

Una pagina poco conosciuta dell’astronomia “italiana”, scritta da un giovane amatore tedesco sul finire del 19° secolo nella città che più di tutte rappresenta l’incrocio della scienza e della cultura europea in genere. La sua eredità: il Mond Atlas, uno dei più accurati atlanti lunari della storia.
È una qualsiasi notte serena della Trieste di fine secolo, quando ancora la città giuliana era parte del territorio dell’impero austro-ungarico. Il sole è appena tramontato e dal nuovissimo Osservatorio astronomico le cupole cominciano ad aprirsi con il loro caratteristico rumore di ferraglia. La strumentazione nella struttura in rinnovamento è ancora piuttosto modesta e i telescopi che si affacciano alle feritoie sono solo in grado di produrre dati per l’astronomia di posizione, utili alla compilazione di cataloghi stellari. È pur tuttavia un Osservatorio importante, tanto che da lì a pochi anni, nel 1903, una volta completata la trasformazione verrà chiamato con l’altisonante nome di “Imperial Regio Osservatorio Astronomico e Meteorologico”. A fronte di tutto ciò, ora immaginate che a pochissima distanza dalle cupole “professionali”, e alla stessa ora, un’altra cupola si metta in moto… E non la cupola domestica da cui spunti un piccolo cannocchiale, ma quella di un vero Osservatorio, perfino dotato di un rifrattore di classe e diametro decisamente superiore a quello degli strumenti che i “professionisti” stanno usando in quel momento…
Per approfondire:
Il Mond Atlas di Krieger scaricabile in vari formati
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250 anni di Astronomia a Trieste di Conrad A. Bohm
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