La rosa d’inverno nel muso dell’Unicorno

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La rosa d’inverno nel muso dell’Unicorno
La cartina del mese abbraccia la piccola costellazione dell’Unicorno (Monoceros in latino) che nella sua parte nord occidentale nasconde la Nebulosa Rosetta, uno degli oggetti più fotografati del cielo ma scarsamente cercato in visuale. Per arrivarci basta individuare la non brillantissima epsilon Monocerotis (una facile stella doppia di mag. +4,5 e +6,7 con le componenti separate di 13") e da questa spostarsi poi verso est di due gradi esatti.
Unicorno
La cartina del mese abbraccia la piccola costellazione dell’Unicorno (Monoceros in latino) che nella sua parte nord occidentale nasconde la Nebulosa Rosetta, uno degli oggetti più fotografati del cielo ma scarsamente cercato in visuale. Per arrivarci basta individuare la non brillantissima epsilon Monocerotis (una facile stella doppia di mag. +4,5 e +6,7 con le componenti separate di 13") e da questa spostarsi poi verso est di due gradi esatti.

Percorsa com’è dalla Via Lattea, la quasi indecifrabile costellazione dell’Unicorno è ovviamente tra le preferite dagli osservatori visuali, che specialmente nella sua parte boreale trovano un’alta concentrazione di magnifici oggetti deep-sky. Uno per tutti, la celebre NGC 2237, più conosciuta con il nome di “Rosetta”, una nebulosa che molti giudicano impossibile da osservare visualmente. Un oggetto dalla duplice natura, stellare e gassosa, facile e difficile. La componente stellare – NGC 2244, l’ammasso aperto situato al centro di quella che oggi conosciamo con l’evocativo nome di “Nebulosa Rosetta”, si crede sia stato scoperto nel 1690 da John Flamsteed (1646-1719), che sul muso dell’Unicorno presente nel suo Atlas Coelestis annotò la posizione della stella (la 12 Monocerotis) più luminosa dell’ammasso.