

ECTOPLANET – Gliese 581g l’esopianeta che non esiste
Ricordate il pianeta extrasolare Gliese 581g, dell’omonimo sistema stellare che, scoperto nel 2010, fu al tempo considerato (vedi Coelum n. 142) altamente candidato a ospitare la vita? Beh, in realtà non esiste. Gli astronomi della University of California, Santa Cruz, guidati da Steven Vogt, avevano salutato la sua scoperta dichiarandolo come “il pianeta più potenzialmente abitabile”. Peccato che non sia così: una nuova ricerca condotta dai colleghi della Penn State University – pubblicata su Science – ha dimostrato che Gliese 581g non è altro che un’illusione ottica. Un segnale fasullo dovuto, quasi probabilmente, a macchie solari e ad altre attività stellari della stella madre Gliese 581.
Partono i lavori per l’E-ELT il telescopio più grande del mondo
Parte della cima del Cerro Armazones, montagna cilena di 3064 metri, è stata spazzata via da un’esplosione lo scorso 19 giugno. Non si è trattato di una catastrofe naturale, ma del primo passo verso il livellamento della sommità per iniziare la costruzione del più grande telescopio del mondo, ovvero l’European Extremely Large Telescope (E-ELT). Tutto ha inizio nel 2010, quando l’ESO sceglie il Cerro Armazones, una vetta del Cile settentrionale, come sede dell’E-ELT. La montagna si trova 20 chilometri a est rispetto al Cerro Paranal (2635 metri), un’altra vetta cilena su cui sorgono i quattro telescopi del Very Large Telescope e numerose altre strumentazioni della stessa organizzazione astronomica. L’esplosione ha fatto crollare circa 5000 metri cubi di roccia, ma è solo l’inizio dei lavori. Per far posto al nuovo telescopio saranno rimossi circa 220 mila metri cubi di terra, senza contare la posa e la manutenzione di una strada asfaltata, la costruzione della piattaforma sulla sommità e la costruzione di un condotto di servizio fino alla cima.
ANCORA UN ULTRA DEEP FIELD questa volta nell’ultravioletto
In 24 anni di onorato servizio il telescopio spaziale Hubble ci ha abituati a delle super performance, e anche recentemente non si è smentito regalando agli astronomi un’immagine straordinaria in luce ultravioletta che alla NASA considerano l’anello mancante per la comprensione della formazione stellare. A parte le solite esagerazioni, l’immagine è da considerarsi in effetti la più profonda mai ottenuta finora, realizzata fotografando quella piccola regione nella costellazione australe della Fornace che per Hubble è ormai da considerarsi una sorta di poligono di tiro privato.
Su TITANO, l’isola che non c’è – Apparsa nelle immagini radar di Cassini
Una brillante struttura di alcune centinaia di chilometri quadrati è apparsa nel Ligeia Mare, il secondo dei bacini di metano ed etano liquidi di Titano, la luna principale di Saturno. Ad individuarla grazie al confronto delle immagini radar inviate dalla sonda Cassini è stato un team di scienziati guidato da ricercatori della Cornell University.
Grazie all’analisi delle immagini radar inviate dalla sonda Cassini, un’altra “Isola che non c’è”, dopo quella letteraria abitata da Peter Pan, è stata scoperta da un gruppo di scienziati guidati da Jason Hofgartner della Cornell University di New York. Nessun essere umano ci ha mai messo piede e forse mai ce lo poserà: si trova a più di un miliardo e trecento milioni di chilometri dalla Terra, nel mezzo del Ligeia Mare, il secondo dei bacini di metano ed etano presenti su Titano, la maggiore delle lune di Saturno.