Che il nostro pianeta sia continuamente a rischio di collisione con dei piccoli corpi celesti alla deriva nello spazio è un dato di fatto. Ma è anche vero che, dalla scoperta del primo oggetto di questo tipo poco più di un secolo fa, le tecniche per individuarli, caratterizzarli e tenerli sotto stretta osservazione hanno fatto passi da gigante. Eppure, il 15 febbraio 2013 un piccolo asteroide di una ventina di metri è esploso nel cielo della città russa di Chelyabinsk gettando nello scompiglio la popolazione e provocando un migliaio di feriti. Come mai non è stato avvistato per tempo? E se fosse stato più grande? Abbiamo rischiato veramente di fare la fine dei dinosauri? Rispondere a queste domande significa addentrarsi nelle bizzarrie della meccanica celeste, imparando a schivare le trappole della statistica, per capire che anche gli eventi improbabili a volte accadono. E che per non subirne le conseguenze più drammatiche bisogna prepararsi per tempo.
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