Notiziario Astronomico

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Un incredibile tramonto del Sole visto dalla superficie di Marte ci riporta alla domanda che sempre affiora in queste circostanze. Come può non esserci vita su un pianeta così apparentemente simile alla Terra? E il rammarico diventa sempre più forte a ogni cattiva notizia che arriva a frustrare le nostre aspettative, come ad esempio l’interpretazione non biologica della presenza di metano nella sua atmosfera.
Tramonto da marte
Un incredibile tramonto del Sole visto dalla superficie di Marte ci riporta alla domanda che sempre affiora in queste circostanze. Come può non esserci vita su un pianeta così apparentemente simile alla Terra? E il rammarico diventa sempre più forte a ogni cattiva notizia che arriva a frustrare le nostre aspettative, come ad esempio l’interpretazione non biologica della presenza di metano nella sua atmosfera.

Il metano su MARTE: C’È UN’ALTRA IPOTESI

Da uno studio apparso su Nature, la presenza di metano sul Pianeta rosso, che per alcuni dimostrava la possibilità di vita su di esso, sarebbe in realtà dovuta all’emissione di gas prodotto da asteroidi e micro meteoriti irraggiati da intensi flussi di raggi ultravioletti. La presenza di metano sul Pianeta rosso è stata assodata una decina di anni fa, nel 2003, ma il dibattito sulle sue origini e sulla sua distribuzione non si è ancora placato.

DAL CERN LA CONFERMA DELLA SCOPERTA – Nato il 4 luglio il BOSONE di Higgs

I dati degli esperimenti CMS e ATLAS, presentati il 4 luglio scorso a Ginevra, parlano di una nuova particella compatibile con le proprietà del bosone di Higgs. È il coronamento di oltre venti
anni di lavoro e ricerca, in buona parte italiani. Ma sulla nuova particella resta ancora molto da capire. Quando è arrivata alla slide in cui compariva per la prima volta la fatidica cifra “5 sigma” (il livello
di confidenza statistica che permette ai fisici di parlare di una scoperta e non solo di un’evidenza interessante), Fabiola Gianotti ha dovuto fermarsi, coperta da un applauso scrosciante che sembrava non finire più.

Migliaia di tornado si muovono sul SOLE? Forse si risolve un antico mistero

Osservazioni condotte dal satellite SDO della NASA hanno evidenziato la presenza sulla nostra stella di vortici di gas ad altissima temperatura che potrebbero trasportare la quantità di energia necessaria
a spiegare l’enorme riscaldamento della corona solare. Nonostante sia la stella a noi più vicina e, per questo, quella meglio studiata, il Sole è un corpo celeste che ha ancora molto da rivelarci.

CURIOSITY sta per arrivare su MARTE

La sonda della NASA dovrebbe posarsi sulla superficie marziana il prossimo 6 agosto, anche se l’operazione non sarà delle più semplici. Un’area ellittica di appena 7×20 km. È questa la zona prescelta dalla NASA per l’atterraggio di Curiosity, il rover lanciato verso Marte il 26 novembre scorso, e il cui arrivo, dopo sei mesi di viaggio, è previsto per il prossimo 6 agosto.

Un pupazzo di neve su VESTA

È “Snowman” una delle strutture più interessanti sulla superficie dell’asteroide Vesta, fotografata recentemente dalla sonda NASA Dawn. È composto da tre crateri attigui di dimensioni diverse. Un pupazzo di neve di oltre 100 km di altezza su un asteroide? Non è fantascienza, non è un miraggio spaziale, ma il soprannome di una delle strutture più notevoli tra quelle scoperte sulla superficie dell’asteroide Vesta dalla sonda Dawn.

Quando l’apparenza inganna

Hubble è tornato a puntare lo sguardo su quello che si potrebbe definire un “inganno galattico”: una collisione fra due galassie che in realtà non si stanno nemmeno sfiorando. Il trucco c’è e il telescopio spaziale Hubble, che lo aveva già visto più di dieci anni fa, è tornato a dare un’occhiata. Il risultato è una nuova immagine, simile a quella ottenuta fra il 1999 e il 2000 (vedi Coelum n. 140, pag. 30), ma ovviamente con la maggiore risoluzione assicurata dalla camera ACS.

Il cratere più antico, e forse anche il più grande

Si trova nella regione di Maniitsoq, nella Groenlandia occidentale, il cratere da impatto più antico mai scoperto sulla Terra. Dei circa 180 a oggi conosciuti, è anche quello che ha lasciato tracce più in profondità. Uno studio sulle rocce della Groenlandia avrebbe permesso la scoperta del cratere più antico mai osservato sulla Terra. Misura 100 chilometri di diametro ed è datato tre miliardi di anni; ma prima che fosse eroso dagli agenti atmosferici si pensa che misurasse circa 500 chilometri di larghezza.