Ma questa è scienza ?

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Ma questa è scienza ?
Dark Matter
Il Sole orbita attorno al centro galattico alla distanza di circa 25 mila anni luce, impiegando circa 250 milioni di anni per fare un giro completo. Tuttavia, secondo alcuni autori, non compirebbe tale percorso restando sul piano galattico, ma oscillando continuamente sopra e sotto, con un periodo che la Randall e il suo collega trovano sia simile a quello dei presunti periodici episodi di impatto di asteroidi e comete sulla Terra. L’oscillazione dovrebbe essere indotta dalla maggiore concentrazione di polveri, gas e stelle in prossimità del piano, capace di provocare effetti mareali sulla Nube di Oort e quindi il periodico scatenarsi di massicce piogge di comete verso il Sistema solare interno. Il solo effetto mareale dovuto alla presenza di materia “normale” sembra però non essere sufficiente a indurre tali conseguenze, per cui i due autori sono stati costretti a ipotizzare che, sul piano galattico, esista un disco sottile di un particolare tipo di materia oscura, capace di amplificare la forza mareale.

Sfogliando il numero di maggio della rivista le Scienze mi sono imbattuto in un articolo intitolato: “Il ruolo della materia oscura nel bombardamento di comete” (Dark Matter as a Trigger for Periodic Comet Impacts).
Dopo aver riletto un paio di volte, per sincerarmi di aver visto giusto, ho dovuto fare un considerevole sforzo per dar senso a quelle poche parole. La materia oscura avrebbe quindi la capacità di influenzare qualcosa che succede qui sulla Terra? Ma sarà proprio la materia oscura di cui tanto parlano gli astronomi – mi chiedo – o sarà qualcosa di più normale, e il titolo, tanto per attirare lettori, è stato volutamente scritto in modo ambiguo? Mi metto subito a leggere e tristemente scopro che sì, si tratta proprio della materia oscura, quella che se ne sta negli aloni delle galassie, quella che non interagisce con niente e nessuno, quella che decine di esperimenti hanno inutilmente cercato di rilevare. Ma questa volta non si sta parlando di una galassia lontana, non siamo a pochi istanti dal Big Bang o a due passi da un buco nero. No, si parla di casa nostra, della Terra. L’articolo però è firmato da Lisa Randall e Matthew Reece, due ricercatori dell’Università di Harward, la prima notissima in tutto il mondo, e comunque entrambi degni della più alta considerazione… Vado avanti.

1 commento

  1. Condivido pienamente la sua analisi, come avevo commentato sul mio sito (www.astroparticelle.it) dopo aver letto l’articolo dei due fisici teorici: “..Lo spegnimento dll’ LHC sta facendo impazzire i fisici teorici? Attendiamo con ansia il 2015 per il primo beam a 6,5 Tev per un totale di 13 TeV che potrebbe fare chiarezza su supersimmetria e wimps e risolvere alcuni problemi di astinenza!”…e pensavo di essere stato troppo cattivo.
    M. Arcani