

Dopo la frettolosa “ultima ora” con cui siamo stati costretti a dare notizia nel numero scorso del grande bolide caduto aChelyabinsk, ci prendiamo un po’ più di spazio per esaminare a fondo quanto è davvero successo in quel drammatico mattino del 15 febbraio scorso.
È una fredda e serena mattinata a Chelyabinsk, popoloso capoluogo dell’omonima provincia degli Urali meridionali a ridosso del confine con il Kazakistan. Sono le 9:20 di venerdì 15 febbraio e il Sole ha appena fatto capolino sopra l’orizzonte. Lentamente la città sta uscendo dal torpore notturno e le numerose videocamere di sicurezza sparse per la città testimoniano il pigro inizio di una normalissima giornata lavorativa.