Come è stata la delusione? Qui in redazione siamo ormai talmente disincantati da non avere più la percezione di come gli appassionati di astronomia reagiscano alle continue frustrazioni di un universo che sembra ostinarsi a negare tutto il suo meglio; e per di più in combutta con un meteo quasi sempre inclemente e le condizioni fatiscenti di un cielo sempre più vuoto di stelle.
Personalmente ho evitato di chiedere in giro, ma non mi risulta difficile immaginare i commenti, le mezze imprecazioni e gli sfottò che da tutta Italia (e da tutta Europa) saranno stati lanciati la sera dell’8 ottobre da quei pochi coraggiosi (per fortuna i grandi media si sono disinteressati della cosa) che dando retta ai nostri articoli si sono sparpagliati per le campagne con la speranza di godersi uno spettacolo unico e rarissimo come quello di una tempesta di stelle cadenti…
– Siamo sfortunati – questo si sarà detto… – viviamo la nostra passione in un’epoca avarissima di soddisfazioni…
E in effetti, come dar loro torto? Dev’essere dura aprire un qualsiasi vecchio libro di astronomia e trovarvi delle mirabolanti descrizioni di comete le cui code (doppie, triple o addirittura quintuple) andavano da una parte all’altra dell’orizzonte, richiamando moltitudini di persone incantate… Mostri del cielo, come avrebbe detto il caro Maffei, che non si peritavano di passare con una frequenza spaventosa, e a volte anche due alla volta…
E le grandi meteoriti? Leggi le antiche cronache, e i nomi di Alfianello, Orvinio, Collescipoli… sono lì a farti intravedere tempi in cui la caduta continua di grandi massi fiammeggianti doveva essere un fatto abbastanza comune… Non come oggi, che se ti capita di cogliere un bolidino grande come Giove ti chiami fortunato.
Non parliamo poi delle congiunzioni, dei transiti, delle occultazioni… Pagine e pagine in cui si parla di configurazioni magiche, di stelle novae grandi quanto una supernova, pianeti che nascondono altri pianeti. Poi guardi le date, t’immagini di guardare nel tuo strumento Venere che occulta Giove, o Marte che copre Mercurio e ti accorgi che fino al 1818 la cosa sembrava accadere un mese sì e l’altro pure… poi, più niente! E che in futuro la cosa ricomincerà soltanto a partire dal 2065, quando di occultazioni ce ne saranno addirittura quattro in 14 anni…
E tu te ne stai lì a pensare che la tua vita si sta svolgendo proprio nella pausa tra le due tempeste, e ti senti come un esperto di macchie solari vissuto nel periodo del minimo di Maunder. E ovviamente ti chiedi pure se c’è un qualche significato cosmogonico nella sottile perfidia con cui il destino ha regalato straordinarie
occultazioni planetarie a chi non aveva ancora degli strumenti per vedere e fotografare…
E le tempeste di meteore, tanto per riaprire la ferita? Leggi le previsioni e ti ritrovi a programmare uscite notturne per cogliere degli ZHR di 30 stelline cadenti… Con il pensiero che ogni tanto va alle piogge torrenziali che si sono succedute in un secolo fino al 1946, con resoconti che con straordinaria vividezza
calcano la mano sulle decina di migliaia di pezzetti di fuoco che incendiavano il cielo mentre la gente sotto se ne stava lì mezza morta dalla paura…
E poi, eclissi di ogni tipo, aurore boreali anche in Sicilia… Insomma, è mai possibile che tutto sia successo prima di noi, e che ricomincerà solo dopo di noi?
Ovviamente no, e vorrei anche spiegare perché… ma ora non faccio più in tempo. Scriveteci voi nel frattempo, e diteci se vi riconoscete in questo atteggiamento e se avete un’opinione sul perché si tende a considerare la nostra vita come se si svolgesse sempre al di fuori della storia, astronomica o meno.
E’ la sorte di come noi è sempre alla ricerca di esperienze che lascino il segno. Io ho avuto la fortuna nel lontano 95 di vedere uno di quei Bolidi che faceva davvero spavento …. ricordo ancora i colori e addirittura il rumore che faceva mentre attraversava l’atmosfera …. in effetti si, occasioni del genere, pare anche a me che diventino sempre meno frequenti. Anche io ho l’impressione che tutto quello che di più bello potesse succedere sia già successo. Forse perché siamo esseri insaziabili costantemente alla ricerca di qualcosa che cambi la nostra vita. Parlo di me che quando mi affaccio al balcone di casa riesco a contare una decina di stelle a stento …. la mia città è Taranto dove inquinamento luminoso e atmosferico la fanno da padrona. Alle volte mi soffermo a pensare e a scrutare il cielo come un bambino, sperando che proprio da lassù ci venga l’ispirazione per andare oltre, per cercare altrove quello che qui proprio non riusciamo a trovare. Cieli sereni, inverno freddo, secco e telescopi collimati a tutti 😉
A dimenticavo…..complimenti per l’articolo. Ha qualcosa di nostalgico e romantico