
Lo scorso mese mi ero lamentato pubblicamente del calo di attenzione che stavo avvertendo nei miei lettori e devo dire che la piccola sceneggiata ha funzionato… Questo mese ho ricevuto infatti un bel po’ di lettere, fotografie e relazioni osservative, così che per rendere grazie a tanta dimostrazione di affetto dovrò ridurre un po’ la solita chiacchierata sugli asteroidi da osservare.
Partiamo subito, dunque, dicendo che nella facciata A del mese canta il pianetino (33) Polyhymnia (in italiano semplicemente Polimnia), che si merita i riflettori per un’opposizione che lo vedrà a una distanza dalla Terra mai raggiunta da 34 anni a questa parte.
Ma andiamo per ordine. Polyhymnia fu scoperto a Parigi il 28 ottobre 1854 dall’astronomo francese Jean Chacornac (1823- 1873), che gli impose il nome della musa della danza e del canto sacro. Di dimensioni contenute (una cinquantina di chilometri il diametro), la sua caratteristica più evidente è la grande eccentricità dell’orbita (e = 0,33), specialità di cui ha detenuto il record fino al 1873, quando fu scoperto (132) Aethra, di eccentricità 0,39. E per un asteroide avere un’orbita così allungata sappiamo benissimo cosa significa: vistose e ben intervallate grandi opposizioni!