Una volta ero solito passare molte notti primaverili da quelle parti, complici un buon telescopio da 15 centimetri e la mia rètina. Lunghi, ma affascinanti preparativi per essere pronti a cogliere anche il più fioco cenno di questa o quella galassia: mezz’ora almeno di adattamento al buio, carte celesti scelte e preparate scrupolosamente, scaletta osservativa conosciuta a memoria. Ammettiamolo serenamente: ad un estraneo quella sarebbe sembrata pura follia. E tutto per un pallido bagliore, spesso da catturare faticosamente solo con la coda dell’occhio…
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