

Philae si prepara a scendere – il piccolo lander si poserà sulla cometa la mattina del 12 novembre,
Mentre scriviamo siamo a fine ottobre, ed è ormai da metà mese che la sonda Rosetta ha circolarizzato l’orbita portandosi a una distanza costante di 9,8 km dalla cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko. La nuova orbita, percorsa con un periodo di circa 66 ore, sta consentendo agli strumenti di Rosetta di analizzare i gas e le polveri più vicine al nucleo, e di catturare immagini dettagliate allo scopo di preparare al meglio lo sbarco del lander Philae il prossimo 12 novembre. Rosetta rimarrà su questa orbita fino al 28 ottobre, quando inizierà il trasferimento in un’orbita di “pre-consegna”, più ellittica; dopo un ultimo aggiustamento, che si terrà circa due ore prima della separazione, la sonda sarà finalmente pronta a sganciare Philae da una distanza di 22,5 chilometri, alle 08:35 TU del 12 novembre. Questo se l’atterraggio avverrà effettivamente sul sito primario J.
Ecco le prime immagini da Marte dopo il flyby della cometa Siding Spring
Le sonde e i rover marziani sono sopravvissuti al passaggio ravvicinato della cometa Siding Spring, arrivata lo scorso 19 ottobre (alla velocità di 200 mila km/h) a soli 140 mila chilometri dalla superficie di Marte. Tutte le sette missioni: gli orbiter MAVEN, Odissey, MRO, Mars Express, MOM e i robot Curiosity e Opportunity, hanno comunicato ai centri di comando sulla Terra di non aver subito danni. Molte di loro, però, sono riuscite a cogliere al volo il momento più unico che raro del primo passaggio nel nostro Sistema solare di C/2013 A1 proveniente dalla Nube di Oort (la regione sferica, che circonda il nostro Sistema solare, da cui proviene la maggior parte delle comete)…
DOPO 20 ANNI DALLA CADUTA Risolto il mistero del bolide ceco
Trovati i frammenti del meteorite di Benešov dopo 20 anni dall’avvistamento del bolide sopra la Repubblica Ceca.
Il 7 maggio 1991, attorno alla mezzanotte, sulla parte centrale di quella che si apprestava a diventare ufficialmente la Repubblica Ceca, un bolide straordinariamente luminoso, stimato di mag. +22 (almeno 6000 volte più brillante della Luna piena) fu avvistato e immortalato dalla European Fireball Network – una rete europea di sorveglianza per le meteore più luminose, nata diversi anni prima proprio nell’allora Cecoslovacchia. Del cosiddetto bolide di Benešov (dal nome della città più vicina al presunto punto di caduta) si conosce molto del suo folgorante transito nell’atmosfera terrestre, durato una manciata di secondi e certamente concluso con una pioggerella di residui. Tuttavia, nonostante i dati osservativi di alta qualità e una traiettoria favorevole ma, soprattutto, i grandi sforzi e i molti tentativi, nessun meteorite era stato trovato nelle settimane e negli anni successivi alla caduta.
DALLA SONDA MARS ORBITER MISSION Vista indiana sui giganti marziani
L’ultima ripresa globale di Marte della sonda indiana Mars Orbiter Mission offre una vista spettacolare sul vulcano e sul sistema di canyon più grandi del nostro Sistema solare.
Sembra composta con una tavolozza di colori un po’ diversa, più acquerellata rispetto a quella abituale delle sonde “occidentali”: è l’ultima immagine di Marte rilasciata dalla sonda indiana Mars Orbiter Mission. Si tratta di una ripresa globale del pianeta con una vista mozzafiato sull’Olympus Mons (indicato dal numero 1) e sulle Valles Marineris (5), rispettivamente il vulcano e il sistema di canyon più grandi del nostro Sistema Solare. Tra questi due giganti quasi sfigura il trio di enormi vulcani (2-3-4) che punteggiano allineati il vasto altopiano di Tharsis. Per dare un’idea della sua enormità, Olympus Mons è circa tre volte più alto del Monte Everest e, con una base dal diametro di 624 chilometri, ha le dimensioni dello stato americano dell’Arizona. Le Valles Marineris sono spesso chiamate il “Grand Canyon di Marte”, ma si estendono su una lunghezza che attraverserebbe tutti gli Stati Uniti da costa a costa, con una profondità che arriva ai 7 km.
LA NUOVA APP (ARTIGIANALE) DEL WIPAC A CACCIA DI RAGGI COSMICI CON LO SMARTPHONE
Un telefono cellulare di ultima generazione, una striscia di nastro adesivo, ed è fatta: arriva il rilevatore di raggi cosmici prêt-à-porter, progettato dai ricercatori del Wisconsin IceCube Particle Astrophysics Center e disponibile per dispositivi Android
Neppure MacGyver era mai arrivato a tanto. Trasformare un semplice – e banale si può dire – telefono cellulare, uno dei migliaia di smartphone che riempiono le tasche di adolescenti e tanti comuni cittadini, in un sofisticato strumento scientifico capace di aiutare la ricerca astrofisica sulla natura curiosa e ancora poco conosciuta dei raggi cosmici, le particelle ad alta energia che attraversano lo spazio che abitiamo.
Come? È sufficiente scaricare una app sul vostro dispositivo Android, coprire con una striscia di nastro adesivo la fotocamera del telefono, ed è fatta: appoggiate il cellulare nel luogo che preferite, lasciatelo in esecuzione di applicazione con lo schermo rivolto verso l’alto, e avrete il vostro piccolo rilevatore di raggi cosmici prêt-à-porter.
ULTIMA ORA Il vettore ANTARES ESPLODE SUBITO DOPO IL LANCIO
Senza equipaggio a bordo, ma con un carico di oltre due tonnellate di apparecchiature (la navetta Cygnus) e di rifornimenti destinati alla Stazione Spaziale, il vettore Antares è esploso sei secondi dopo il lancio, sulle piattaforme NASA di Wallops Island, Virginia.Nessun ferito fra il personale di terra ma ingenti i danni.
A bordo non c’era equipaggio, e non si contano feriti neanche fra il personale di terra, ma l’esplosione dell’Antares – avvenuta quando il vettore era appena partito e si trovava a soli 200 metri di altezza – è comunque una pessima notizia per la NASA e per il nuovo corso di missioni spaziali inaugurato sotto la presidenza Obama. Dalla conferenza stampa che è seguita all’incidente ancora nessuna risposta certa sulle cause dell’incidente. Il lancio era già stato posticipato lunedì per la presenza di un’imbarcazione a largo della costa atlantica nel perimetro di sicurezza per il lancio.
L’eclisse totale di Luna vista da Mercurio – IL FENOMENO RIPRESO DA MESSENGER
Lo scorso 8 ottobre molti abitanti della Terra (purtroppo, non noi italiani) hanno avuto la possibilità di vedere la Luna piena immergersi nel cono d’ombra del nostro pianeta e oscurarsi completamente. Insieme a loro, a godersi lo spettacolo, c’era anche qualcunaltro, ovvero la sonda Messenger, che stava assistendo al fenomeno dalla prospettiva di Mercurio, distante in quel momento dalla Terra 106 milioni di chilometri.
Un cratere per ANGIOLETTA
Rompendo la regola che vuole che ai crateri dell’asteroide Vesta vengano assegnati nomi di personalità femminili del mondo romano antico, il Team della missione Dawn, sonda attualmente in viaggio di trasferimento da Vesta a Cerere, ha deciso di dedicarne uno alla planetologa Angioletta Coradini (1946-2011). A tre anni dalla scomparsa non mancano dunque i riconoscimenti delle qualità scientifiche e professionali di Angioletta Coradini, che fin dall’inizio della carriera è stata tra i protagonisti di moltissime missioni spaziali.
TERRA E LUNA insieme
FOTOGRAFATE DA UNA SONDA LUNARE “MORDI E FUGGI”
La Chang’e 5-T1 è una sonda spaziale sperimentale lanciata il 23 ottobre 2014 dall’Agenzia spaziale cinese per verificare la funzionalità della capsula di rientro che sarà utilizzata successivamente nella missione Chang’e 5, destinata alla raccolta di campioni lunari da riportare a Terra. Subito dopo il lancio la T5 ha imboccato una traiettoria di ritorno libero che il 27 l’ha portata a circumnavigare la Luna e il 28 a scattare questa suggestiva fotografia, dove la Terra, distante 413 000 km, fa da sfondo alla faccia nascosta del nostro satellite ripreso in primo piano.