
È un triste dato di fatto, ma la maggior parte degli osservatori visuali del cielo profondo abita in città super illuminate o in periferie più o meno invase dalle luci… o comunque sempre sotto un cielo inquinato che non permette più di puntare i telescopi nei pressi dell’orizzonte, come si riusciva a fare invece solo pochi anni fa. Con il passare del tempo si è così persa l’abitudine di andare a curiosare in quella fascia di costellazioni completamente australi che si levano dall’orizzonte soltanto di pochi gradi, e che pure offrono delicati oggetti deepsky, ormai quasi del tutto abbandonati. Colomba, Poppa, Corvo, Scultore… per citarne qualcuna di quella fascia che va dai –15° ai –30 gradi di declinazione… nomi che stanno diventando ormai desueti per gli osservatori di questo emisfero, appartenendo a regioni celesti sempre più considerate di stretta pertinenza australe. Una di queste costellazioni “rubate” è la Lepre, che tuttavia custodisce due oggetti che grazie alla loro natura puntiforme possono essere apprezzati anche dai nostri siti urbani e suburbani.