MARGHERITA HACK ED IO – Il racconto di un’amicizia durata più di trent’anni – Parte 2

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MARGHERITA HACK ED IO – Il racconto di un’amicizia durata più di trent’anni – Parte 2
MARGHERITA E CORRADO sulla scalinata che portava alla cupola del rifrattore e partiva da un'ampia terrazza sul tetto della casa di Margherita.

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MARGHERITA E CORRADO sulla scalinata che portava alla cupola del rifrattore e partiva da un'ampia terrazza sul tetto della casa di Margherita.

Margherita e Aldo erano fatti così. Alla mano con tutti (anche troppo, e c’è chi se n’è approfittato), aperti alle critiche. I due erano assolutamente inscindibili e chi li ha conosciuti sa che non si può parlare dell’uno senza parlare dell’altro. Scherzando, chiamavo indifferentemente l’uno e l’altra Margheritaldo, intesi come il sistema binario stretto più irrisolto e irrisolvibile della Galassia. Lui viveva per la sua Margherita, si annullava in essa; e Margherita non sarebbe stata quello che fu senza Aldo. Di lei si conosce tutto, della sua storia scientifica, della sua capacità di rapportarsi con il pubblico. Di Aldo si sa meno, perché lui desiderava vivere nell’ombra della sua compagna. Posso solo dire che l’Aldo che ebbi la fortuna di conoscere in quegli anni lontani era la mente più brillante e vulcanica che io abbia mai conosciuto. Con studi di letteratura e filosofia alle spalle, dotato di una cultura sterminata, aveva una facilità di scrittura che mi lasciava incantato. Leggeva i suoi sette quotidiani giornalieri, soprattutto le terze pagine, ne ritagliava gli articoli che lo interessavano e se c’era una frase che lo colpiva riusciva a partire da quella citazione per imbastire il prossimo articolo che un quotidiano gli avrebbe richiesto. Non contava che trattasse di comete, di supernovae oppure di pianeti. Lui sapeva partire da quel pensiero; oppure ce lo infilava nel bel mezzo, calandolo nel contesto, senza forzature, grazie alla sua penna leggera eppure incisiva.