
APPUNTAMENTO CON LA STORIA – Lanciata con successo la missione GAIA
Ha avuto avvio alle ore 10:12 del 19 dicembre la missione dell’Agenzia Spaziale Europea GAIA. Il lancio del satellite è avvenuto dalla base europea di Kourou (Guiana Francese). La sonda è destinata a rivoluzionare le nostre conoscenze sull’ambiente galattico che ci ospita.
Gaia (il nome era originariamente l’acronimo Global Astrometric Interferometer for Astrophysics) è una missione spaziale del programma scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea, e – attualmente – uno dei progetti più importanti per l’astronomia internazionale: la sfida è quella di realizzare una mappa 3D della Galassia, facendo un censimento accurato di più di un miliardo di singoli oggetti. Il contributo italiano a questa missione è di grande rilevanza essendo il secondo più importante tra quelli di tutti i paesi partecipanti, per contributo scientifico ed economico, ma anche per la qualità delle risorse umane impiegate.
La NASA affitta una rampa di lancio – Lo spazio, una questione privata
Una delle storiche rampe di lancio del Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida, verrà affittata a una società privata, la SpaceX. È solo un nuovo tassello nell’apertura a partner commerciali da parte delle agenzie spaziali, NASA in primis…
Lontani i tempi della guerra fredda, la nuova corsa allo spazio sembra essere diventata una faccenda di libero mercato. Anche se la graduale apertura ai privati da parte delle agenzie spaziali è iniziata solo qualche anno fa, oggi sono già una decina le aziende interessate alle presenti e future possibilità del commercio spaziale, dai viaggi turistici all’estrazione mineraria degli asteroidi. Come già preannunciato nell’articolo “Occupy Mars” (pubblicato in Coelum n. 175), venerdì la NASA ha diffuso un annuncio che nel suo piccolo rimarrà nella storia dell’agenzia spaziale: una delle rampe di lancio del Kennedy Space Center verrà affittata a una società privata, la SpaceX.
HUBBLE rivela il guscio di gas e polveri CHE CIRCONDA LA CEFEIDE RS PUPPIS
Da quando Henrietta Leavitt, agli inizi del secolo scorso, scoprì che le variazioni luminose di alcune stelle erano strettamente legate alla luminosità dell’astro, non ci volle molto a trasformare quelle stelle in indicatori chiave per lo studio del cosmo. Per questa loro caratteristica, infatti, le cefeidi – il nome deriva dalla stella delta Cephei, la prima a essere scoperta – vengono usate come candele campione nella determinazione delle distanze cosmiche. Misurando il loro periodo si può risalire alla loro vera luminosità e da questa, mettendola a confronto con la luminosità osservata in cielo, alla loro distanza.
Indetto un concorso video: Svegliati, Rosetta!
Una campagna su Facebook e Twitter in preparazione del risveglio della sonda europea Rosetta, previsto per il 20 gennaio 2014. Un ottimo modo di festeggiare la prima missione spaziale che atterrerà su una cometa nel novembre 2014.
Quello che si chiama un risveglio difficile: aprire gli occhi a 673 milioni di chilometri dal Sole dopo 31 mesi di ibernazione, nel gelo e nel silenzio dello spazio profondo. È quanto accadrà il 20 gennaio, esattamente alle ore 10:00 TU (alle 11:00 ora italiana), alla sonda europea Rosetta. Un evento emozionante, per cui l’ESA chiede la partecipazione e il sostegno del pubblico. Il tutto dovrebbe accadere così: all’ora prefissata, l’orologio interno della sonda suonerà e farà partire l’ordine di scaldare i vari componenti, primi tra tutti gli star trackers, necessari perchè Rosetta sappia dove si trova. Dopo circa 6 ore, la sonda sarà operativa e i thrusters (i motori) verranno brevemente accessi perché la veloce rotazione che ha accompagnato la sonda per tutto il periodo di ibernazione venga arrestata e i pannelli disposti in modo da catturare la luce piena del Sole. Poi, lentamente Rosetta ruoterà verso la Terra, indirizzando la sua l’antenna verso di noi e inviando il suo primo messaggio dall’inizio dell’ibernazione. Il messaggio viaggerà quasi un’ora prima di raggiungerci.
Il mistero dello strato freddo – Non fa poi così caldo sulle stelle di neutroni
Le chiamano anche stelle morte o cadaveri stellari, perché si formano dopo l’esplosione di grandi stelle. Da decenni i ricercatori si interrogano sul meccanismo che porta questi oggetti a raggiungere le altissime temperature che sono state rilevate. Di recente è stato scoperto un nuovo strato al di sotto della superficie che cambia le carte in tavola. Lo studio pubblicato su Nature. Fino ad ora gli scienziati hanno ritenuto che la temperatura della superficie di una stella di neutroni, una stella superdensa che si forma quando una grande stella esplode e il suo nucleo collassa su se stesso, fosse direttamente dipendente dalle reazioni nucleari all’interno della crosta.
MESSIER 15 AMMASSO ANTICO E MISTERIOSO
Hubble firma la migliore immagine mai realizzata del globulare M15, uno fra gli ammassi più antichi e più densi: 12 miliardi di anni l’età, oltre 100 mila le stelle che lo abitano.
Presentata al pubblico a metà novembre dal team di Hubble, l’immagine in basso, simile ad una tela digitale di 3749 x 4028 pixel, ritrae con una accuratezza senza precedenti uno fra i più antichi e concentrati ammassi globulari che si conoscano: Messier 15, un alveare nel quale si addensano oltre 100 mila stelle d’ogni tipo e colore.