtroppo in quel momento si è mostrata appena dopo il tramonto in un cielo molto chiaro ed in procinto di tramontare, cosa che l’ha resa obbiettivo di pochi, ma ciò ne fa comunque un oggetto di tutto rispetto. Pensavamo di averla salutata il 12 dicembre, giorno del suo massimo avvicinamento alla Terra ed ultima giornata in cui si mostrava in un cielo buio ed invece è rimasta inaspettatamente protagonista anche la settimana successiva, quando personalmente le ho dato la caccia in molte serate, riuscendo prima a fotografarla e poi ad osservarla in condizioni estreme il 17 dicembre.

10 Comete - C/2021 A1 Leonard
C/2021 A1 Leonard di Fabrizio Aimar

12P/Pons-Brooks

mag. 3,8 anno 2024 (4° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

Di ritorno dopo oltre settant’anni non si può dire che non abbia fatto parlare di sé, riempiendo per molti mesi le nottate degli appassionati. Eravamo convinti, consultando le previsioni, che sarebbe stato un oggetto da seguire con interesse solo da febbraio, ormai non lontana dal perielio programmato per il 21 aprile. Invece già nel luglio del 2023 un potente outburst l’ha portata agli onori della cronaca. In quell’occasione passò improvvisamente dalla magnitudine 16,5 alla 11,5. Successivamente altri outburst più modesti continuarono a mantenerla più luminosa del previsto, permettendo anche agli osservatori dotati di strumentazione modesta di poterla a seguire. Nell’ultima parte del suo avvicinamento al Sole si è invece mantenuta sui valori previsti, salvo aumentare di circa una magnitudine nei primissimi giorni di aprile a causa un altro evento, che l’ha portata a raggiungere il valore di 3,8 mag. In seguito, soprattutto dopo la prima decade del mese, il suo avvicinamento prospettico (e reale) al Sole ed il conseguente abbassamento sull’orizzonte hanno impedito osservazioni proficue nel momento topico del suo passaggio al perielio. Personalmente l’ho osservata per l’ultima volta con un binocolo di grandi dimensioni il giorno 11, quindi dieci giorni prima del suo massimo avvicinamento alla nostra stella, constatando come l’oggetto che solo una settimana prima, brillando di mag. 4,5, sfoggiava una notevole e luminosa chioma compatta ed una evidente seppur corta coda si era ridotto ad una “cometina” ancora ben percepibile ma penalizzata dalla scarsa altezza sull’orizzonte, dal cielo non completamente buio, dalla Luna crescente e dalla foschia dell’orizzonte. Buon viaggio di ritorno nelle profondità del Sistema Solare ed appuntamento a fra settant’ anni Pons-Brooks.

10 comete - 12P/Pons-Brooks
Il casale e la cometa! di Giuseppe Conzo

Il report completo sulla cometa 12P/Pons-Brooks pubblicato in COELUM ASTRONOMIA N°268

C/2013 R1 Lovejoy

mag. 4,5 anno 2013 (5° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

La C/2013 R1 (Lovejoy), scoperta il 9 settembre 2013, è una cometa che io stesso ho avuto modo di confermare quando è stata inserita tra i NEOCP (NEO Confirmation Page: la lista di oggetti appena scoperti e in attesa di definizione degli elementi orbitali) e che in queste settimane si sta dimostrando parecchio attiva, molto più di quanto ci si potesse aspettare. A novembre, per osservarla dovremo cercarla nel cielo nella seconda parte della notte, quando attraverserà velocemente numerose costellazioni dal Cancro al Boote spostandosi più di 3° al giorno e passando dalla magnitudine +8,5 alla +6,5 […].

10 comete - COMETA C/2013 R1 LOVEJOY
COMETA C/2013 R1 LOVEJOY di Benito Morabito

C/2022 E3 ZTF

mag.4,6 anno 2023 (6° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

Il nome non è certo dei più simpatici, come spesso accade per gli oggetti scoperti da zelanti astronomi o appassionati, non è però espressione di poca fantasia quanto la necessità, al di là dell’interesse suscitato, di catalogare ogni oggetto celeste in modo che risulti poi negli annuali come facile da rintracciare. Tutte le lettere ed i numeri del nome hanno quindi un significato:

C –> non periodica, la cometa quindi torna a farci visita (forse) ogni lasso di tempo superiore a 200 anni almeno

2022 –> anno in cui è stata scoperta
E –> mese in cui è stata scoperta Marzo
3 –> il terzo oggetto di quel mese
ZTF –> è la sigla dell’osservatorio che l’ha individuata nello specifico Zwicky Transient Facility

oggi la cometa, che sembra avere un periodo (quanto tempo trascorre da un passaggio ravvicinato alla Terra e il successivo) di quasi 50.000 anni viene più facilmente etichettata come Cometa di Neanderthal supponendo che proprio gli individui di questa specie siano stati gli ultimi a vederla. Il calcolo sembra essere congruo tuttavia abbiamo davvero pochi elementi per dare per certa questa notizia. Il fatto scientificamente interessante invece è la rottura della coda che l’ha letteralmente divisa in due tronconi visibili anche negli scatti amatoriali. Le cause in questi casi sono incerte ma, dalle nozioni acquisite sulle strutture delle Comete, la rottura, o l’apparente tale, potrebbe essere dovuta all’espulsione di una massa dalla corona sottoposta a notevoli pressioni dal vento solare durante il suo avvicinamento. Un fatto non nuovo a cui siamo oramai abituati, basti ricordare la cometa Encke del 2007 e la Leonard del 2021.

10 comete - C/2022 E3 ZTF
Cometa C/2022 E3 ZTF fra le nebulose a riflessione VdB29 e VdB31 di Cristina Cellini

C/2014 Q2 Lovejoy

mag. 4,8 anno 2015 (7° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

10 comete - C/2014 Q2 Lovejoy
9 mesi di cometa C/2014 Q2 Lovejoy di Adriano Valvasori

C/2012 S1 ISON

mag. 5 anno 2013 (8° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

La cometa C/2012 S1, meglio conosciuta come cometa ISON, è stata una delle comete più discusse e osservate degli ultimi anni. Scoperta il 21 settembre 2012, questa cometa non periodica ha catturato l’attenzione di astronomi e appassionati di tutto il mondo per la sua promessa di diventare uno degli oggetti più brillanti nel cielo notturno.

La cometa ISON aveva un’orbita altamente eccentrica e radente, che l’ha portata a passare molto vicino al Sole. Questo passaggio ravvicinato, noto come perielio, è avvenuto il 28 novembre 2013. Prima del suo perielio, ISON è stata oggetto della campagna di osservazione coordinata più grande della storia, con più di una dozzina di veicoli spaziali e numerosi osservatori terrestri che hanno raccolto quello che si ritiene essere il più grande dataset cometaio singolo della storia.

10 comete - C/2012 S1 ISON
Cometa C/2012 S1 ISON di Adriano Valvasori

C/2014 E2 Jaques

mag. 6 anno 2014 (10° fra le comete più luminose degli ultimi anni)

La cometa C/2014 E2, conosciuta come Jacques, è stata una delle comete più affascinanti degli ultimi anni. Scoperta il 13 marzo 2014 dal team di astronomi brasiliani Cristóvão Jacques, Eduardo Pimentel, João Ribeiro de Barros e Marcelo Dias, questa cometa a lungo periodo ha offerto uno spettacolo celeste memorabile.

La cometa Jacques è stata individuata presso l’osservatorio SONEAR in Brasile. Con un’orbita altamente eccentrica, ha un periodo orbitale che varia da circa 12.000 a 22.000 anni, a seconda delle soluzioni barycentriche per le epoche 1950 e 2050. Nel marzo 2014, Jacques appariva con una coma densa e luminosa, visibile anche con telescopi di 8 pollici. Ha raggiunto il perielio, il punto più vicino al Sole nella sua orbita, il 2 luglio 2014, e ha raggiunto una magnitudine apparente di circa 6 a metà luglio, diventando visibile con binocoli sopra il bagliore del crepuscolo mattutino.

Conclusione

QUIZ TIME COELUM – 23-05-2024

0
Quiz Time 23-05
Quiz Time 23-05

Quiz Time COELUM del 23-05-2024

Quiz Time 23-05
Quiz Time 23-05

Segui @coelumastronomia su Facebook e Instagram o su www.coelum.com partecipa ai quiz

 e vinci immediatamente una copia di Coelum!

La rapidità è fondamentale: scrivi le risposte giuste nei commenti solo il più veloce

si aggiudicherà il premio!

 

*I Quiz sono a cura di Francesco Veltri

  • lo stesso utente potrà vincere una sola copia per ogni uscita di Coelum
  • le copie saranno spedite con servizio Postale Piego Libri
  • le risposte devono essere scritte nei commenti sotto i post (social e sito)
  • il vincitore sarà annunciato nei medesimi canali e contattato dalla redazione

Missione Euclid: le 5 nuove immagini

0
Euclid Messier 78
Un velo filamentoso arancione copre una brillante regione di formazione stellare. Lo sfondo è scuro, punteggiato di stelle e galassie che vanno da piccoli punti luminosi a forme stellate. Il velo in primo piano si estende dall'alto a sinistra all'angolo in basso a destra e ricorda un cavalluccio marino. Le stelle luminose illuminano le regioni degli "occhi" e del "petto" con una luce viola. All'interno della coda, tre punti luminosi si trovano in una formazione simile a un semaforo. CREDITO ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi

Diffuse le nuove immagini dell’Universo remoto catturate da Euclid

Il 23 maggio l’ESA Agenzia Spaziale Europea e il consorzio Euclid  hanno reso pubblico il secondo blocco di immagini catturate da Euclid che segue, a distanza di mesi, la prima pubblicazione avvenuta il 7 novembre 2023 Qui i primi scatti

Le nuove immagini fanno parte delle Osservazioni sulla pubblicazione anticipata di Euclid. Accompagnano i primi dati scientifici della missione, anch’essi resi pubblici oggi, e 10 articoli scientifici di prossima pubblicazione. Il tesoro arriva meno di un anno dopo il lancio del telescopio spaziale e circa sei mesi dopo che ha restituito le prime immagini a colori del cosmo.

Presentiamo ora le immagini per poi approfondire successivamente le note sul rilascio:

Abell 2390

Euclid Abell 2390
Migliaia di stelle e galassie punteggiano l’immagine su uno sfondo nero come la pece. Alcune stelle luminose mostrano sei picchi di diffrazione provenienti da un alone luminoso centrale. Altre stelle e galassie sono solo piccoli punti luminosi, come granelli di vernice distribuiti sull’immagine. La stella più luminosa si trova nell’angolo in alto a sinistra. Al centro dell’immagine, i minuscoli punti luminosi sono più abbondanti. CREDITI
ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi

L’immagine di Euclid dell’ammasso galattico Abell 2390 rivela più di 50.000 galassie e mostra una bellissima visualizzazione della lente gravitazionale, raffigurante giganteschi archi curvi nel cielo, alcuni dei quali sono in realtà viste multiple dello stesso oggetto distante. Euclid utilizzerà il lensing (dove la luce che arriva a noi da galassie lontane viene piegata e distorta dalla gravità) come tecnica chiave per esplorare l’Universo oscuro, misurando indirettamente la quantità e la distribuzione della materia oscura sia negli ammassi di galassie che altrove. Gli scienziati di Euclid stanno anche studiando come le masse e il numero degli ammassi di galassie nel cielo siano cambiati nel tempo, rivelando di più sulla storia e sull’evoluzione dell’Universo.

Il ritaglio di Euclid di Abell 2390 mostra la luce che permea l’ammasso proveniente dalle stelle che sono state strappate via dalle loro galassie madri e si trovano nello spazio intergalattico. Osservare questa “luce intraammasso” è una specialità di Euclide, e questi orfani stellari potrebbero permetterci di “vedere” dove si trova la materia oscura.

Messier 78

 

Euclid Messier 78
Un velo filamentoso arancione copre una brillante regione di formazione stellare. Lo sfondo è scuro, punteggiato di stelle e galassie che vanno da piccoli punti luminosi a forme stellate. Il velo in primo piano si estende dall’alto a sinistra all’angolo in basso a destra e ricorda un cavalluccio marino. Le stelle luminose illuminano le regioni degli “occhi” e del “petto” con una luce viola. All’interno della coda, tre punti luminosi si trovano in una formazione simile a un semaforo.
CREDITO
ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi

Questa immagine mozzafiato presenta Messier 78, un vibrante vivaio stellare avvolto nella polvere interstellare. Euclid ha scrutato in profondità questo vivaio utilizzando la sua fotocamera a infrarossi, esponendo per la prima volta regioni nascoste di formazione stellare, mappando i suoi complessi filamenti di gas e polvere con un dettaglio senza precedenti e scoprendo stelle e pianeti appena formati. Gli strumenti di Euclid possono rilevare oggetti solo poche volte la massa di Giove, e i suoi “occhi” a infrarossi rivelano oltre 300.000 nuovi oggetti solo in questo campo visivo. Gli scienziati stanno utilizzando questo set di dati per studiare la quantità e il rapporto tra le stelle e gli oggetti più piccoli (substellari) trovati qui, fondamentali per comprendere le dinamiche di come le popolazioni stellari si formano e cambiano nel tempo.

NGC6744

Euclid NGC 6744
Una galassia a spirale su uno sfondo scuro punteggiato di punti luminosi. La spirale in senso orario ha molti bracci, non completamente distinguibili l’uno dall’altro, che si estendono da un punto centrale luminoso. C’è una sottile struttura nuvolosa proprio sopra la galassia, alla periferia del suo braccio più lontano. In basso a sinistra dell’immagine due punti luminosi sono circondati da un alone di luce.
CREDITO
ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi

In questa immagine Euclide mostra NGC 6744, un archetipo del tipo di galassia che attualmente forma la maggior parte delle stelle nell’Universo locale. L’ampio campo visivo di Euclide copre l’intera galassia, catturando non solo la struttura a spirale su scala più grande ma anche dettagli squisiti su piccola scala spaziale. Ciò include strisce di polvere simili a piume che emergono come “speroni” dai bracci della spirale, mostrati qui con incredibile chiarezza. Gli scienziati stanno utilizzando questo set di dati per capire come la polvere e il gas sono collegati alla formazione stellare; mappare come le diverse popolazioni stellari sono distribuite nelle galassie e dove le stelle si stanno attualmente formando; e svelare la fisica dietro la struttura delle galassie a spirale, qualcosa che non è ancora del tutto compreso dopo decenni di studio.

Abell 2764 (e stella luminosa)

Un cielo stellato su uno sfondo scuro. La stella grande e luminosa si trova nella parte inferiore dell’immagine. Nell’angolo in alto a destra le galassie si raggruppano e embrano piccole sfere luminose ed ellissoidi. In tutta l’immagine, piccoli punti luminosi e una manciata di sfere luminose sono distribuiti uniformemente.
CREDITO
ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi

Questa vista mostra l’ammasso di galassie Abell 2764 (in alto a destra), che comprende centinaia di galassie all’interno di un vasto alone di materia oscura. Questa visione completa di Abell 2764 e dintorni, ottenuta grazie al campo visivo straordinariamente ampio di Euclid, consente agli scienziati di accertare il raggio dell’ammasso e di vederne la periferia con le galassie lontane ancora nell’inquadratura. Le osservazioni di Euclid di Abell 2764 stanno inoltre consentendo agli scienziati di esplorare ulteriormente le galassie nelle lontane epoche buie cosmiche, come con Abell 2390.

Qui si vede anche una stella in primo piano molto luminosa che si trova all’interno della nostra galassia (V*BP-Phoenicis/HD 1973, una stella all’interno della nostra galassia e nell’emisfero meridionale che è quasi abbastanza luminosa da essere vista dall’occhio umano). Quando osserviamo una stella attraverso un telescopio, la sua luce viene dispersa verso l’esterno in un alone circolare diffuso a causa dell’ottica del telescopio. Euclid è stato progettato per ridurre al minimo questa dispersione. Di conseguenza, la stella provoca pochi disturbi, permettendoci di catturare deboli galassie distanti vicino alla linea di vista senza essere accecati dalla luminosità della stella.

Dorado Group

Euclid Dorado Group
Un cielo stellato su sfondo nero con tre grandi strutture luminose. I due più grandi, al centro e al centro-destra dell’immagine, hanno centri molto luminosi circondati da grandi aloni sferici. Le periferie di questi aloni sembrano toccarsi. Una terza struttura luminosa è presente in basso a sinistra e sembra una piccola versione ellissoidale delle altre due. Infine, nell’angolo in alto a sinistra si trova una sottile ellisse allungata e luminosa.
CREDITO
ESA/Euclid/Euclid Consortium/NASA, elaborazione delle immagini di J.-C. Cuillandre (CEA Parigi-Saclay), G. Anselmi

Qui, Euclid cattura le galassie che si evolvono e si fondono “in azione” nel gruppo di galassie Dorado, con bellissime code e conchiglie di marea viste come risultato di interazioni continue. Gli scienziati stanno utilizzando questo set di dati per studiare come si evolvono le galassie, per migliorare i nostri modelli di storia cosmica e capire come si formano le galassie all’interno degli aloni di materia oscura. Questa immagine mostra la versatilità di Euclid: qui è visibile un’ampia gamma di galassie, da molto luminose a molto deboli. Grazie alla combinazione unica di Euclid di ampio campo visivo, notevole profondità e alta risoluzione spaziale, è in grado di catturare caratteristiche minuscole (ammassi stellari), più ampie (nuclei di galassie) ed estese (code di marea) tutto in un unico fotogramma. Gli scienziati stanno anche cercando singoli ammassi di stelle distanti conosciuti come ammassi globulari per tracciare la loro storia e dinamica galattica.

Dove si trovano nel cielo i primi oggetti fotografati da Euclid

Euclid mappa 10 foto
CREDITO
ESA/Euclid/Consorzio Euclid.

Questa mappa del cielo mostra le posizioni di 10 dei primi oggetti astronomici presi di mira dalla missione spaziale Euclid dell’ESA. Gli obiettivi sono fissati su una proiezione ovale del nostro cielo notturno, con le aree che Euclid osserverà durante la sua missione di rilevamento della durata di sei anni mostrate in blu, e le aree di rilevamento profondo in giallo.

La Missione Euclid: Uno Sguardo nell’Oscurità dell’Universo

La missione Euclid rappresenta uno dei progetti più ambiziosi e significativi nel campo dell’astrofisica e della cosmologia. Progettata per scrutare gli angoli più remoti e oscuri dell’universo, Euclid si pone come un faro di conoscenza per comprendere meglio la materia e l’energia oscura che permeano il cosmo.

Progettazione e Finanziamento della Missione Euclid

Euclid è stata concepita come la seconda missione di classe Medium (M2) del Programma Scientifico dell’ESA, approvata dal Science Programme Committee (SPC) nel giugno 2012. Il progetto ha visto la luce grazie al contributo di un consorzio europeo di oltre mille scienziati e più di cento istituti in tredici nazioni, con la partecipazione significativa della NASA, che ha fornito i rivelatori per uno degli strumenti principali. L’Italia, in particolare, ha giocato un ruolo cruciale nel coordinamento generale del Ground Segment scientifico (SGS), essenziale per il successo della missione.

Lancio e Operazioni

Il telescopio Euclid è stato lanciato il 1 luglio 2023 a bordo di un Falcon 9 di SpaceX, segnando l’inizio di una nuova era nell’esplorazione spaziale. Dopo il lancio, il telescopio è entrato in orbita attorno al punto lagrangiano L2 del sistema Sole-Terra, una posizione strategica per le osservazioni astronomiche.

Caratteristiche Tecniche

Euclid è dotato di un telescopio Korsch anastigmatico a tre specchi nel visibile e infrarosso, con uno specchio del diametro di 1,2 metri. Questa configurazione gli permette di catturare immagini ad alta risoluzione di vasti tratti di cielo, fornendo dati preziosi per la mappatura tridimensionale dell’universo.

Risultati della Missione

Le prime immagini rilasciate dall’ESA il 7 novembre 2023 hanno rivelato dettagli senza precedenti dell’universo. Euclid ha catturato immagini astronomiche di vaste porzioni di cielo con una nitidezza mai vista, dimostrando il suo potenziale nel creare la più estesa mappa 3D dell’universo mai realizzata. Queste immagini hanno mostrato l’ammasso di galassie del Perseo e altre miriadi di galassie sconosciute e lontanissime, fornendo una visione senza precedenti dell’universo.

 

QUIZ TIME COELUM

0

ARRIVA

Quiz Time COELUM!

Segui @coelumastronomia su Facebook e Instagram o su www.coelum.com partecipa ai quiz

 e vinci immediatamente una copia di Coelum!

La rapidità è fondamentale: scrivi le risposte giuste nei commenti solo il più veloce

si aggiudicherà il premio!

 

*I Quiz sono a cura di Francesco Veltri

  • lo stesso utente potrà vincere una sola copia per ogni uscita di Coelum
  • le copie saranno spedite con servizio Postale Piego Libri
  • le risposte devono essere scritte nei commenti sotto i post (social e sito)
  • il vincitore sarà annunciato nei medesimi canali e contattato dalla redazione

SCOPRI LA TERZA APOC DEL 2024!

0

QUALE IMMAGINE SARA’ STATA SCELTA COME APOC PER IL NUMERO 268 DI COELUM?

A partire dal numero 266, Coelum sceglie gli scatti più caratteristici
ed interessanti tra tutti quelli caricati in PHOTOCOELUM.
6 le immagini che NEL 2024 riceveranno il riconoscimento
APOC – Astronomy Picture of Coelum“.
una potrebbe essere PROPRIO la tua, carica i tuoi lavori in photocoelum.

 

Scopri l’APOC n°3 in Coelum Astronomia 268 II 2024

La APOC n°2 è stata assegnata a Federico Pelliccia per la Cometa 12P/PONS-BROOKS

12P/Pons-Brooks di Federico Pelliccia

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

There was an error while trying to send your request. Please try again.

Autorizzo Coelum Astronomia a contattarmi via e-mail utilizzando le informazioni che ho fornito in questo modulo sia per fini informativi (notizie e aggiornamenti) che per comunicarmi iniziative di marketing.