I due autori dell’articolo che tanto scalpore fece nell’ambiente scientifico americano; tanto più perché venne scritto da due esperti del settore, considerati fino ad allora dei serissimi scienziati, poco inclini alla goliardia. A sinistra: l’americano Alexander J. Dessler (1928), a destra l’inglese Christopher T. Russell (1943).
I due autori dell’articolo che tanto scalpore fece nell’ambiente scientifico americano; tanto più perché venne scritto da due esperti del settore, considerati fino ad allora dei serissimi scienziati, poco inclini alla goliardia. A sinistra: l’americano Alexander J. Dessler (1928), a destra l’inglese Christopher T. Russell (1943).
Correva l’anno 1980 quando su EOS, la rivista dell’American Geophysical Union, comparve un articolo di Alexander Dessler e Christopher Russell – due esperti di geofisica e planetologia – in cui si prediceva la scomparsa di Plutone entro il 1984 a causa della sua progressiva perdita di massa. La trattazione, all’apparenza rigorosa e condita con un pizzico di formalismo matematico, era ovviamente tutta giocata sul filo del paradosso, ma coglieva in modo assolutamente efficace le contraddizioni sulla reale natura del remoto pianeta. Le stesse contraddizioni che, esplose nei decenni successivi, portarono poi alla decisione di declassare il pianeta.