TROVATO IL BOSONE di HIGGS – Cambia qualcosa per la cosmologia?

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TROVATO IL BOSONE di HIGGS – Cambia qualcosa per la cosmologia?

Bosone di Higgsll 4 luglio di quest’anno a Ginevra è stato dato l’atteso annuncio della scoperta del bosone di Higgs, o almeno di una particella che ha tutta l’aria di esserlo (si veda l’articolo di Daniele Gasparri su Coelum on-line (www.coelum.com/?p=24781 o il QR-code in basso). L’impatto mediatico è stato enorme… d’altronde l’interesse di questa scoperta per la fisica fondamentale è evidente, ma quali sono esattamente le sue implicazioni cosmologiche? Su invito del direttore di Coelum, Giovanni Anselmi, ho raccolto le opinioni di alcuni illustri colleghi cosmologi italiani – che ringrazio per la disponibilità pur nel periodo a cavallo di Ferragosto – rivolgendo loro alcune domande (con un pizzico di provocazione) che penso possano interessare i lettori di questa rivista.

QR GasparriLa prima domanda, ovvia, riguarda le implicazioni per la cosmologia della scoperta; la seconda si riferisce all’ipotesi che l’Higgs possa essere identificato proprio con l’inflatone, ovvero la particella che avrebbe causato l’espansione esponenziale dell’Universo nei primi istanti di vita (la fase detta inflazionaria). La terza è motivata dal fatto che l’energia misurata per il bosone di Higgs è vicina a un valore critico, in corrispondenza del quale il vuoto dello spazio non sarebbe stabile (nella teoria quantistica dei campi infatti anche il vuoto ha un’energia) e, in tal caso, si potrebbe pensare che da un momento all’altro il falso vuoto possa decadere nel vero vuoto, distruggendo il nostro universo. La quarta domanda verte su ciò che potremo aspettarci dall’LHC (Large Hadron Collider) nel prossimo futuro. La quinta, infine, è stata ispirata dal fatto che, proprio poco dopo l’annuncio della scoperta, il governo italiano aveva previsto significativi tagli ai finanziamenti di INFN, CNR, INAF e di tutti gli altri enti di ricerca italiani (poi sospesi) e, come se non bastasse, si erano aggiunte alcune proposte di parlamentari italiani francamente folcloristiche (come l’abolizione dell’Istituto Nazionale di Vulcanologia e di Geofisica perché non riesce a prevedere i terremoti, o l’assegnazione del personale degli enti di ricerca alle regioni) ma emblematiche di un certo atteggiamento verso la ricerca in Italia.