

La notizia della scoperta di un pianeta orbitante attorno alla stella Proxima Centauri, Proxima b, ci ha riempiti di entusiasmo, soprattutto per la possibilità che possa avere caratteristiche tali da renderlo compatibile con la presenza di acqua in forma liquida sulla sua superficie e quindi possa ospitare forme di vita. Questa notizia ha come aumentato la sensazione che si sia prossimi a scoprire con certezza la presenza di forme di vita aliene, una tappa straordinaria e rivoluzionaria nel cammino verso la scoperta di nuove forme di vita, se pensiamo che fino ad oggi l’unico pianeta a noi noto, avente le caratteristiche adatte ad ospitare la vita, è la Terra.
La ricerca di pianeti extra-solari rappresenta un tema molto importante per l’astronomia moderna, una ricerca che viene condotta dallo spazio (pensiamo ad esempio alla missione Kepler della NASA, che ha vertiginosamente aumentato il numero di pianeti extra-solari noti; alle prossime missioni ESA denominate PLATO e CHEOPS, che vedono una fortissima partecipazione scientifica e tecnologica italiana; e ad altre missioni in preparazione come TESS nonché lo stesso James Webb Space Telescope) e da terra, attraverso strumenti sempre più sofisticati e sensibili, come HARPS ed HARPS-N, che consentono sia la scoperta di nuovi pianeti extra-solari, sia il monitoraggio continuo di quelli rilevati.