Notiziario di Astronomia

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Via Lattea

La Via Lattea ridimensionata possiede solo la metà della massa della Galassia di Andromeda

Per la prima volta una survey della scuola di fisica e astronomia dell’Università di Edimburgo è riuscita a misurare simultaneamente le masse delle due galassie e si è scoperto che quella della Via Lattea è circa la metà della “gemella” Andromeda. Vi siete mai chiesti quanto pesa la Via Lattea? Jorge Peñarrubia e i ricercatori dell’Università scozzese di Edimburgo lo hanno fatto, scoprendo che è più piccola di quanto si immaginasse. Gli astronomi, in uno studio pubblicato su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, hanno dimostrato per la prima volta che la nostra galassia è meno massiccia di quanto si pensasse. Per farlo hanno comparato il peso della Via Lattea con quello della “vicina” Andromeda: si tratta delle due galassie più grandi e con struttura più simile nel Gruppo Locale (un gruppo di oltre 70 galassie il cui centro è proprio tra le due prese in esame).

Là dove sbarcherà Rosetta – cinque possibili zone d’attracco per il lander

Identificati domenica 24 agosto i cinque possibili siti candidati per lo sbarco di Philae. Nelle prossime settimane, la missione fornirà i dati necessari per giungere alla scelta definitiva della zona di atterraggio, in calendario per metà novembre.
giorni scorrono e il momento della decisione si fa sempre più vicino: dove far sbarcare Philae, il lander da 100 kg a bordo della sonda Rosetta, destinato a diventare il primo manufatto nella storia dell’umanità a depositarsi su una cometa? Nell’articolo che pubblichiamo in questo stesso numero (vedi a pag. 18) si preannuncia che per fine mese sarebbe stata presa una decisione in merito. Ed infatti, ecco che siamo addirittura in grado di dar spazio alla notizia della scelta preliminare. La selezione della rosa dei 5 siti – effettuata nel corso di un meeting tenutosi a Tolosa – è stata resa possibile dai dati raccolti in queste prime emozionanti settimane di permanenza in orbita di Rosetta intorno alla superficie della cometa 67P Churyumov- Gerasimenko.

QUELL’ASTEROIDE È COME UN GECO all’equatore la sua gravità è addirittura negativa

Il Near Earth Object 1950 DA ruota troppo velocemente perché la sola forza di gravità possa tenerlo assieme. A trattenere i detriti che lo formano, spiega uno studio pubblicato su Nature, contribuiscono le cosiddette forze di van der Waals: le stesse che permettono ai gechi di arrampicarsi sui muri.
Guardatela bene l’immagine in alto a sinistra: quella che s’intravede nel buio è la sagoma di 1950 DA, un asteroide con un diametro medio di circa 1,3 km. Un NEO (Near Earth Object), come gli astronomi chiamano i corpi del Sistema solare la cui orbita può potenzialmente portarli a intersecare quella della Terra. Evento che nel suo caso è in calendario fra oltre otto secoli, nel marzo del 2880, quando con una probabilità su circa ventimila si schianterà contro il nostro pianeta.

Comincia male il Sistema Galileo

FUORI ROTTA DUE SATELLITI
Sono stati collocati su un’orbita sbagliata, ma sono sotto controllo i due satelliti del sistema di navigazione europeo Galileo lanciati il 22 agosto con una Soyuz dalla base europea di Kourou (Guyana Francese).
A quanto pare, dopo un lancio perfetto, lo stadio superiore della Soyuz, il Fregat, ha avuto un problema che lo ha portato a rilasciare i due satelliti su un’orbita ellittica dal semiasse maggiore di 26 200 chilometri, anziché su un’orbita circolare dal semiasse di 29 900 chilometri, come ci si attendeva. Questo è quanto è emerso dalla prima ricostruzione dei tecnici della società che gestisce i lanciatori europei, Arianespace.

ALMA rileva la posizione di PLUTONE e aiuta la sonda New Horizons a trovare la strada migliore per raggiungerlo

Utilizzando il radiotelescopio ALMA in Cile, il team della sonda NASA New Horizons ha determinato la posizione di Plutone – il pianeta che la navicella raggiungerà nel 2015 – con una precisione senza precedenti, aiutando così la sonda ad effettuare la prima manovra di correzione della traiettoria.
Può sembrare strano ma nonostante decenni di osservazioni, con telescopi sempre più potenti, da Terra e dallo spazio, gli astronomi stanno ancora lavorando alla determinazione dell’esatta orbita di Plutone e del suo preciso percorso nel Sistema solare. Il problema è che Plutone è molto lontano, circa 40 volte più distante dal Sole rispetto alla Terra, e molto “lento”: impiega infatti 248 anni per completare una rivoluzione attorno al Sole. Essendo stato scoperto nel 1930, finora è infatti stato possibile osservare solo un terzo del suo percorso; perciò esiste ancora una relativa incertezza sui suoi elementi orbitali.

IL LANCIO PIÙ FACILE DI SEMPRE

Bizzarra messa in orbita per un piccolo satellite di ricerca peruviano: un astronauta russo lo lancia con le mani dall’esterno della ISS durante una passeggiata spaziale. Uno, due, tre: qualcuno lassù si è messo a contare in russo. E il cosmonauta Oleg Artemiev ha lasciato la presa, mettendo in orbita il nanosatellite, una scatola del diametro di una decina di centimetri impugnata con il guantone destro della sua tuta. Chasqui – questo il nome del satellite peruviano, in onore agli agili corridori che consegnavano messaggi e documenti reali attraverso i territori dell’impero Inca – si è allontanato piano, inquadrato dalla fotocamera montata sul casco del compagno di Artemiev, Alexander Skvortsov, anche lui in libera uscita sul cielo della Stazione Spaziale. In meno di mezz’ora il satellite ha raggiunto l’orbita calcolata.

OPPORTUNITY SI SUPERA in 10 anni una maratona di 40 km

Il rover della NASA è il veicolo che ha percorso più chilometri su una superficie non terrestre, oltre ad essere il veicolo “marziano” più longevo. Il precedente dato da Guinness apparteneva al rover russo Lunokhod 2, che sulla Luna percorse 39 chilometri in meno di 5 mesi.
Nel giro di un anno il rover Opportunity ha doppiato il suo stesso record: il gioiellino su quattro ruote che gira indisturbato su Marte è ancora una volta il veicolo della NASA che ha percorso il maggior numero di chilometri su una superficie che non sia quella terrestre.

Precisione nanometrica per E-ELT

Presso l’Osservatorio Astronomico di Brera è stato dimostrato che i segmenti dello specchio primario dell’European Extremely Large Telescope possono essere lavorati tramite fasci di ioni fino all’accuratezza richiesta, inferiore ai 20 nanometri.
Nei laboratori dell’Osservatorio di Merate, tramite la sofisticata tecnica chiamata Ion Beam Figuring, è stato lavorato uno specchio prototipale rappresentativo dei quasi 800 segmenti che formeranno lo specchio primario dell’European Extremely Large Telescope (E-ELT).