

Momento Storico: la Dawn ha raggiunto Vesta – Il mistero della montagna circondata da alte scarpate
La sonda Dawn ha raggiunto il primo degli ambiziosi obiettivi della sua missione nella Fascia Principale degli Asteroidi: il 15 luglio è stata infatti “catturata” dal campo gravitazionale di Vesta e ha cominciato a orbitare intorno ad esso iniziando la lunga serie di rilevazioni previste.
L’incredibile nebulosa di Betelgeuse – Osservato per la prima volta l’inviluppo gassoso che avvolge la famosa supergigante rossa.
Si stima abbia un diametro pari a circa 2000 volte quello del Sole; talmente grande che se si trovasse al posto della nostra stella arriverebbe fin quasi all’orbita di Saturno. A oltre 600 anni luce da noi, Betelgeuse, la “spalla di Orione”, è una supergigante rossa giunta agli sgoccioli del proprio percorso evolutivo. È in attesa di esplodere come supernova (Coelum ne ha parlato in un articolo pubblicato nel n. 147; vedi anche “Occhi puntati su Betelgeuse” nel n. 78 ) ma già non riesce a tenere tutto per sé, liberando perciò nello spazio immense quantità di materia.
Una quarta luna per PLUTONE
La scoperta d’una nuova luna, compiuta grazie al telescopio spaziale Hubble, porta a quattro il numero di satelliti dello storico pianeta, da poco retrocesso al rango di “pianeta nano”. Ex-pianeta e non sentirlo. Evidentemente si sono dimenticati di notificargliela (oppure è ancora in viaggio) la retrocessione a “pianeta nano”. Perché lui, Plutone, continua imperterrito a comportarsi come uno fra i protagonisti principali del Sistema solare. E le sorprese che ci regala non sono mica roba di poco conto. L’ultima, per dire, richiederà quanto meno un aggiornamento al volo della sua pagina su Wikipedia: non più tre lune a orbitargli attorno, ma quattro.
Una Pulsar con la coda
Così può essere descritta PSR J0357, una stella di neutroni con una inattesa scia visibile nella banda X. Per Andrea De Luca, primo autore dell’articolo su ApJ, ci potrebbero essere altre sorprese. Una pulsar con la coda. Così può essere descritta PSR J0357, una stella di neutroni in rapida rotazione su se stessa con la particolarità di possedere una lunga scia visibile nella banda X. La coda si vede molto bene nell’immagine qui a lato, ottenuta elaborando quanto ripreso dal telescopio spaziale Chandra. Meno evidente la pulsar che si trova in alto a destra, mentre i due oggetti luminosi visibili nella parte bassa non appartengono alla coda ma si trovano molto più distanti, al di fuori della nostra galassia.
Buon anniversario Nettuno
Ci ha impiegato 164,79 anni, ma alla fine Nettuno è tornato (idealmente) nello stesso punto della sua orbita che occupava quando venne scoperto. In pratica, dal giorno in cui è stato visto e riconosciuto come un pianeta, ovvero il 23 settembre 1846, Nettuno ha completato un giro completo attorno al Sole l’11 luglio scorso. Nell’estate scorsa (Coelum n. 141), se vi ricordate, Coelum aveva invece dato la notizia del ritorno del pianeta nella medesima posizione apparente di quando fu scoperto…
Anche il Gigante Trema
Provare che un sospetto è fondato può richiedere tempo, talvolta anni, come nel caso delle micropulsazioni di Giove. I primi tentativi di confermare l’ipotesi che l’attività interna del pianeta potesse avere delle ripercussioni a livello superficiale, provocando delle onde, risalgono infatti agli anni ‘80. Scoprire che le supposizioni corrispondono alla realtà è stato tuttavia possibile solo di recente grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori, guidati da Patrick Gaulme dell’Institut d’Astrophysique Spatiale (IAS). I dati analizzati sono quelli raccolti da SYMPA, strumento ideato appositamente per osservare le pulsazioni di Giove, che si trova presso l’Observatorio del Teide (Spagna).
La grande montagna di Tycho
Il famoso cratere rivela la sua giovinezza nelle dettagliate immagini ottenute dalla sonda LRO. Per scalarlo dovremmo prima scendere in un cratere profondo 4700 metri e percorrere qualche decina di chilometri in direzione del centro. Solo allora potremmo iniziare ad arrampicarci. Ci troveremmo di fronte a una vetta alta 2 km che, con tutta probabilità, non sarebbe molto faticosa da raggiungere. Il picco in questione segna infatti il centro del cratere Tycho, che si trova sulla Luna dove godremmo del vantaggio di pesare 6 volte di meno.