L’intervista con Andrea Carusi

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L’intervista con Andrea Carusi
ANDREA CARUSI è il maggior esperto italiano e uno tra i più autorevoli astronomi a livello mondiale che si occupano delle problematiche connesse con l'impatto di asteroidi e comete con la Terra. Attivo su questo versante fin dagli anni Ottanta – da un paio d'anni è in pensione, ma continua comunque a seguire attivamente questo filone di ricerca – Carusi è stato tra i fondatori di Spaceguard Foundation, una delle prime istituzioni internazionali a occuparsi concretamente del rischio-impatto.
Andrea Carusi
ANDREA CARUSI è il maggior esperto italiano e uno tra i più autorevoli astronomi a livello mondiale che si occupano delle problematiche connesse con l'impatto di asteroidi e comete con la Terra. Attivo su questo versante fin dagli anni Ottanta – da un paio d'anni è in pensione, ma continua comunque a seguire attivamente questo filone di ricerca – Carusi è stato tra i fondatori di Spaceguard Foundation, una delle prime istituzioni internazionali a occuparsi concretamente del rischio-impatto.

Per riflettere su quanto accaduto a Chelyabinsk abbiamo contattato uno dei maggiori esperti mondiali in tema di pericolosità di comete e asteroidi per il nostro pianeta e fondatore nel 1996 della Spaceguard Foundation: l’astronomo Andrea Carusi, che ringraziamo per la cortese disponibilità e per l’autorevole intervento.

Coelum – I recenti fatti di Chelyabinsk hanno sottolineato chiaramente ancora una volta che il pericolo costituito dai proiettili provenienti dallo spazio è un problema reale. Qual è stato il suo primo pensiero appena ricevuta la notizia di quanto accaduto in Russia? A qualche giorno di distanza, come le sembra che il problema sia stato trattato dai media e – soprattutto – percepito dal grande pubblico?

Carusi – Il mio primo pensiero è andato a un collega che purtroppo non c’è più. Nel mezzo di un’aspra polemica sulla rilevanza o meno degli allarmi per la caduta di oggetti celesti ebbe a dire “They need a good scare!” (Hanno bisogno di una bella paura). Bene: questa è una bella paura, che non ha provocato troppi danni e nessun morto. A dire il vero non ho troppo seguito i media, ma ho scaricato i miei bravi filmati da Youtube e ho letto qualche articolo. Mi sembra che la percezione sia molto cambiata rispetto a vent’anni fa, quando cominciai ad occuparmi del problema. In meglio, voglio dire.