
Esattamente duecento anni fa, il 4 maggio 1814, l’Imperatore di Francia Napoleone Bonaparte veniva esiliato all’Elba, isola da dove fuggì il 26 febbraio 1815 per inseguire il sogno di conquista che da lì a poco si sarebbe definitivamente fermato sui campi di Waterloo. Un sogno che, come vedremo, fu anche alimentato dall’apparizione di tre grandi comete che sembrarono sottolineare i momenti cruciali della sua travagliata vita pubblica.
Nel corso della sua effimera parabola politica Napoleone dimostrò sempre un sincero interesse per le scienze e in particolare per la matematica, materia doin cui eccelleva e che aveva studiato a fondo in quanto tenente di artiglieria. Del resto, erano quelli gli anni in cui un acuto osservatore dei costumi, il conte Henri de Saint-Simon, scriveva: «Al giorno d’oggi si prendono informazioni su un giovane non più chiedendo quanti autori greci e latini ha studiato, ma se conosce il calcolo differenziale e le altre scienze». E della scienza il giovane generale capì subito l’importanza dal punto di vista pratico, collegato sopratutto a fini militari, senza però mai perdere di vista i vantaggi che potevano derivargli dal guadagnarsi l’appoggio pubblico delle migliori menti del tempo…