Nell’era della fotografia digitale scrivere un libro sull’osservazione visuale del cielo profondo richiede una certa dose di coraggio, e ancora di più ce ne vuole per raccontare al lettore la storia dell’astronomia visuale attraverso le vite e le opere dei suoi protagonisti dei secoli passati.
Il gap tra il mondo dell’astronomia non professionale di oggi e quello del passato è così grande che un momento di irriflessione potrebbe portarci a concludere che tra un Herschel e un osservatore contemporaneo di ammassi e nebulose ci debba essere la stessa differenza che passa tra un cavernicolo e un pilota d’astronave.
