Editoriale – Coelum n.163 – 2012

0

Il bosone è stato finalmente trovato o almeno sembra, visto che più di qualcuno continua a dire che gli pare un po’ troppo piccolo, e che magari quello è solo uno dei possibili bosoni di Higgs, e non l’unico.
“Epicicli”, direbbe a questo punto Fritz Zwicky, allo stesso modo in cui rispose a chi molti anni fa gli chiedeva un giudizio sull’attendibilità della moderna cosmologia. Come a dire che molto probabilmente eravamo (e siamo) allo stesso punto degli antichi che, con centinaia di epicicli, pensavano di aver risolto definitivamente ogni movimento del cielo osservabile. Comunque sia, con quello che ci è costato conviene tenerselo molto stretto questo bosone, e allo stesso tempo cercare di capire, dal punto di vista degli astronomi, se la scoperta di questa particella potrà avere una qualche influenza sugli indirizzi futuri della odierna cosmologia, sempre alla ricerca del quid che riesca a legittimare concetti usatissimi, seppure indimostrati; quali l’inflazione, l’esistenza della materia oscura e (soprattutto) quella dell’energia oscura.
La consapevolezza della validità del modello standard delle particelle elementari, potrà regalare una qualche idea anche agli astronomi? Il nostro astrofisico principe, Alberto Cappi, lo ha chiesto a una cinquina di colleghi fisici e cosmologi, e le risposte, se avete una qualche conoscenza di sanscrito, potrete gustarvele proprio in questo numero.

Ma per quanto decisamente ostica, la fisica delle particelle non sarà mai così faticosa da padroneggiare come le decisioni che questo periodo di profondissime trasformazioni sta imponendo all’editoria in genere e in particolare alle riviste di settore come la nostra.
I periodici su carta sono forse destinati a diventare in un prossimo futuro materiali da bibliofili? I lettori cercheranno e organizzeranno da sé il loro sapere, frugando nel mare della Rete? Le edicole spariranno? E quando?
E se la cosa è irreversibile, converrà allora accelerare questo trapasso, accettando la completa trasformazione (verso cosa, poi, se la divulgazione come forma di mediazione sparirà anch’essa?), oppure sarà più conveniente difendere l’orticello fino alla fine? E in più, non stiamo forse parlando di una materia, l’astronomia, che sta sempre più portando i suoi confini in ambiti in cui non è più possibile, per un appassionato, vivere un ruolo di partecipazione attiva? Non stanno forse scomparendo le notti serene? E la crisi economica? E la disaffezione sempre più diffusa per le cose “troppo difficili”?
Tante domande, che ci tengono un po’ in apprensione e sulle quali sarebbe bello sentire anche il vostro parere.
Per il momento, per festeggiare il 15° anno di vita di Coelum, abbiamo cambiato il formato della rivista. Così, con il piglio della bella ragazza che cambia pettinatura e si sente rinascere.
Il resto verrà da sé. Perché sicuramente qualcos’altro di bello ci verrà in mente.

Giovanni Anselmi