Editoriale – Coelum n.184 – 2014

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L’esigenza di crescere e durare

Torna settembre, e questo che state sfogliando è il primo numero di Coelum riservato esclusivamente agli abbonati. Un pensiero in meno per ciò che riguarda il buon esito della distribuzione in tutta Italia ma, ovviamente, una preoccupazione in più per l’esito della campagna di abbonamento.
Preoccupazione del tutto relativa, perché non è certo in gioco la sopravvivenza economica della rivista, questo no… ma una cosa forse ancora più importante, ovvero la sua capacità di stare sul mercato con la concreta possibilità di continuare a dare il meglio ai suoi lettori. Senza vivacchiare e senza ripetersi.
Caratteristiche queste che dipendono solo in minima parte dal successo economico, e molto dalla gratificazione che viene dal sentirsi apprezzati dai lettori.
Se in questi giorni siamo a spiare l’andamento della crescita numerica degli abbonamenti non è solo per mettere bandierine sul fatturato aziendale, ma per la sana curiosità di sapere quanto indispensabile sia Coelum per il mondo dell’astronomia italiana.
La nostra curiosità non potrà però essere soddisfatta prima della fine del mese; solo per quella data, infatti, conosceremo finalmente la risposta di tutti quei lettori che durante l’estate avranno avuto di meglio da fare che pensare ai destini di Coelum. Sarà così l’autunno a dirci se la nostra sarà stata una mossa vincente.
E proprio parlando di questo, giorni fa, siamo arrivati in redazione a una riflessione interessante. E cioè che per una rivista passare da un sistema “aperto” come la vendita in edicola, a uno “chiuso” come quello degli abbonamenti è un po’ come fondare e cominciare a gestire un club molto esclusivo. Un circolo all’inglese, dove i soci sono anche i proprietari di tutto, si sentono a casa loro, si conoscono e si danno del tu, sia pure con molto aplomb.
Questa cosa ci è piaciuta, e abbiamo deciso che sarebbe stato interessante svilupparla ancora di più.
Non sappiamo ancora come, ci stiamo pensando, ma personalmente posso già dirvi che a me intrigherebbe molto l’idea di un “azionariato popolare”…
Di cosa si tratta in realtà? Beh, Con l’azionariato popolare si vuol ottenere in pratica una capillare diffusione delle quote di proprietà. Queste, anziché essere possedute da un solo proprietario, passano nelle mani di un numero, il più elevato possibile, di soci.
La proposta potrebbe essere indirizzata dunque a tutti coloro che apprezzano il nostro modo di fare astronomia e a quanti in questi anni si sono affezionati al giornale. Anche con una sola azione si potrebbe diventar proprietari e aver diritto a partecipare alle riunioni dell’assemblea dei soci che si svolgerebbero periodicamente, come prevede ogni statuto di una normale società, e aver in quella sede diritto di parola e di controllo. Lo scopo è di dare la necessaria garanzia di stabilità e di indipendenza alla testata, e in pratica la rivista diverrebbero proprietà dei lettori, i quali ne diventerebbero gli editori a pieno titolo.
Ma queste, lo riconosco, sono cose che se ne stanno ancora molto più in là di Giove, come certe comete che vengono avvistate per la prima volta.
Un passo alla volta. Anzi, come direbbe Eleonor Arroway, la protagonista di Contact… “piccoli passi!”.
Per il momento possiamo solo pregarvi di una cosa: sentitevi già soci del Club… E come tali impegnatevi a diffondere il nome di Coelum e invitate anche i vostri amici ad abbonarsi!

3 Commenti

  1. Interessante la parte relativa ai soci della rivista….si suonerebbe come un circolo inglese, di sicuro ci si sentirebbe molto più a “casa” essendo parte davvero integrate della rivista Coelum…Penso fortemente che a volte, ma soprattutto al giorno d’oggi, la gente abbia bisogno di potersi interfacciare con qualcosa a cui crede, far parte di un progetto del quale si è a conoscenza e si ha voglia di aiutare nello sviluppo dello stesso. Parlando del cambio radicale cartaceo/digitale, secondo me, bisogna tenere anche in considerazione il fattore “possessori” di dispositivi digitali atti a poter leggere i contenuti multimediale….Mi spiego meglio…La mia speranza è che comunque tutti quelli che hanno fin’ora acquistato la versione cartacea abbiano a disposizione appunto tali dispositivi, tutto sommato conosco gente che segue riviste in abbonamento cartaceo, non possiedono un pc e nemmeno un tablet, se queste riviste farebbero il nostro stesso percorso, perderebbero quella parte (seppur minima) di lettori, ergo, abbonamento o acquisto singolo. Sono comunque dlel’idea che oggi come oggi l’interesse per questa nostra materia sia ad appannaggio di internauti per la maggior parte…Per cui speriamo in una partenza interessante e che i numeri siano dalla nostra parte! 🙂 Saluti Forum!

  2. Mah come azionariato popolare…direi che le azioni devono essere accessibili a tutti…magari con quote basse, senza strafare se no si rischia di bruciare l’idea…per le riunioni d’assemblea perchè non utilizzare il web? Skype? Sarebbe un modo comodo e alla portata di tutti noi partecipare…mi pare si possano fare conferenze con skype….