Editoriale – Coelum n.170 – 2013

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È tornata la fiera dell’Astronomia di Novegro. La vecchia Astron, ve la ricordate ancora? Solo che adesso ha cambiato nome e si chiama Scienza & Natura EXPO – Speciale Astronomia.
L’abbiamo fortemente voluta noi di Coelum, almeno nella parte astronomica, perché in questi mesi in cui la crisi del paese ha finito per privare tante persone della possibilità e della voglia di coltivare anche la passione per il cielo, qui in redazione ci siamo messi intorno ad un tavolo e abbiamo deciso di rimestare un po’ le acque.

O di provarci, almeno.
Così, prima di tutto, abbiamo voluto che il vuoto degli ultimi anni fosse di nuovo riempito dal classico appuntamento milanese; che insieme alla UAI abbiamo provveduto a valorizzare con eventi di un certo impegno e di molto effetto, come la teleconferenza con gli astronomi del radiotelescopio ALMA in Cile, Giorgio Siringo e Massimiliano Marchesi, e i talk-show in fiera tenuti da astronomi e personaggi di rango come Giorgio Bianciardi, Renato Falomo, Gianpietro Marchiori, Jader Monari e Roberto Ragazzoni (nel sito di Coelum è disponibile un resoconto completo degli eventi e la diretta da ALMA).

Ha funzionato. La gente è venuta, ha partecipato, è tornata a divertirsi con l’astronomia.

Tutto bello, ma era solo l’inizio; sapevamo che ci voleva dell’altro; che i problemi da affrontare erano tanti, e tutti superiori alle magre forze di un settore sfinito da problemi economici, inquinamento luminoso e crisi di vocazione delle nuove generazioni. Così ci è venuta l’idea di riunire le risorse, di proporre a tutti gli operatori, commerciali o culturali, di mettersi insieme in una specie di Gilda; che poi la Gilda, vogliamo dirlo subito, è solo un modo simpatico (ci penseranno i legali a precisare meglio lo stato giuridico) per definire una corporazione di persone aventi uno scopo comune.

Per fare che, chiederà qualcuno? Per avere voce in capitolo è la risposta. Per comprare insieme degli spazi sui giornali – ad esempio – e promuovere l’astronomia, per parlare con una voce sola alle amministrazioni di ogni livello e ai politici, per combattere l’inquinamento luminoso o promuovere manifestazioni, per vendere meglio ai media un prodotto e un movimento che si chiama “astronomia”.

Dovevamo però farlo sapere. E così abbiamo approfittato dell’incontro di Novegro per mettere la gente intorno a un tavolo: istituzioni, associazioni, aziende, riviste. Tutti invitati, anche se non tutti sono venuti; ma era importante fare il primo passo, Gilda o Consorzio che fosse. Anche perché c’era dell’altro. Soltanto assicurandoci una base comune, infatti, avrebbe preso forma il prossimo anno quello che nei nostri desideri sarà la woodstock dell’astronomia italiana. L’evento che per una settimana intera, in uno scenario da favola astronomica, dovrà riuscire ad attirare i media e creare l’evento; che è la cosa di cui abbiamo più bisogno (dopo l’apparizione di una cometa più che straordinaria o di una supernova galattica) per rinvigorire la passione dei padri e attirare l’attenzione dei figli. Senza di che, ne siamo sicuri, tra poco non ci sarà più cielo né voglia di guardarlo. Per nessuno.

Ma di questo, di quanto ci siamo detti intorno al tavolo e dei progetti per il prossimo anno sarà meglio continuare a parlare più avanti. Anche per dare tempo a tutti di scegliere con calma da che parte stare. Intanto, fateci sapere cosa ne pensate, perché ovviamente al centro di tutto ci siete voi.
Giovanni Anselmi

2 Commenti

  1. Giovanni,
    L’idea è molto buona anche se servirebbe un po’ più di ottimismo. E’ vero che i problemi sono tanti (gli hai esposti correttamente), ma la situazione è quella che conosciamo, non possiamo mettere il telescopio prima del pane quotidiano.
    Nel passato ci sono stati altri momenti di crisi, ma spesso è bastato un fenomeno straordinario per riaccendere gli animi sia dei padri che dei figli: a fine anno ci sara una buona occasione con la cometa, sono certo che ci saranno molti nasi in su.

    Luciano Lai

  2. in crisi credo che sia soprattutto la voglia di Conoscenza , in fin dei conti un piccolo telescopio per iniziare costa molto meno di uno smartfone , sono d’accordo con il sig. Lai. un po più di ottimismo e soprattutto qualche esposizione o fiera in più dedicata all’ argomento non guasterebbe …

    Andrea Sartiani