
Anche questo mese la rubrica ha trovato facilmente la sua regina. Certo, in questo caso il nome ha aiutato, ma sentirete tra poco che il titolo, dovuto anche per motivi prettamente astronomici, è del tutto meritato. Sto parlando di (216) Kleopatra, e immagino che la storia di questo asteroide sia ormai bene conosciuta dai miei lettori; anche perché, per effetto della notorietà di cui gode per la sua forma così strana, quasi ogni sua opposizione viene commentata anche su questa rivista. Comunque, per riassumere brevemente, Kleopatra fu scoperto il 10 aprile 1880 a Pola dall’astronomo austriaco Johann Palisa, ma fu solo negli scorsi anni Ottanta che la sua disordinata curva di luce suggerì l’ipotesi che fosse formato da due asteroidi praticamente a contatto; il che fu poi confermato nel 1999 all’Osservatorio cileno di La Silla quando il 3,5 metri, assistito da un sistema di ottica adattiva, permise di risolverlo nella famosa forma a “osso di cane” ribadita da alcune modellizzazioni realizzate su immagini radar ottenute ad Arecibo.