
La Grande Macchia Rossa scomparirà entro l’anno 2100?
La Grande Macchia rossa di Giove sta diventando sempre più piccola. Un tempo grande tre volte il diametro della Terra per dimensioni, ovvero circa 40 mila chilometri, la caratteristica più nota del gigante del nostro Sistema solare pare si stia restringendo sempre di più, cambiando anche la forma, da ellittica a quasi circolare. Il fenomeno è in atto da decenni, ma negli ultimi anni sembra abbia subito una brusca accelerazione. Diversi storici dell’astronomia attribuiscono ancor oggi a Robert Hooke la scoperta della Macchia rossa, mentre altri sostengono che quella osservata dallo scienziato inglese nel maggio 1664 non era la Macchia che conosciamo oggi; e che la primogenitura spetta probabilmente a Giovanni Domenico Cassini, che la osservò ripetutamente durante l’estate del 1665. L’astronomo italiano ne calcolò anche la longitudine e il periodo di rivoluzione, descrivendola di forma quasi circolare e di dimensioni pari a un decimo del diametro di Giove.
MARTE: trovato un cratere di 50 metri formatosi solo due anni fa!
È la più grande struttura d’impatto di cui conosciamo la data esatta di formazione: un cratere di 50 metri nato dall’impatto recentissimo di un piccolo asteroide. Sebbene non ai livelli disastrosi di qualche miliardo di anni fa, la caduta di piccoli e grandi meteoriti continua a craterizzare le superfici planetarie. Il 15 febbraio del 2013 ce ne siamo accorti anche noi terrestri, assistendo un po’ preoccupati alle conseguenze della caduta del meteoroide di Chelyabinsk, mentre di quello che accade sugli altri pianeti si riesce a sapere qualcosa grazie alle varie sonde sparse per il Sistema solare. Marte in primis, ovviamente, pianeta tenuto costantemente sotto controllo da orbiter come Mars Odyssey, Mars Express e Mars Reconnaissance Orbiter.
Separati alla nascita
Forse trovata una delle stelle che potrebbe essersi originata dalla stessa nebulosa da cui si formò anche il nostro Sole. A causa della sua distanza, è invisibile a occhio nudo ma è sufficiente un binocolo per riuscire a vederla nella costellazione dell’Ercole. Sembra che il nostro Sole si sia formato oltre 4,5 miliardi di anni fa. In quell’epoca così remota qualcosa, forse l’esplosione di una supernova troppo vicina, perturbò una vasta nube di gas e polveri che – sotto la spinta delle forze gravitazionali in arrivo – cominciò a contrarsi fino a quando nel suo centro le temperature divennero così alte da accendere una stella: era nato il Sole. Già, ma chi ci assicura che sia stato davvero un figlio unico?
Un fax da Marte
Il meteorite al centro dell’attenzione si trova attualmente su Marte, ma i ricercatori del controllo missione di Opportunity sono riusciti per la prima volta nella storia ad averne una copia perfetta a disposizione semplicemente stampandolo con una stampante 3D dopo aver creato un modello software con i dati inviati a Terra dal piccolo rover. Si tratta di una riproduzione a grandezza reale del meteorite chiamato “Block Island” trovato da Opportunity sulla superficie marziana nel 2009, il più grande finora recuperato dal rover.
…sia su coelum che online.
Straordinaria rivista!
gcb.