
Se la maggior parte di noi associa le feste di fine anno alla devozione religiosa, al riposo, al recupero degli affetti familiari e al calore del focolare, c’è invece una persona (sarà poi giusto definirla “persona”?) che in questi giorni si deve preparare a un viaggio incredibilmente lungo ma rapidissimo. Il fine di questa missione impossibile è il più nobile che si possa concepire: regalare un sorriso e un granello di felicità a milioni di bambini. Lo so, Babbo Natale non possiede l’esclusiva di questa mansione: il club dei portatori di doni ai bambini comprende anche la Befana, Santa Lucia, San Nicolò e addirittura Gesù Bambino. Ma per semplicità mi limiterò a parlare del vecchio con la barba bianca. Nel suo percorso Babbo Natale dovrà visitare tutte le case del mondo abitate da bambini buoni, che certamente sono nell’ordine di molti milioni. Supponiamo che queste abitazioni siano tra di loro collegate da una rete di strade, o meglio, di rotte percorribili dalla slitta trainata da renne: il problema del barbuto donatore è quello di progettare un percorso che, attraverso questa rete, gli permetta di toccare tutte le case interessate, ciascuna esattamente una volta, riportandolo infine al punto di partenza. Considerando che il viaggio deve compiersi in una sola notte, Babbo Natale sarà fortemente interessato a individuare il più breve tra i percorsi di questo tipo.