Notiziario Astronomico

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Cratere di Chicxulub

RITROVATO IL LANDER RUSSO PERDUTO NEL 1971?

Nelle recenti immagini di MRO, identificata quella che potrebbe essere la sonda russa Mars 3, atterrata su Marte nel 1971 e concui poco dopo si erano persi contatti. Un interessante caso di scienza partecipata. La storia inizia nel lontano 1971, quando le due sonde russe Mars 2 e Mars 3 vengono messe in orbita intorno al pianeta rosso. Le due missioni prevedono anche l’impiego di due innovativi lander progettati per atterrare sul pianeta, ma mentre il Mars 2 fallisce l’obiettivo e si schianta al suolo, il Mars 3 riesce ad atterrare il 2 dicembre del 1971 e a trasmettere dati per 14,5 secondi prima di interrompere la trasmissione (il che, per inciso, fa di Mars3 il primo lander ad atterrare dolcemente sulla superficie di Marte e trasmettere dei dati).

Il cratere di Chicxulub e la fine dei dinosauri – ORA È UFFICIALE, È STATO L’ASTEROIDE

Uno studio su Science rivede, con una precisione finora mai raggiunta, la datazione dell’impatto che causò il grande cratere dello Yucatan e quella dell’estinzione dei dinosauri. I due eventi praticamente coincidono. Secondo i ricercatori l’asteroide non è l’unica spiegazione della grande estinzione di massa, ma diede il colpo di grazia decisivo. delÈ ’asteroide quanto in quelli in cui si tro- uno dei grandi casi insoluti della storia della Terra, anche se da molto tempo i sospetti si concentrano in Messico. Chi fece fuori i dinosauri, circa 60 milioni di anni fa? Le ipotesi in campo comprendono un improvviso aumento dell’attività vulcanica, o un fenomeno di cambiamento climatico che mise sotto stress interi ecosistemi (si trattò infatti di una estinzione di massa in cui, assieme ai dinosauri, scomparvero migliaia di specie animali e vegetali). Ma da qualche decennio l’ipotesi più accreditata è quella dell’impatto di un asteroide, che avrebbe bruscamente e drammaticamente alterato il clima di un’intera parte del pianeta. Gli imprevedibili vulcani di Io

Gli effetti del vulcanismo su questa una di Giove nel filmato della sonda New Horizons. Un fenomeno al centro di molti studi e future missioni, sia europee che americane.
Una eruzione di queste dimensioni, sulla Terra ricoprirebbe l’intera Europa in tempi brevissimi. L’eruzione vulcanica del filmato, datata del 2007 e ripresa dalla sonda NASA New Horizons, diretta verso Plutone, è solo un esempio di quanto può avvenire su Io, la luna di Giove, il corpo vulcanicamente più attivo di tutto il sistema solare. Una luna che continua a porre agli scienziati numerosi interrogativi.

Titano, sempre più promettente per la vita

Sulla luna più grande di Saturno, Titano, esiste una chimica complessa che potrebbe portare alla nascita dei mattoni della vita anche nelle fasce più basse dell’atmosfera. È quanto mostra una simulazione messa a punto dai ricercatori del Jet Propulsion Laboratory e pubblicata su Nature.
Iricercatori hanno esaminato in laboratorio una particolare molecola complessa, il dicianoacetilene, che è presente su Titano dove condensa ed evapora ciclicamente nella sua atmosfera, e hanno condotto degli esperimenti esponendola a raggi ultravioletti in modo da simulare la luce che può filtrare nella fitta nebbia di idrocarburi che circonda la grande luna. Come risultato si è formata una sostanza organica complessa chiamata tolina, che esposta ad acqua liquida può generare i cosiddetti mattoni della vita: gli amminoacidi e le basi nucleotidiche che stanno alla base dell’acido ribonucleico (RNA). Questa sostanza potrebbe rivestire le formazioni di ghiaccio d’acqua sulla superficie di Titano e potrebbe filtrare attraverso la crosta, in uno strato di acqua liquida sotto la superficie della luna.