Le stelle fredde dell’Unicorno – TRE AMMASSI DA RUBARE ALLE NOTTI INVERNALI

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Le stelle fredde dell’Unicorno – TRE AMMASSI DA RUBARE ALLE NOTTI INVERNALI
Una bella ripresa dell'ammasso M50 fotografato in un campo di 50'

nel cielo 176
Una bella ripresa dell'ammasso M50 fotografato in un campo di 50'

Questa dovrebbe essere la seconda o terza volta che torniamo a visitare il Monoceros, costellazione i cui oggetti più famosi e appariscenti, in massima parte nebulose come la Rosetta o il Gabbiano, abbiamo ovviamente trattato per primi; ma che ora reclama la presentazione degli oggetti “minori”, come questo terzetto di ammassi aperti da ricercare – difetto o virtù che sia – nel silenzio delle gelide notti invernali.M50, un ammasso a forma di cuore? – Nella parte meridionale della costellazione, quasi al confine con il Cane Maggiore e 2,5° a nordovest della famosa “Seagull Nebula” (IC 2177), si trova un oggetto deep-sky decisamente appariscente. Stiamo parlando di M50, un ammasso aperto esteso per circa 15 primi d’arco e popolato da un centinaio di stelle che brillano di una luminosità compresa tra la mag. +9 e +13; il che lo porta a una magnitudine apparente integrata di +5,9 e quindi alle soglie della visibilità ad occhio nudo, tanto che non pochi osservatori assicurano di essere riusciti a vederlo sotto cieli sufficientemente scuri come una tenue nubecola lattescente. Ufficialmente l’ammasso fu individuato da Messier il 5 aprile 1772 anche se Jacques Cassini (1677-1756), figlio di Giandomenico, nel suo “Elements d’astronomie”, del 1740, asserisce che nel 1711 suo padre scoprì una “nebula” «…nell’area tra il Cane Maggiore e il Cane Minore (…) una delle più belle che si possano ammirare al telescopio ». Indicazione però alquanto vaga, che a ben considerare rimette in gioco anche la rivendicazione di Giovan BattistaHodierna (1597-1660), dato che l’astronomo siciliano lasciò scritto nel 1654 che, in un anno imprecisato prima di quella data, vide una “Nebulosa Intercanicularis”, cioè una “nebulosa tra i due Cani”.